Restare a secco in autostrada.
Restare a secco senza benzina in autostrada è indubbiamente da pirla, ma non si spiega perchè, anche persone apparentemente assennate cerchino di arrivare a tale limite, pur senza il proposito di oltrepassarlo.
A dire il vero non è che tutti abbiano questa propensione; ce ne sono alcuni che hanno anzi come una sorta di ansia che li porta a fermarsi al
distributore non appena l'indicatore scende poco oltre la metà del serbatoio. Queste persone, di indole ansiosa, cercheranno di convincervi che
il loro operato ha una seria giustificazione tecnica: -così non pesco mai dal fondo- diranno.
Come se il tubo di pescaggio fosse una sorta di proboscide galleggiante a pelo del liquido e che così si evita di immergerla nelle
parti più basse del serbatoio, che per altro, immaginano pieno di melma, limatura di ferro e scaglie di vernice.
Non ci sarà alcuna giustificazione tecnica che voi porterete a smuoverli dal loro proposito. Vi liquideranno con un: -tanto, male non fa-.
Per queste persone restare a secco è quasi impossibile. Oltre all'indicatore terranno ben d'occhio i chilometri percorsi fermandosi al
raggiungimento del limite di questo o di quelli.
Vedere per loro la spia accesa sul cruscotto equivale ad un pericolo. Per loro non c'è distinzione tra la spia della riserva o la spia dell'olio.
Tornando a noi, categoria ben diversa è quella del motociclista "riservista". Quello cioè che quando la spia comincia a far capolino si ferma al
primo distributore senza indugiare. Questo motociclista in genere è abbastanza sereno, a volte pacato e spesso responsabile. -Perchè
rischiare?- è il suo motto.
In genere controlla i chilometri che ha fatto e annota i consumi. Tiene un tacquino con il giorno e l'ora del rifornimento ed a volte annota
anche le condizioni metereologiche.
Se a distanza di anni gli chiederete quanto aveva consumato il sette di ottobre da Parma a La Spezia saprà rispondervi con un margine di errore
bassissimo.
Questo motociclista in genere è un buon passista; predilige l'andatura a velocità costante ed è rispettoso del codice. Per carità, non è un
bacchettone, ogni tanto si concede una tirata per saggiare le qualità del suo mezzo e per "pulire" il motore. Per restare a secco ha proprio
bisogno di eventi eccezionali, perdite dai manicotti dell'alimentazione o distributori in sciopero selvaggio.
Sembra così quasi impossibile che accada il citato evento ed in effetti sarebbe impossibile se non esistesse una terza categoria.
Gli appartenenti a questa categoria sono i fantasisti del distributore i giocatori d'azzardo del serbatoio.
La spia della riserva per loro ha un significato profondamente diverso che per gli altri: quando si accende inizia la sfida.
In genere vale una regola, quella cioè di non fermarsi mai alla prima area di servizio dopo l'accensione della spia.
La prima area di servizio serve soltanto a leggere quanti chilometri mancano alla prossima. E da qui inizia il calvario.
Il calvario spesso però inizia prima per il passeggero che anche dopo trent'anni di viaggi insieme non ha ancora capito quale oscura dinamica governi queste decisioni.
Prossima area di servizio Km 28. -Ci arrivo alla grande!-
Intanto un occhio alla spia. Affermazione tranquillizzante -vedi: in salita si spegne!-
passano 28 chilometri in disinvoltura ed arriva l'altro cartello: prossima area di servizio Km 42.
La mente comincia un rapido calcolo.
Otto e due dieci, zero col riporto di uno. Quattro e due sei più uno fa sette. Intanto l'area è passata. Ha toppato alla grande.
Adesso, a questo punto sarebbe più logico ammettere di aver fatto la pirlata, una pirlata gratuita, tanto la benzina prima o poi doveva pur metterla; ma l'orgolio prevale: -tranquilla! ce la facciamo!- però adesso conta i chilometri. Una specie di conto alla rovescia dove ogni cartello è una vera conquista.
La strada in salita peggiora i consumi. Molla un po' il gas.
Si pone frattanto la domanda se per caso convenga uscire allo svincolo. No. Chiude ancora un po' il gas ma in cuor suo ha dei rimpianti: ha il rimpianto di essere andato i duecento chilometri prima a manetta, ha quello di aver fatto "cantare" il motore durante i sorpassi. Ma è troppo tardi.
Sembra che adesso la veda la benzina all'interno del suo serbatoio: uno strato sottile alto appena due dita che deve amministrare con sapienza da alchimista.
Intanto i chilometri passano. Prossima area di servizio chilometri 22. Pensa: - Ne ho fatti più di metà-.
Lei si accorge che stanno andando sempre più piano e chiede da dietro: -problemi?- Risponde lui rassicurante: -no, mi stavo aggiustando il giubbino.-
Si accorge che un bilico lo sta superando. Non prova vergona, sfrutta la scia e paziente sciorina ancora il rosario dei chilometri.
Area di servizio chilometri 12. Pensa: se si ferma adesso inclino la moto! Ha sentito che se inclina la moto c'è sempre un po' di benzina che passa da un lato all'altro del serbatoio. Speriamo sia vero.
Ormai è ad una velocità da economy-run. Ha battuto il record mondiale per quel tipo di moto, roba che se fosse andato sempre così con un pieno son mille chilometri.
Appare il cartello del chilometro sei. Adesso pensa che fra un chilometro, anche ad andare a piedi, tra andare e tornare ci mette di corsa un'oretta. Si sforza di far lk'ottimista -E poi, guarda che vantaggio: ogni chilometro che passa me ne risparmio due a piedi. Sto andando alla grande.-
Il cartello con "area di servizio 3000 metri" lo scorge con il cuore in gola e vista da falco.
E' vicino! ed è pure cambiata l'unità di misura. 3000 metri in realtà sono meno di 3 chilometri.
Comincia a framere e molla ancora un po' il gas.
Ormai il serbatoio fa un rumore un po' strano, di vuoto. Risuona ad una frequenza mai sentita prima e ciò non è bello, ma passano ancora dei metri si ridà ancora del pirla, in silenzio.
Adesso si aggrappa a quei piccoli quadratini in numeri romani ai quali non aveva fatto mai caso. Conto alla rovescia anche per quelli.
Il chilometro due lo passa in apnea con il cuore ormai in gola ma quando compare il cartello del chilometro uno invece è quasi un orgasmo.
Pronto coi razzi alla rampa di lancio!
Il chilometro uno è quello che tutti siamo convinti poter fare di slancio. In effetti non è proprio così, basta un poco di vento, un po' di salita per fare crollare questa non sufficientemente sperimentata teoria.
Ma il chilometro uno è una molla, è' la liberazione da tutte le privazioni fatte per arrivarci, è la testimonianza della vittoria, è la differenza... tra un genio e un cretino!
Manetta spalancata senza ombra di ripensamento e giù gas! Giù gas di brutto e sembra di zoommare l'insegna dell'Agip.
Freccia a destra, giù gas! e in corsia deve pure frenare.
Lento si affianca alla pompa.
La roulette è finita.
-Amò, tranquilla, te l'ho detto che ce la facevo!-.
Tratto dal libro "Avventure di un errato errante" Edizioni Cairomontebook
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