...personali e fatte da uno che non è avvocato, ma è appassionato dell'argomento.
I limiti di velocità sono imposti dalla legge per ragioni di sicurezza (art. 142 C.d.S.) e anche per ridurre la bolletta energetica dell'azienda Italia.
Sono legge e quindi andrebbero rispettati, e chi non lo fa merita di essere sanzionato.
La scusa cui noi italiani ci attacchiamo per non rispettarli è che spesso sono piazzati a casaccio, e questo è vero.
Ma noi italiani ce ne freghiamo in genere anche dei limiti massimi generici: 50 (o 70) in città, 90 fuori, 110 sulle superstrade e 130 sulle autostrade, e questo è sbagliato. Più o meno gli stessi limiti esistono praticamente in tutte le altre nazioni, ma lì vengono giustamente rispettati (come del resto quelli più bassi) dalla stragrande maggioranza degli utenti.
Continuando a ragionare secondo logica, direi che:
- se la Stradale mette un autovelox lungo un tratto autostradale col limite a 130, fa il suo dovere; perché il controllo sia effettivo, non vedo proprio perché l'autovelox debba essere puntualmente segnalato con luci, cartelli o altro; per correttezza verso gli utenti, è più che sufficiente il cartello che avvisa che il tratto è soggetto a controlli;
- se invece un'amministrazione installa un limite a 50 in una superstrada rettilinea senza alcuna giustificazione e poi ci piazza dietro un autovelox, compie un atto profondamente scorretto, perché vessa inutilmente chi guida a velocità plausibili su quel tratto.
La norma che disciplina il collocamento dei limiti di velocità è l'art. 142 comma 2 del C.d.S., di cui riporto il testo nel seguito.
2. Entro i limiti massimi suddetti, gli enti proprietari della strada possono fissare, provvedendo anche alla relativa segnalazione, limiti di velocità minimi e limiti di velocità massimi, diversi da quelli fissati al comma 1, in determinate strade e tratti di strada quando l'applicazione al caso concreto dei criteri indicati nel comma 1 renda opportuna la determinazione di limiti diversi, seguendo le direttive che saranno impartite dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Gli enti proprietari della strada hanno l'obbligo di adeguare tempestivamente i limiti di velocità al venir meno delle cause che hanno indotto a disporre limiti particolari. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti può modificare i provvedimenti presi dagli enti proprietari della strada, quando siano contrari alle proprie direttive e comunque contrastanti con i criteri di cui al comma 1. Lo stesso Ministro può anche disporre l'imposizione di limiti, ove non vi abbia provveduto l'ente proprietario; in caso di mancato adempimento, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti può procedere direttamente alla esecuzione delle opere necessarie, con diritto di rivalsa nei confronti dell'ente proprietario.
Quest'articolo dice una cosa fondamentale, e cioè che l'ente proprietario che abbia fissato per ragioni particolari un limite più basso di quello massimo ammesso su quel tipo di strada, ha
l'obbligo di adeguare tempestivamente i limiti di velocità al venir meno delle cause che hanno indotto a disporre limiti particolari.
Questo vuol dire che nel momento in cui riceviamo una contravvenzione per aver superato un limite immotivato, siamo legittimati a verificare che l'ente proprietario abbia agito in base alle norme; perciò possiamo fare ricorso presso il giudice amministrativo contro l'ente stesso, che deve poter dimostrare la motivazione che è alla base del limite in questione; se tale motivazione non esiste più o non è mai esistita, il giudice amministrativo obbligherà l'ente a rimuovere il limite immotivato, e ciò renderebbe immotivata anche la contravvenzione.
Aggiungo un'altra considerazione sull'argomento limiti arbitrari: andrebbero seguiti anch'essi, per varie ragioni:
- ovviamente, per non essere sanzionati;
- perché si tratta pur sempre di norme obbligatorie fino a che un ricorso non le abbatta;
- perché spesso sono arbitrari per noi, ma in realtà possono essere lì per motivi reali, ancorché non visibili e non direttamente correlati allo stato della strada (per esempio, per limitare i rumori in prossimità di un abitato; e perciò sarebbe bene aggiungere sempre pannelli esplicativi delle loro motivazioni);
- perché se li rispettiamo noi, gli altri tenderanno a fare altrettanto, anziché infischiarsene in massa come di consueto, e questo serve ad aumentare la sicurezza se i limiti sono motivati, o nel caso contrario ad aumentare la consapevolezza di utenti, forze dell'ordine e amministratori dell'inutilità e ingiustizia di tali limiti.
Teniamo sempre presente che, anche senza ricevere contravvenzioni (e quindi in assenza della posizione legittimante ad agire contro il limite immotivato), è possibile costituire comitati o associazioni a tutela del diritto collettivo per ottenere l'annullamento dei provvedimenti di collocamento dei limiti immotivati.