Ho un po' di sonno da recuperare e mi alzo un po' tardi, ma appena scorgo il sole splendere già alto nel cielo decido che è giunto il momento di darle una strigliata come si deve, quest'inverno è stata fin troppo ferma.
Le salto in groppa e via. Nelle campagne della Lomellina si alternano campi appena arati ed altri lasciati come dopo la mietitura autunnale, l'arietta è fresca.
Un breve tratto autostradale velocizza il trasferimento ed in men che non si dica mi ritrovo sull'Appennino ligure che in questa stagione è come piace a me: deserto.
L'andatura si fa lenta, vado a passeggio per le mie stradine, la quasi nulla percorrenza invernale è causa di molto brecciolino a terra, si deve prestare attenzione, si può scivolare ed il nastro d'asfalto è largo si e no due metri e mezzo, ma sono questi i luoghi in cui amo perdermi: paesini, luoghi dimenticati, gente d'altri tempi.
Nel silenzio di una natura di fine inverno che si stropiccia gli occhi ai primi tepori, attraverso in solitudine il Passo della Castagnola e il Parco Naturale Capanne di Marcarolo, sui versanti ombreggiati ed esposti a nord la neve è ancora copiosa ai lati della strada e dove il sole timidamente la lambisce, l'asfalto bagnato luccica sotto le ruote.
Il boxer canta scendendo dal Passo del Turchino, pennello curva dopo curva, gli stivali sfiorano terra. Mi fermo a mangiare un trancio di focaccia sulla spiaggia, la brezza del mare ed il sole caldo sulla pelle mi regalano un'atmosfera primaverile che noi della pianura dovremo attendere ancora un po', l'unica colonna sonora è il rumore delle onde e il friggere della loro schiuma bianca.
Le giornate non sono ancora lunghe come vorrei e chiedo alla mukka di riaccompagnarmi a casa, godendomi ogni curva nella magia di un territorio che amo sempre di più.
Strana gente i motociclisti...
Appennino ligure
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