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Vecchio 02-07-2023, 19:26   #38
tirzanello
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REPORT VIAGGIO - parte 1



Eccomi di nuovo sul pezzo. Daye uno e daye 2 e daye 3 , alla fine ce l’ avete fatta ad estorcermi il report con foto e tappe.
Comincio con le prime tappe e poi, se mi dite che ha senso, proseguirò, altrimenti, se mi sfanculate, amici come prima.

----- PREMESSA
Era da anni che avevo in mente l’Iran. La mitica Persia di Ciro il grande, Dario, Serse, Pasquale; Carmelo, ecc. ecc., insomma tutta quella roba lì con cui ci hanno trafitto i coglioni alle medie e alle superiori e che poi dimentichi il giorno dopo la maturità per potere finalmente tornare ad applicarti sui veri testi sacri , Le Ore, Caballero, Lando, Tex Willer e il manuale della moto.
Prima del Covid, avevo visitato l’Iran molte volte per lavoro. La voglia di visitarlo in moto mi è nata immediatamente. Quando viaggio per lavoro tutto si comprime fra hotel, appuntamenti a nastro, cene di lavoro. Annusi un po’ l’aria ma è come vedere i pesci dietro il vetro dell’acquario senza nuotarci dentro.
L’ anno scorso, abbiamo fatto un bellissimo viaggio in Turchia e raggiunto Dogubeyazid a pochi km dal confine Iran. Alla vista del cartello stradale Iran è scattata la molla dentro “ Ci devo andare e sti cazzi a tutto il resto ! “ .
Tutto il resto significa il lavoro sempre pressante, figli e genitori anziani di cui preoccuparsi, retropensieri che mentre lontano “..se poi succede questo ? E se poi succede quello ?.. E come li metto insieme 30 giorni ? e se poi… e se poi…” . Pensieri che alla fine non ti fanno mai decidere di scomparire per un mese.
Ho passato l’autunno a pensarci ed alla fine ho concluso che “Io parto e basta e andatevene tutti a fanc….! “ . E così è stato.
Da gennaio ho cominciato a muovermi per il carnet de passage, visti, patente Internazionale, assicurazioni, organizzazione di tutte le tappe su Basecamp, ricerca dei posti da vedere sul percorso, messa a punto ottimale della moto. Un vero e proprio lavoro che comunque ti fa sognare e già essere in vacanza molto prima della partenza. Se leggete qui avete sicuramente letto il primo post dove spiego abbondantemente gli aspetti organizzativi e info pratiche. Quindi di questi aspetti qui non ripeto nulla


-----PREPARAZIONE BAGAGLI E ATTREZZATURE FOTOGRAFICHE:
Spendo 2 righe in proposito perché voglio subito informarvi che sono un minimalista e la mia compagna, Emanuela, è in perfetta sintonia con questa filosofia.
Da quando ho fatto il militare, per me vale la regola aurea che “ l’omo vero ha da puzzà forte e ha da esse gnorante e la su donna ha da puzzà de la puzza dell’omo suo“.
Quindi solo ed esclusivamente le 3 Vario con tutto il necessario per noi due e per la moto, per un mese.
Manco la borsa sul serbatoio, ne frocerie Touratech attaccate col velcro ai maroni.
Nella borsa dx tutti vestiti.
Nella borsa sx attrezzi moto per le peggio sfighe tecniche compresa chiavetta usb con Reprom per vivisezionamento della moto + oli, antipioggia, borraccia termica, binocolo, imbottiture termiche, telo M29.
Nel bauletto centrale c’ho infilato la borsa BMW da serbatoio, che avrei eventualmente tirato fuori al ritorno solo se fosse stata necessaria per le solite cagate extra che inevitabilmente compri nei bazar (e che poi butti via dopo qualche anno) + documenti e spazio jolly per acqua, cibo, guanti e roba varia che ti ritrovi sempre in mezzo alle balle mentre viaggi.
Io con un solo jeans moto ed un solo paio di scarpe addosso. Emanuela, per mia amorevole concessione, addirittura 3 pantaloni e pure scarpe aggiuntive. Se fa freddo non sudi, se fa caldo lavi in hotel e al mattino è tutto asciutto e di negozi, se serve qlqs, ce n’è ovunque nel mondo.
Questo per farvi comprendere il mood e che quindi non avevamo alcuna macchina fotografica professionale, niente Gopro, niente Insta360 , niente drone, niente stick per i selfies e nulla di tutta quella chincaglieria da youtuber ed influencer che fanno certamente foto e video favolosi ma fanno pure venire due coglioni altrettanto favolosi a premere millemilioni di pulsanti e impostazioni che in un attimo è già finita la vacanza. In viaggio ho di meglio da fare ed essendo ignorante e puzzolente, se mai diventerò virale, sarà solo perché avrò infettato qualcuno di colera.
Quindi dovrete accontentarvi di foto mosse e video traballanti fatti solo con i nostri cellulari zero professionali e con i sassi usati come treppiede. Però perlomeno sono a colori. Se non vi piacciano, andateci voi e mandatemi le foto fatte bene che poi le sostituisco alle mie.


TRASFERIMENTO ITALIA-IRAN
Questa parte fuori dall’ Iran, non è lo scopo principale del mio report. Se, come me, dovete stare compressi in una finestra di tempo limitata, trovatevi il modo che preferite per raggiungere il confine Iran prima possibile. Io ho scelto il percorso via terra, Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Turchia, Iran.
I Balcani non mi hanno mai attratto. La Turchia, motovisitata nel 2007 e nel 2022, è bellissima ma questa volta non era l’obbiettivo.
Ho unicamente cercato di arrivare al confine Iraniano nel minor tempo possibile avendo bene in mente che l’Iran è immenso, è lontano, è burocraticamente e tecnicamente complesso da organizzare e che difficilmente avrei avuto modo di tornarci in moto. Il trasferimento a/r Italia-confine Iran, per me è stato solo un costoso onere di 15 giorni di tempo da sacrificare per la causa principale.
Per risparmiare suoi giorni di ferie e noiosi km in moto, Emanuela mi ha raggiunto in areo a Istanbul ed è ripartita da Sofia.


giorno 1; 27 Aprile 2023: Bologna ---> Slavonsky Brod,Croazia – 740 km
Partenza in solitaria la mattina presto.

Saluto Emanuela e via sparato verso la Slovenia con arrivo in serata a Slavonsky Brod.
Solo pallosa autostrada. Boreky con birretta, giretto di sgranchiamento e pernotto.


gg. 2 ; 28 Aprile: Slavonsky Brod ---> Plovdiv, Bulgaria – 760 km
Ancora pallosa autostrada in solitaria, attraversando la Serbia e la Bulgaria fino a Plovdiv.
Plovdiv merita qualche stella. Il teatro romano,

le vie centrali, i bar e ristoranti di Kapana e la città antica sono piacevoli da vedere. Se ci arrivate ad un orario decente la visita del centro vale la pena. C’è anche una discreta fauna autoctona, se avete il fucile carico.


gg. 3 ; 29 Aprile: Plovidiv ---> Edirne, Turchia – 200 km
Tappa breve. Mi sono tenuto un po’ di margine e non volevo dormire ad Istanbul dove, il giorno dopo, mi sarei ritrovato in aeroporto con Emanuela. Poiché finalmente ho potuto andare senza fretta, poco prima del confine turco di Kapikule, mi sono detto “ e se ora uscissi per andarmi a vedere questa bella città postsovietica qui a fianco? Tanto il tempo ce l’ho “. La città era Harmanli e come sempre la vera vita del motociclista è fuori dalle odiose autostrade.
Arrivo in centro e mi ritrovo un fiume di moto roboanti. Mi fermo a chiacchere e vengo immediatamente invitato come ospite Italiano ad un motoraduno che si svolgeva nelle colline circostanti.
Avevo tempo e quindi via a manetta per le colline Bulgare accompagnato da roboanti Harley dei Sons of Anarchy locali . Io col GS mi sentivo un po’ coglione ma la fratellanza motociclistica funziona sempre.
Birre e salsicce a manetta con il mio nuovo amico Snitch, classica faccia da bancario,

e l’allegra banda del M.C. Vagabond e di altri M.C. Bulgari . Tutto rigorosamente offertomi.

(un bel culo è sempre un bel culo ovunque nel mondo) .

Collassamento pomeridiano sul prato, fra merde di vacca bulgara, per smaltire i fumi alcolici e digerire le salsicce, calorosi saluti, promesse varie e via verso il confine Turco bello carico e profumato come una rosellina.
Passaggio in dogana a Kapikule rapidissimo incluso stipula assicurazione moto.
Sim card turca Vodafone e tag autostradale HGS, che avevo fatto nel 2022, sono risultati entrambi ancora funzionanti così ho recuperato un bel po’ di tempo. In pochi minuti ho raggiunto Edirne e mi sono accampato al MOF Hotel che vi consiglio perché ora risulta ristrutturato da pochi mesi e costa nulla, pure con le lenzuola di rigatino. Fra qualche anno sarà distrutto e puzzolente ma ora ne vale la pena.
Anche se non c’è posto su Booking, telefonate e chiedete di Alì che ha sempre qualche camera non visibile online e vi fa lo sconto rispetto al web.


gg. 4, 30 Aprile: Edirne ---> Aeroporto SAW ---> Bolu – 525 km
Dovendo essere in aeroporto Sabiha Gokcen , ad est di Instanbul alle 18, me la sono presa comoda partendo tardi e prendendo il giro lungo per aggirare Istanbul, sul terzo ed ultimo ponte del Bosforo, il Sultan Selim koprusu , quello più a nord, praticamente sul mar Nero, che non avevo mai visto. Davvero imponente e suggestivo.
Arrivo in anticipo in aeroporto ed attendo fiducioso. L’aereo da Bologna arriva puntuale ma purtroppo, anche col solo bagaglio a mano ci è voluta più di un’ora per vedere uscire Emanuela dai controlli vari.

Riassettiamo i bagagli e la notte purtroppo è già arrivata e dobbiamo raggiungere Bolu per divorare km verso l’Iran e mantenere il cronoprogramma. Siamo felicissimi e chi se ne frega se è tardi.
Il freddo piomba pesante e siamo progressivamente costretti a fermarci per scaldarci ed aggiungere strati. Gli ultimi 100 km li facciamo a scendere da 5 a 3 gradi. Addosso abbiamo messo tutto quello che potevamo ma non basta. Sante manopole riscaldate. Stringiamo i denti ed arriviamo in Hotel a Bolu verso mezzanotte. Mission accomplished. Il giorno dopo ci aspetta la tappa più lunga del viaggio.


gg. 5 ; 1 Maggio: Bolu ---> Erzinçan – 786 km
Ci svegliamo presto e dalle finestre vediamo la neve sulle montagne circostanti. Questo non lo avevo messo in conto e un po’ ci complicherà le cose. Oggi abbiamo la tappa più lunga del viaggio e per quanto si possa tirare sulle ottime strade turche, non è che ci si possa inchiodare a 130-140 km come su un una vera autostrada italiana.
Digressione su autovelox turco: il nuovo sistema Electronic Detection System, sempre segnalato dal cartello EDS, in un solo anno è letteralmente proliferato e copre tratte molto lunghe rendendo complicato viaggiare rapidi.
Ho dato un occhio sul web e dichiarano che l’EDS, oltre a velocità media ed istantanea, controlla un sacco di altre infrazioni compreso scaccolamento del naso e peti .
In realtà, sia all’andata che al ritorno, tranne nei centri urbani, ho sempre tirato più che potevo. Non è che la cosa mi entusiasmi ma, come premesso, per rispettare il planning il confine Iran era l’unico obiettivo nel mio mirino. Mi hanno fermato spessissimo soprattutto ad est della Turchia ma, anche quando ne ero certo, non mi hanno mai multato. L’ospitalità e le strade completamente vuote mi hanno dato una mano. Ovviamente fate come vi pare.
Torniamo in tema. Per partire presto, non aspettiamo la colazione. Accendo la moto e il display mi segnala 2,5°C. Panza vuota e gelo. Cominciamo bene. Il freddo morde e dopo un paio di ore ci fermiamo ad un chiosco per un çay caldo

Ismail con la sua famiglia hanno la tavola apparecchiata con la colazione portata da casa e non perde un secondo ad invitarci a tavola a condividere il loro cibo

Patate lesse, ali di pollo arrosto, cetrioli , sedano, cipolle , pomodori e pane. Esattamente quello che mangio ogni mattina a colazione. Ma, di fronte a tanta ospitalità, ci facciamo piacere anche le cipolle alle 8 del mattino.
La moglie ha la mia età ma sembra mia nonna e la figlia sembra Mariangela di Fantozzi con fiatelle cipollate già al mattino presto. Povero Ismail.
Ovviamente non spiattellano una parola tranne Turco ma ora con Google traduttore si può parlare anche con le pietre. Ismail ha una fabbrica di Tshirt e cerca di fami importare un Tir di magliette in Italia. Hai voglia a spiegargli che mi occupo di tutt’altro. Ancora mi scrive su WhatsApp con i prezzi delle maglie. Che spettacolo!
Ripartiamo riscaldati dalle cipolle e la temperatura torna accettabile. Ancora tanta strada verso la Turchia dell’est. Attraversiamo la bellissima Amasya ma non c’è tempo per fermarsi. Ancora gas verso Erzinçan. Il paesaggio diventa sempre più bello, l’asfalto è perfetto, le strade sono completamente vuote e le ore in moto sono solamente un gran gusto. La Turchia è davvero bellissima ma questa è un’altra storia.


Arriviamo ad Erzinçan verso le 19, al limite della notte. Nonostante i km, il freddo e 13 ore con il culo sulla sella, l’Iran si avvicina e l’adrenalina sale che manco siamo stanchi.
Hotel e scofanata di kebab obbligatoria.




gg. 6 ; 2 maggio: Erzinçan ---> Dogubeyazid - 475 km
Oggi abbiamo meno km e dovrebbe essere tutto più facile. È pressoché obbligatorio pernottare a Dogubeyazid, l’ultima città prima del confine con l’Iran, in modo da essere a soli 20 minuti dalla dogana la mattina seguente.
Sempre più a Est. Ancora strade bellissime, la Turchia che preferisco, con paesaggi sconfinati e colori che non siamo abituati a vedere nella nostra parte di mondo.
Mio errore pesare le tappe su Basecamp solo in km, senza guardare il profilo altimetrico. Intorno ad Erzurum ci ritroviamo per 4 volte su passi montani fino a 2200 mt, con neve intorno ed ancora freddo molto pungente. Una maglia in più ci sarebbe voluta. Stringiamo i denti in attesa di scendere di quota. Poi arriva anche la pioggia ma che ci vogliamo lamentare? Stiamo facendo quello che volevamo da anni. Potrebbe piovere merda liquida dal cielo che saremmo felici lo stesso.
E poi lo scenario intorno…nuvole suggestive, arcobaleni, viste sconfinate, montagne innevate, il GS sotto il culo, la mia compagna con me di dietro, il PSA a 58 anni perfettamente regolare e l’Iran sempre più vicino.
Ma che puoi volere di più dalla vita?





E infine ricompare all’orizzonte l’Ararat. E’ sempre una grande emozione vederlo comparire fra il manubrio della moto, con la sua punta perennemente innevata.


Siamo a Dogubeyazid.
E rieccolo davanti ai nostri occhi. Il cartello stradale IRAN che avevamo visto l’anno scorso e che ci fece scattare la molla.

Penso che questa volta non ritornerò indietro e che domani mattina gli passeremo sotto! Il sogno si realizza. Cazzo che emozione! Nascosto nel casco sono ad un passo dalla lacrima.

Vorremmo scaldarci in hotel ma ci precipitiamo prima su ad Ishak Pasha per lo spettacolo del tramonto.
Chi lo avrebbe mai detto che dopo solo 9 mesi saremmo stati ancora davanti a questa meraviglia.
Questo luogo ha qualcosa di magico che nessuna foto può rendere.


Noi siamo passati tardi solo per rivederlo. Se non ci siete mai stati, cercate di arrivarci prima che chiude per visitarlo dentro perché merita assolutamente ma, anche questa è un’altra storia.

È oramai notte, il gelo ci attanaglia e vorremmo andare in hotel ma capiamo che se ci appoggiassimo su un letto, sverremmo in 2 minuti senza più uscire per la cena ed allora decidiamo di resistere ancora e scofanarci subito.
Scendendo da Ishak Pasha, quando finisce la discesa, sulla sx troverete lo sciccoso ristorante Beyzade. Andateci e vi farete una fantastica magnata.


Finalmente siamo in camera. Riordino scrupoloso di documenti, denari e masserizie per la mattina e tuffo doppio carpiato nel letto.
Domani è il grande giorno. Si entra in Iran!




Bene. Ora mi fermo. Vi cola la bavina?
Soffrite fine alla prossima puntata come ho sofferto io per scrivervi questa bibbia.
È dall’ultimo tema di Italiano che non scrivevo così tanto.
Però cazzo, sono solo al giorno 6. Mandatemi delle droghe perché mi sa che non ce la farò a scrivere fino al giorno 27.


Episodio successivo al post #46
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Attuale R1250GS 2019. Ex R1200GS bialbero; R1100GS.

Ultima modifica di tirzanello; 24-02-2024 a 19:46 Motivo: correzioni
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