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Vecchio 05-09-2018, 08:20   #62
Massimo
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GIORNO 07 – 9 AGOSTO 2018
Khorugh – Khorugh (zero chilometri in moto)




La giornata è tutta dedicata alla soluzione del problema. E inizia presto. Ma solo per Alberto che di buon ora inizia la delicata operazione chirurgica all’impianto elettrico. Io invece ronfo tranquillo nel letto, perché tanto sarei solo di intralcio, visto che non so neanche controllare l’olio.

Alle nove si presenta puntuale Ali, con suo cognato, il marito di sua cugina e un amico, a bordo di una vecchia mercedes che puzza di benzina. Proviamo subito la batteria ricaricata nella notte, ma la moto resta in coma. Montiamo allora la ruota posteriore riparata.

Ali ci ha recuperato anche un tester e quindi passiamo in rassegna tutte le tensioni rilevanti. Strano: lo statore spara fuori pochissimi volt e al relé ne arrivano appena quattro. Proviamo a collegare la batteria del merci, ma la moto ugualmente non parte.

La cosa sembra complicata assai. Ci vuole un “electric master”. Ne conoscono uno bravizzimo. Pronti! Si va a recuperarlo.

Si presenta un ceffo in mocassino a punta, pantazampa neri di lino e camicia di raso lucido sbottonata fino all’ombelico. Di professione ballerino di tango, altro che meccanico. Tutto sculettante si avvicina alla moto e spara la sua diagnosi, senza nemmeno un cacciavite in mano: “carburator problem”.

Bon! Siamo a posto! Il Don Lurio, qua, ha detto la sua. OK. Sei contento? Adesso però stattene buono in disparte e non disturbare; se vuoi ti diamo pure l’osso.

Per scrupolo proviamo a ricollegare la batteria buona, quella di Alberto. E la moto ‘sto giro si accende, resta accesa e gira che è una meraviglia. Mistero della fede!

Alla fine, a parte le misurazioni anomale rilevate, era proprio la batteria. E mi sovvien l’eterno, o meglio che da Muztoo era caduta a terra e che il meccanico aveva detto che non serviva cambiarla.

Non dico niente, ma chiamo George e gliene sparo una brenta: pretendo il rimborso di ogni spesa e per non aver potuto usare la moto durante il guasto. Seppur con gentilezza, tergiversa e intuisco che non ha nessuna intenzione di assecondare la mia richiesta. Al che lo faccio richiamare da Ali, il quale, in russo (lingua, come noto, piuttosto ruvida) rincara la dose.

Seguono altre telefonate, sempre in russo, anche con Oybek. Il mio intento è quello mettere le mani avanti con largo anticipo per farli trovare pronti e consapevoli quando restituirò la moto. Le telefonate di Ali sono state belle incazzose… forse serviranno.

Khorugh è una cittadina di 28.000 abitanti e Ali li conosce praticamente tutti. Originario di qua, ha vissuto a Biskek (dove fa parte del locale motoclub) fino all’anno scorso, quando è dovuto rientrare per stare vicino alla mamma dopo la perdita del papà. Insegna inglese ai ragazzi delle superiori, e forse anche per questo le sue conoscenze sono così sconfinate.

Mi ha detto che se lo avessi chiamato, mi avrebbe organizzato il trasporto della moto gratis, perché anche nella Wakhan Valley ha molti amici. A saperlo prima…

In realtà, Ali è veramente un ragazzo speciale, disponibile, generoso, simpaticissimo e pronto ad aiutare chiunque. Per questo lo salutano tutti con gran strette di mano e sorrisi. E tutti sono pronti ad aiutarlo se ha bisogno di qualcosa.



Pausa pranzo. Offriamo noi ovviamente, dato che i presenti hanno tutti abbandonato i loro impegni di lavoro per aiutarci, cosa che qua da noi ce la sogniamo. Pizza tagika nell’unico fast food della città, dove lavora miss condominio, pure lei amica di Ali, o forse qualcosa di più...

Al rientro dobbiamo trovare per forza una batteria nuova. Nessun problema: Ali chiama sua sorella che vive a Dushambe, le manda le foto della batteria e le dimensioni misurate con le dita. Dopo mezzora la batteria era comperata. Arriverà domani con il primo aereo del mattino.

Mi ricordo però che le batterie non possono essere imbarcate. Parte il secondo giro di telefonate al direttore dell’aeroporto di Khorugh (suo amico) e al responsabile dei servizi a terra dell’aeroporto di Dushambe (papà di una sua amica). Qua si conoscono tutti, mi sa. Però non c’è nulla da fare. Le norme di sicurezza non si possono proprio derogare.

La batteria non può volare. Serve dunque un piano alternativo.

Ci ricordiamo che i piccoli pulmini che fanno da taxi dovrebbero montare batterie molto piccole. Ne fermiamo uno in strada, pieno zeppo di persone, per chiedere di vederla. Giù tutti i passeggeri perché la batteria sta sotto i sedili. E’ da 45 Ampere, la più piccola che esiste. E dove la possiamo trovare? Semplice, vi accompagno io, dice il tassista.

I passeggeri restano giù in mezzo alla strada e saliamo io ed Ali. Il distributore di batterie vende anche sementi, pasta, riso, frutta e verdura. Le batterie le tiene ben nascoste in una serie di cunicoli sotterranei scavati nella roccia. Inquietanti, ma pieni di batterie nuove di pacca.

E per i cavi? Alberto si fa abbindolare da un parente dei nostri amici, recuperato ubriaco fradicio nel bazar. Per un colpo di fortuna astrale, vicino a casa sua in un cassonetto trova i cavi.

Possiamo avere batteria e cavi per arrivare (forse) fino a Dushambe, dove ci aspetta la batteria nuova. La batteria bisogna legarla sulla sella e sperare che lo statore riesca a tenerla in vita per due giorni.

Ma non ci diamo per vinti. Possibile che a Khorugh (dove non ci sono moto) non si trovi una batteria da moto?

Si trova, si trova… basta saper cercare.

Parte la terza serie di telefonate, fatte contemporaneamente dai nostri quattro amici. All’esito si scopre che una moto in effetti esiste. Appartiene al direttore dell’istituto tecnico di meccanica, dove ci precipitiamo. Esso lui ha l’UNICA moto di tutta la città, un piccolo motard cinese. Ci presta la batteria fino a Dushambe, che gli faremo poi avere tramite la sorella di Ali con comodo.

Siamo salvi! E anche stremati.

Alla sera viene a salutarci il cognato di Ali con i bimbi. Tutti sono stati semplicemente fantastici e unici. Non potremo mai dimenticarli. Ci hanno tolto dalle peste, dedicandoci tutto il loro tempo.






Ma la giornata non è ancora terminata: abbiamo cinque litri di birra gelata da finire…
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Massimo Adami
BMW F800GS Adventure
YAMAHA XT600E
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