Il GPS umano
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Ladakh 2017 - La strada verso il cielo 2 (FOTO e REPORT)
CONCLUSIONI
L’India è veramente un mondo a parte. Lo si percepisce anche solo nell’architettura, e quindi da semplice turista. I monumenti, i palazzi e soprattutto gli indiani sono così diversi e lontani da noi. Chi è curioso non resterà deluso anche se certe situazioni sono spiazzanti.
Il Ladakh è un mondo ancora più a parte, terra di confine, estrema e magnifica. I luoghi lì sono di una bellezza travolgente, ma soprattutto è la sua gente, con gli occhi sottili e sempre sorridenti, che spiazza per la sua autentica semplicità e il suo modo di vivere strettamente connesso con la natura che la ospita.
Farebbe bene un po’ a tutti cambiare, anche se per poco, stile di vita. Si capiscono molte cose, credetemi. Un bambino che gioca con una scarpa, potrebbe insegnare qualcosa anche ai nostri figli sempre alla ricerca dell’ultimo videogame. Inoltre in Ladakh - forse ho scordato di dirvelo - i telefoni occidentali non funzionano e farsi una scheda indiana (ci ho provato) è un’impresa praticamente impossibile. Non avete però idea di come ci si sente bene senza cellulare e se non ci fosse nemmeno internet (quel che c’è va ad una velocità asfissiante) sarebbe ancora meglio.
Quanto al viaggio di gruppo (è stata la mia prima volta) debbo dire che è stata una scelta fortunata e azzeccata. La presenza di Donato, mai invadente e sempre competente, ci ha permesso di godere il mondo attorno con quella serenità e sicurezza che da soli non sarebbe stata possibile. Certo l’amplificazione emozionale (positiva e negativa) non è paragonabile, ma ogni tanto è anche giusto godersela.
Gli altri partecipanti hanno certamente vissuto questa esperienza ciascuno con motivazioni e aspettative diverse, tuttavia l’incanto per questi luoghi, comune a tutti, ha creato quella magica e irripetibile sintonia che ha fatto di questo viaggio un’esperienza davvero unica.
Ognuno ha dato agli altri la parte migliore di sé, o almeno quella è arrivata. Ognuno è stato un tassello prezioso e unico, come il Ladakh.
Se devo fare un bilancio, il luogo che più ho desiderato è il Wari La, perché fuori dalle rotte classiche, isolatissimo e sperduto, mentre quello che più mi ha affascinato è stato senza dubbio lo Tso Kar, complice anche la luce del mattino e della sera che rende tutto più fantastico.
E allo Tso Kar tornerei anche domani.
E domani, sempre se potessi, mi farei una Enfield, a cui mi sono proprio affezionato.
Per pura coincidenza nei giorni scorsi è stata presentata in India una nuova colorazione Stealth Black: tutta nera opaca. Infatuazione a prima vista. Per me è bellissima.
Mi conosco e, quando mi capitano queste infatuazioni, prima o poi… beh avete capito, rischio di averla in garage, per cui tengo le dita incrociate.
Datemi retta, se avete l’occasione, fate un salto in Ladakh…
* * *
Ebbene signori, il fotoromanzo (di 527 fotografie) è finito. Ho provato a raccontarvelo, anche nei toni, come se fossimo seduti davanti ad una birra. Spero vi sia piaciuto e di non avervi annoiato. Quindi tolgo il disturbo e vi saluto, anche a nome dei miei compagni.
Ops... devo aver sbagliato qualcosa.
Mi sa che ho sbagliato ancora…
Ah eccoli. Questi sono giusti.
In fondo in Ladakh, con tutte queste meraviglie, siamo tornati un po’ tutti bambini…
Buona strada a chi sta per partire e alla prossima.
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Massimo Adami
BMW F800GS Adventure
YAMAHA XT600E
Ultima modifica di Massimo; 21-09-2017 a 01:45
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