Facciamo 2 premesse.
La prima è che, almeno in teoria, si può sempre sovradimensionare una soluzione meno ottimale, o sottodimensionare una più ottimale in modo da rendere la prima più resistente della seconda.
La seconda è che le giunzioni, sia fisse (cardano yamaha, honda, guzzi) che mobili (bmw, e anche triumph, credo) si dimensionano in modo da essere più resistenti dei pezzi che connettono. Quindi, a meno che i progettisti non siano caproni, sarà difficilissimo che pezzi del genere si rompano per cedimento dei perni invece che per cedimento degli scatolari che realizzano la struttura.
Ciò premesso, la soluzione yamaha è, almeno di principio, di gran lunga la migliore perché, molto banalmente, i bracci non si beccano torsione. La stessa cosa vale anche quando la trasmissione è a catena. Il monobraccio, catena o cardano che sia, esiste soltanto per ragioni estetiche.
Ma anche sui monobracci, un conto è avere un collegamento fisso distribuito sul perimetro dello scatolare, un conto è averne uno mobile che necessariamente va a sollecitare, in prossimità della connessione, una zona limitata dello scatolare.
Come ho scritto, tutte le rotture del cardano bmw che ho visto interessano l'area prossima al giunto mobile. E lì che si rompe. E quello il punto più debole.
Se invece la struttura del cardano è rigida, monobraccio o meno, non c'è ragione di pensare (errori progettuali a parte) che debba essere più pericolosa dell'equivalente a catena.
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