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Originariamente inviata da l'Edo
Quello che cambia totalmente sono le traiettorie che il video non indica mentre Cecchini da una sua versione. In alcuni casi mi sembra (credo/spero) estremizzi i concetti indicando tagli azzardati.
A parte questo consiglio di tagliare in maniera esagerata in uscita nei tornanti verso sinistra non ci vedo delle cose così gravi.
Dove sbaglio?
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Il mio video non è una lezione, ma è più una chiacchierata sull’argomento. Si tratta di una prova realizzata al volo, senza alcuna pianificazione, allo scopo di verificarne la chiarezza video e audio (quest’ultima migliorabile) e l’efficacia didattica, con l’obiettivo successivo – se ne avrò il tempo - di offrire al web un’alternativa più sensata e utile di quella pubblicata da Cecchini.
Non descrivo a voce le traiettorie, ma è abbastanza chiaro che dò molto valore, su una strada del genere, al tenere una destra rigorosa.
I difetti che vedo nella spiegazione di Cecchini, oltre alla sua scarsa attitudine alla chiarezza e alla sintesi, sono i seguenti.
- In tutti i tornanti dice che bisogna “fermarsi” (nella pratica, rallentare molto) a metà tornante, ma è totalmente inutile e potenzialmente pericoloso, perché determina una variazione della velocità e della traiettoria che bisogna saper gestire, pena lo sbilanciamento e la caduta; molto più facile e sicuro fare una traiettoria rotonda con variazioni progressive della velocità.
- In aggiunta a quanto detto sopra, nei tornanti a sinistra dice di tagliare contromano a partire dalla metà, ma è totalmente inutile e potenzialmente pericoloso, perché espone al rischio di colpire chi arriva in senso opposto; la soluzione è restare nella propria mezzeria.
- In aggiunta a quanto detto al punto 1., nei tornanti a destra dice di restare quasi a ridosso della linea di mezzeria - al 70% della distanza tra margine e mezzeria - fino a metà tonante, ma è totalmente inutile e potenzialmente pericoloso, perché espone al rischio di essere presi da chi arriva in senso opposto e taglia, cosa che in questo caso fanno quasi tutti, rischio che diventa certezza se si tratta di un autobus o camion; si evita il problema stringendo la curva più progressivamente, a partire dal suo inizio, per raggiungere progressivamente la corda dopo la metà del tornante.
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Originariamente inviata da Paolo_yamanero
Nel passato avevo la tendenza ad allargarmi, invadendo la corsia di sinistra per poi affrontare il tornante alla corda. Proprio dove la pendenza è massima e dove è più difficile fidarsi ad inclinare la moto.
La conseguenza era quasi sempre quella di ritrovarmi contromano nella corsia alla mia sinistra, dopo il tornante.
Ho provato a fare come suggerisce Cecchini, rimanere sulla mia corsia, entrare nel tornante avendo come riferimento il centro della carreggiata al centro della curva con la moto dritta e il peso del corpo fuori la moto, e poi, da lì, buttare giù la moto puntando alla corda della curva/tornante, aprendo gas e quindi uscendo dal tornante quasi sul ciglio destro, ovvero il più lontano possibile da un eventuale veicolo che possa venirmi incontro.
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Vale quanto ho detto al punto 3. sopra.
Questi due post impongono una riflessione un po’ più approfondita sulla questione delle tecniche di guida.
Si va in moto con obiettivi diversi in contesti diversi. Limitando il discorso alla sola guida su strada aperta al traffico, l’obiettivo primario è la sicurezza.
La sicurezza in moto è un fatto complesso, risultante da un gran numero di fattori spesso anche in contrasto fra loro – per esempio, si pensi alla necessità di allargarsi nelle curve cieche a destra per aumentare la visibilità, e alla contrastante necessità di stare a destra per tenersi lontani dal traffico in senso inverso.
Perciò, per ogni problema della guida da risolvere
non esiste una cosa come la Tecnica Perfetta, ma piuttosto un ventaglio di possibili soluzioni più o meno valide.
Nei corsi di guida sicura su strada l’obiettivo è trasmettere agli allievi le tecniche necessarie per consentirgli di fronteggiare qualunque plausibile problema della guida su strada senza correre rischi inutili.
Visto che non esiste una soluzione ottimale,
ogni scuola trasmette agli allievi la propria visione della sicurezza, che può differire sensibilmente da una scuola all’altra.
Ma i principi di base su cui le varie scuole basano la propria attività sono universalmente riconosciuti, e tra questi ce n’è uno che è scolpito nella pietra:
non si sconfina nel senso di marcia opposto, se non per sorpassare e solo dove e quando si può farlo in sicurezza.
Inoltre,
quando si insegnano le tecniche, si indicano agli allievi anche gli obiettivi che esse perseguono, per consentirgli di avere consapevolezza di quello che fanno ed evitargli di dover “ripetere a pappagallo” le cose, inevitabilmente sbagliandole perché non si capisce a che servono.
Ora, Cecchini non ha una scuola, ma pubblica video in cui spiega come si va in moto, e decine di migliaia di persone lo guardano e spesso gli danno ascolto, perché non sono abbastanza esperti da capire la qualità di quello che racconta, perciò sarebbe bene che rendesse un buon servizio ai suoi fans.
E invece lui racconta un grottesco cumulo di fesserie - tra le quali gli sfugge anche qualche cosa giusta, visto che è statisticamente impossibile sbagliare tutte le risposte!

- e le trasmette sotto forma di dogmi, senza spiegare minimamente il perché di quello che dice. Un perché che in moltissimi casi, semplicemente, non esiste.
Mi sono posto il problema se segnalargli i suoi errori, ma credo che sia del tutto inutile, visto che non credo che accetterebbe mai di buttare nel cesso tutti i suoi video.