Il GPS umano
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GIORNO 4 - 08 AGOSTO 2017
Leh – Lamayuru (127 km in moto)
Finalmente si parte. Usciamo da Leh in direzione sud ovest per prendere la NH1.
Subito ci rendiamo conto dell’enorme spiegamento di forze armate in quest’area di confine. Praticamente fuori dalla città è tutto un susseguirsi di caserme, soldati e mezzi militari. Il traffico in divisa è veramente intenso e la viabilità è principalmente funzionale a questo.
La presenza militare mi è sembrata addirittura ben più massiccia di quella incontrata nel 2011 lungo il confine tra Turchia e Iraq, il che è tutto dire.
Sono noti i rapporti non proprio idilliaci tra India, Pakistan e Cina. I confini sono da sempre controversi e non chiarissimi nemmeno sulla carta. Da decenni prosegue una sorta di guerra di posizione a presidio della border line. Se per assurdo, le forze armate indiane se ne andassero, che ne so, i cinesi o i pakistani potrebbero anche entrare ed occupare una valle, un passo, un crinale.
Di che cosa se ne facciano di questa terra arida e povera faccio fatica capirlo, però - come si sa - nella storia l’espansione territoriale è sempre stata la molla di molte invasioni.
Le vittime morte sparate sono assai rare, ma mi è stato riferito che ogni anno circa 3-400 soldati indiani muoiono, soprattutto d’inverno e per fenomeni naturali, come slavine, valanghe, freddo.
Insomma questi sono rimasti a quel che accadeva da noi nella Grande Guerra, dove la morte bianca aveva mietuto purtroppo tante vittime.
Tutte le truppe sono tirate a lucido, divise nuove di pacca e mezzi militari pure. Il governo indiano deve spendere per tutto sto ambaradan somme veramente importanti… facendo contenti tutti, sia ad alti che a bassi livelli.
Con la difesa ci guadagnano tutti: i vertici politici e militari, le aziende fornitrici degli armamenti e pure i soldati che hanno la pagnotta assicurata. E non solo. Anche i civili in estate hanno da lavorà: moltissimi infatti vengono impiegati per la manutenzione delle strade.
Migliaia di ladakhi preparano le massicciate rompendo i sassi con martello a mano per ridurli in stabilizzato oppure scavano le trincee a bordo strada per la posa delle condutture elettriche con piccone e badile.
Due ruspe farebbero prima e meglio, ma forse costerebbe di più e soprattutto non ci sarebbe una mazza da fare per la popolazione.
Insomma così è. In ogni caso la presenza militare non disturba più di tanto. I soldatini fanno il loro lavoro: spostano truppe da una parte all’altra, fanno voli di ricognizione… insomma normale routine. Nelle zone più prossime ai confini caldi ci sono poi vari check points, per cui bisogna avere i permessi a posto. I soldatini non sono comunque molesti, né prepotenti: ci sono, controllano, salutano con la manina e lasciano fare.
Ciò detto, appena fuori Leh, inizia subito una zona arida, una sorta di deserto d’altura ondulato e roccioso, pressoché disabitato. Guidiamo rilassati e iniziamo a capire perché in Ladakh vada di moda tra pedoni, ciclisti e motociclisti la mascherina sulla faccia…
Di catalizzare il parco veicolare non se ne parla proprio, ma noi proseguiamo sui nostri trattorini tutti contenti e rilassati parlando del più e del meno.
Il paesaggio qui fa molto far west americano e non c’è neanche una pianta a pagarla oro.
Poco prima del villaggio di Nimmoo la strada compie un’ampia svolta verso sud proprio dove il fiume Zanskar si immette nel grande Indo. La strada sale un poco ed offre una bella visione proprio sul punto di immissione.
Poco più avanti ci fermiamo a mettere qualcosa sotto i denti. Sto giro mi tocca per forza cibo indiano, ma forse sono fortunato: il modenese d’hoc qui sotto prepara il gnocco fritto!
Troppo bello per essere vero. Infatti non è vero.
Il gnocco non è quel che sembra e viene farcito con verdura e poi rifritto. Piccantino ma commestibile, però non c’era lo squacquerone.
Proseguiamo sempre in direzione ovest per andare a visitare il Monastero di Likir che giace appollaiato in una valletta laterale sulla destra (è quel balocco bianco in centro nella foto qui sotto).
Bello colorato con tanto di tamburi e accappatoi.
C’è anche qui il solito pacioccone dorato stimolatore di salti.
Poco fuori dal monastero incontriamo un piccolo buddha che si lascia immortalare dalla nostra affascinante reporter bionda mediterranea.
Riprendiamo la NH1, che scorre come l’olio sotto le ruote dei nostri trattori.
Ogni tanto si parcheggia come si può dove non si può.
Sai come è, di spazio ce ne è poco e non vorrai mica mettere un camion giù di strada! Molto meglio lasciarli SULLA strada. E non uno, ma tre!
Tanto con la moto ci si può passare in mezzo.
Evvaiiii! Non ce ne sono altri? No?! Peccato…
Poco dopo Khalsi la valle dell’Indo tiene la destra e noi puntiamo invece a sinistra alla volta della vicina Lamayuru. C’è un check point gestito da un ceffo poco simpatico che se ne sta appollaiato sulla sua casermetta soprelevata. I documenti sono a posto. Possiamo passare.
La nostra strada asseconda sopraelevata un altro affluente del fiume e tra una curva e l’altra ci accompagna fino a Lamayuru mentre il sole colora queste strane montagne di pongo.
Direi che ci può stare un altro salto.
A Lamayuru troviamo posto nell’alberghetto prenotato. Ci si entra a spinta ed è molto carino anche se spartano.
Ceniamo sotto un tendone sotto l’alberghetto e troviamo pure la birra (che mi creerà però nella notte una brutta congestione). E per forza: era scaduta, come tutte le bevande confezionate che si trovano da queste parti.
Mi fermo fino a notte fonda a parlare con il ragazzo che lavora in hotel. Viene dal Nepal, assieme ad altri due, a fare la stagione. Ha una moglie e due figli e ci impiega una settimana di viaggio per tornare a casa. Vado a dormire sentendomi fortunato.
Fino a Lamayuru arrivano un po’ tutti, giri organizzati compresi. I più tornano a Leh in giornata, qualcuno si ferma a dormire ma comunque ripiega poi su Leh il giorno seguente. Quasi nessuno invece prosegue per la NH1 ancora verso ovest verso il Kashmir indiano, che è terra contesa e talvolta turbolenta, pressoché totalmente mussulmana e non buddista.
Che sia anche una terra proibita?
Staremo a vedere cosa ci aspetta domani… buona notte Ladakh.
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Massimo Adami
BMW F800GS Adventure
YAMAHA XT600E
Ultima modifica di Massimo; 24-09-2017 a 17:57
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