Parte 2 - I pasti. Fino agli inizi del XX secolo, mangiare all’Orientale vuol dire utilizzare pollice, indice e medio della sola mano destra aiutandosi con un pezzetto di pane. Mai la sinistra; quella non la si può usare a tavola. L’educazione prevedeva di toccare solo il proprio boccone evitando quelli del vicino; anche se era considerato segno di educazione (e di estrema cortesia) che il padrone di casa dividesse un pezzo per l’ospite con le proprie mani e lo imboccasse. Questo pensiero mi è tornato alla mente in 0.01 secondi quando a cena nel ristorante di Prizren con svogliatezza ho imboccato un pezzo di cena con la mano sinistra.
In quel preciso momento, ma ormai tardi per tornare in dietro, i miei occhi sono caduti sullo sguardo di un anziano vicino che mi ha guardato schifato. In qualche modo bisogna parare il colpo per non sembrare il solito occidentale; sempre con lo sguardo e un movimento con la testa ed occhi mi sono scusato. Ho proseguito con la destra e nessuno se n’è strafregato che io mangiassi con le mani. Sono perfettamente conscio che il pregiudizio nostro contro le “dita unte” è ancora così forte che ci dimentichiamo completamente del significato rituale di bere e mangiare: non solo soddisfazione di bisogno fisico ma un segno di fratellanza e pieno di simboli. Un detto del Profeta Muhammad diceva: ”Cibo di due è sufficiente per tre, e cibo di tre è sufficiente per quattro” e ciò riassume la filosofia che sta alla base dell’ospitalità tipica degli arabi: offrire cibo all’ospite è parte integrante della loro vita. Non esiste il primo e il secondo, ma un pranzo con diverse portate servite nello stesso momento sul tavolo. L’anziano usava le mani e la sua abilità ed eleganza era molto gradevole da guardare.