Spero che il pilota americano si rimetta completamente, anche se -da figlio di medico che qualcosa mi spiegò in una situazione molto simile- non lo credo assolutamente.
Se sarà "fortunato" (si fa per dire), trascorrerà ciò che gli rimane da vivere su una carrozzella o, peggio, con facoltà cerebrali ridotte. Una specie di vegetale. Spero vivamente di sbagliarmi, ovviamente.
Un mio pensiero va anche al ragazzo "investitore".
Nel medio termine, la sua vita sarà, verosimilmente, costellata da cause, controcause, giudizi e sentenze.
La famiglia del pilota potrà avvalersi di un'équipe di avvocati di fama stellare che tuteleranno gli interessi del pilota o -speriamo di no- dei suoi eredi in modo ineccepibile.
Forse il trentenne con la Peugeot non avrà la medesima possibilità e, forse, il massimale garantito dall'istituto assicurativo non sarà sufficiente.
Una guerra tra sfortunati e disperati.
__________________
►►► ISRAELE HA IL DIRITTO DI DIFENDERSI ◄◄◄
|