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Vecchio 14-10-2016, 16:00   #417
Zel
Mukkista doc
 
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c'è un piccolo problema che riguarda le precedenze, e quella al pedone non fa eccezione: il divieto di sosta. sto sempre più considerando la pericolosità intrinseca di veicoli ingombranti e divieti di sosta "strategici". bisognerebbe capire che, come la ratio principale per i limiti di velocità è la possibilità di mantenere uno spazio-tempo ragionevole per effettuare la manovra a chi non ti ha visto, la ratio per il divieto di sosta è (spesso) che un veicolo in sosta vietata occlude la visuale e con ciò rende rischiosa e insufficientemente bassa una velocità che in condizioni regolari sarebbe perfettamente adeguata.
Detto questo, io trovo i pedoni di gran lunga il soggetto della circolazione più pericoloso a Roma e in quasi tutta l'Italia non-milanese: non quei pochi che si ingegnano di attraversare sulle strisce, ma un buon 50% di tutti gli altri. Non c'è prepotenza di tmaxista o tassista, ottusità di automobilista, che riesca ad avvicinare anche solo da lontano la quantità di pericoli che pedoni che invadono la strada in configurazioni frattali e non guardando nemmeno.

Quanto al lamentarsi della precedenza non data ai pedoni sulle strisce, consiglierei uno stage a Milano, cerchia dei bastioni, per rifarsi un concetto più aderente alla realtà di "automobile che rifiuta precedenza ai pedoni".

C'è un altro particolare poi, implicito, di cui spesso i ciclisti che usano le strisce pedonali come piste non tengono conto. Una precedenza a una certa categoria di soggetti è predisposta per funzionare con un comportamento in linea con quello consono o prescritto per gli stessi. Se non si può andare a 51 kmh, men che meno si può attraversare un incrocio CON PRECEDENZA oltre quella velocità. Per i casi in cui sarebbe troppo rischioso, esistono appunto i semafori e gli stop, che non si interpretano. Le precedenze da interpretare richiedono un certo tasso di collaborazione tra il soggetto a cui è riservato il diritto e quello obbligato a cederlo. Ad esempio: l'essere umano che cammina non avrà mai la velocità di una bici ben lanciata, quindi la bici che passa sparata sulle strisce sbaglia a lamentarsi di un impatto tanto quanto la moto che passa a 170 all'ora in un incrocio di campagna. Ecco, da parte del pedone una collaborazione a definire un minimo spazi e tempi che consentano di riconoscere il suo "accingersi", sulle strisce e non con il verde semaforico, sarebbe auspicabile.
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本田 シービーアール1000アールアール ファイアーブレード

Ultima modifica di Zel; 14-10-2016 a 16:02
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