25/10 GIORNO 4 CHEFCHAOUEN – KETAMA – FES
Sveglia non si sa a che ora, è arrivata l’ora legale e se chiedi ognuno ti dice un’ora diversa. Scopro che alle 8 sono già in strada a fare foto al paese deserto. Ripercorro il giro di ieri ma con la macchina fotografica.

Ho rivisto il finlandese con la moglie francese conosciuto in nave e le strade cominciano ad animarsi. Al ritorno i miei soci si stanno muovendo, tutti a far colazione nella piazza alta. Qui la colazione è uno spettacolo a due soldi (come ogni cosa, del resto).
Torniamo in camera a domare il casino maestoso che regna sovrano e dopo un po’ vinciamo, eccoci uscire con tutti i bagagli (sono il più carico perché la mia moto non ha borse e devo prendere tutto). Al parcheggio custodito carichiamo e ripartiamo, sono già provato dal facchinaggio.
Rifornimento di benzina, anche qui grande soddisfazione per l’economia, e ci lanciamo verso Est fino a Ketama, è una strada di montagna che sale fino a 1600m e scende tra le foreste di querce da sughero rivestono i monti del Rif. Evitiamo il paese, centro di smistamento della produzione locale di hashish e affini e puntiamo diretti verso Taounate dove dovremmo separarci. Peccato che, salendo più in alto, tra pinete e cedraie entriamo nella nebbia. La foresta di cedri è poco visibile, in compenso c’è un venditore di hashish ad ogni albero che costeggia la strada.

A 30km da Ketama ci fermiamo a pranzare, Alessandro e Sigfried mi fanno un pressing per proseguire con loro, io vorrei andare verso Nador e il confine algerino, ma alla fine cedo alla buona compagnia e decido di stare con loro fino a Fes. Pranziamo a suon di spiedini e costine d’agnello marinate, olive e una salsa di pomodoro che fa evaporare il cestino del pane, tutto questo mentre un indigeno si siede con noi e cerca di venderci l’immancabile prodotto locale...il fumo.
Riprendiamo la rotta scendendo dalle montagne, non ho spazio per muovermi sulla sella di cemento della mia moto da enduro e il dolore al sedere è notevole. Entriamo in Fes che sta facendo buio e arriviammo nei pressi della Porta Blu della medina senza grandi problemi, Ale conosce dal viaggio precedente un garage per le moto e un Riad per noi. Ci fermiamo davanti al garage nel traffico esagerato dell’ora di punta e alla conta manca Sigg. Si scatena una caccia all’uomo telefonica e poi in strada, era con noi fino all’ultimo ma non ci ha visti girare al garage, mezz’ora e riusciamo a riunirci. Contrattiamo serratamente per il prezzo col pirata che gestisce il garage e stracarichi entriamo nella medina a caccia di una stanza. Anche qui la ressa è notevole ma in poco tempo ci sistemiamo al riad Taryana, bello e prezzo ragionevole.

The di benvenuto, doccia dovuta dopo aver stravolto la stanza con le nostre mercanzie, Sigg è finito sul soppalco, e lasciamo la stanza per andare a cena.
Piccolo giro, Tajina di pollo limone e mandorle e passeggiata serale digestiva, al rientro ci accordiamo per una visita quidata al suq domani alle 10.
Oggi 283 km tot. 550 km
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26/10 GIORNO 5 FES
Colazione super nella hall dell’albergo, succo d’arancia, caffetteria, crepe marocchina, burro, marmellata, miele, formaggio spengono eventuali ansie dietetiche. Ci facciamo un sacco di risate, peccato perdere questi compagni nei prossimi giorni, si sta veramente bene.

Alle 10 arriva puntuale la nostra guida, che ci scarrozza nella medina per quattro ore spiegandoci la storia, le tradizioni ed il funzionamento del quartiere antico. Ci mostra i vari settori artigianali e commerciali che radunano le differenti professioni, portandoci dai suoi amici a vedere pelletteria, tappeti, metalli cesellati, antiquariato, spezie, profumi e cosmetici su cui capitolo ecc.ecc.
E’ interessante il viaggio dei sensi che, dall’olfatto all’udito alla vista sono influenzati dal cambiamento del settore, si va dagli odori insopportabili del trattamento delle pelli e tintura ai profumi inebrianti dei cosmetici, dal chiasso assordante dei fabbri e cesellatori a l silenzio delle moschee, dal grigio polveroso delle vecchie dimore abbandonat ai colori sgargianti delle botteghe di fili di seta, tessuti e frutta.

Tornati al riad ci compriamo frutta mista nelle varie botteghe dei vicoli attorno e ci sediamo al tavolino da bistrot nella sala decorata di maioliche dove abbiamo fatto colazione.

Pomeriggio di bighellonaggio nei souq, facciamo chilomertri e ci perdiamo senza problemi. Ritorno lunghissimo e cena nello stesso ristorante di ieri.
La sera prima di dormire un po’ di pianificazione, per me verso Ovest, per gli altri verso Sud; Ale prova ancora a trascinarmi con loro, ma questa volta non cedo, andrò a Tangeri.
Oggi 0 km tot. 550 km
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