24 agosto 2014 domenica
Il settimo giorno Dio si riposò, noi pure, niente sveglia puntata, leggiamo fino a che siamo comodi poi torniamo a Hjelmeland dal benzinaio a comprare biscotti e sorbirci due agognati caffè. Poi, per esplorare la zona invertiamo la rotta ed andiamo a Tau, da un altro benzinaio col minimarket più fornito, quindi vai di pane e confezione famiglia di salame. Quivi incontriamo un motociclista spagnolo che ha viaggiato per 15 nazioni in 15 giorni! Scambiamo due chiacchiere, facciamo il pieno e torniamo in casetta a leggere. Dopo cena, dato che oggi la pioggia non ci ha fatto sentire la sua mancanza, passeggiamo nel prato dietro casa ammirando l'ennesimo arcobaleno, cui faccio un congruo reportage fotografico.
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25 agosto 2014 lunedì
Oggi è il grande giorno, si va alla conquista del Preikestolen, quindi preparazione adeguata con colazione abbondante e scarico moto. Percorriamo i 50 km che ci separano dal parcheggio, dove la sosta si paga con carta di credito ed i tagliandini vanno lasciati sulle moto, la qual cosa ci preoccupa, non tanto per un eventuale furto quanto per la pioggia che potrebbe sbiadirli. In ogni caso portiamo con noi solo l'indispensabile, chiudiamo le moto e ci avviamo lungo questo percorso decisamente vario: salite ripide di sassi enormi, passerelle in mezzo ad acquitrini, letti di ruscelli, pietroni pianeggianti che fiancheggiano burroni o laghetti, tutto sapientemente mescolato da Madre Natura. Il paesaggio, ovviamente, è spettacolare anche se il meteo non ci assiste: sul versante opposto del burrone, un lago più in alto genera un fiumicello che alimenta un altro laghetto più in basso, dal quale l'acqua scende a valle buttandosi nel fiordo mediante un'alta cascata. Uno squarcio di sole fa apparire l'arcobaleno, qui pare quasi una magia, e, dato che non piove ci mettiamo sottovento su un sasso comodo a mangiare i panini. Poi torna la pioggia accompagnata da una nebbia che si taglia col coltello. La mancanza di panorama mi demoralizza, rallento e il Mennaro va avanti, mi siedo a riposare fino a che lui non mi chiama, mancano 3 minuti di cammino per arrivare al Pulpito, mi faccio coraggio e vado. La pietra è invasa di gente anche se non si vede l'acqua del fiordo sottostante, non oso immaginare che paglione ci sarebbe stato, se ci fosse stato il sole. Anche se potremmo essere sull'argine del Po, facciamo le foto ricordo, poi ci incamminiamo in senso inverso. Cerco un angolo nascosto in cui fare pipì, solo che finisco in un acquitrino e mi bagno tutte le scarpe, che con la camminata si sono già tutte rotte. La ciliegina sulla torta è la pioggia a dirotto, siamo bagnati ovunque tranne testa e torso, sento le gocce colarmi giù per le gambe, vestirmi da acqua per fare 50 km non mi prende bene. Una volta giù ci infiliamo nel bar dell'ostello, dove mangiamo una vera torta buonissima con caffè caldo, seduti comodi, cercando di sgocciolare il meno possibile, anche se qui probabilmente ci sono abituati. Prima di partire facciamo una puntatina in bagno, dove però io mi fermo un bel po' per asciugare i vestiti col fon asciugamani. Lungo la strada facciamo una sosta in un minimarket poi finalmente a casa per stendere i panni e riposare. Le mie scarpe hanno terminato oggi la propria vita.
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26 agosto 2014 martedì
Stamani c'è un cielo così azzurro e soleggiato che ci sentiamo proprio presi in giro dal meteo norvegese. Dopo colazione fotografiamo Hoiland Gard, la tenuta in cui abbiamo trascorso le ultime tre notti, nel cui prato sono apparse due mucche diffidenti. Dopo aver caricato le moto, percorriamo un pezzetto di strada verso Hjelmeland per fotografare 5 fiordi in una volta, poi ci invertiamo la rotta ed andiamo verso Stavanger. Oggi ci imbarchiamo sull'ultimo traghetto e attendiamo per l'ultima volta la “ledebil”, la safetycar dei lavori in corso. Ci accorgiamo di essere in zona Stavanger per via del traffico aumentato in modo esponenziale, inoltre le aziende si susseguono l'un l'altra a fianco della tangenziale. Seguo il navigatore con un po' di fatica, per controllare dove vado, cercare di non farmi stirare e soprattutto di vedere il Mennaro negli specchietti. Obiettivo raggiunto, se poi avessimo fatto quei 200 m in più, avremmo anche parcheggiato nel parcheggio per moto in cui sostammo nel 2008. Il centro di Stavanger è carinissimo, in una via le case sono tutte colorate a contrasto, vorrei abitarvi. Nell'attesa dell'orario di partenza del traghetto, passeggiamo in lungo ed in largo per Stavanger, per le mie finanze è un disastro, mi limito ad entrare nei negozi di design, cercando articoli introvabili in Italia senza svenarmi. Per pranzo ordiniamo due Caesar salat al Mcdonalds, che è invaso da studenti, qui non fanno vacanze di tre mesi come da noi. In un'ultima sessione di shopping compro un paio di calzetti di Moods of Norway, col logo del trattore disegnato, poi ci avviamo verso il porto, tuffandoci nel traffico della città. In tangenziale seguo i cartelli e non il navigatore, così arriviamo diretti all'imbarco, siamo in anticipo di un paio d'ore, in modo tale da rilassarci in cabina. Peccato che, per la legge di Murphy sulle file, siamo nella coda più lenta, un polacco blocca tutti ma alla fine ce la facciamo. Sulla nave cerchiamo di legare le moto, in qualche modo ci riusciamo ma, non avendo il pavimento tanti anelli, la procedura si complica, inoltre le corde hanno un gancio solo: ma come vogliono legare le moto questi danesi della Fjordline? Coi nodi da marinaio, se ciao, noi non siam mica marinai. In ogni caso le assicuriamo al pavimento in qualche modo ed andiamo in cabina, non è una bomboniera come quella della Colorline ma è bella e soprattutto è più spaziosa. Nei negozi della nave acquistiamo acqua e cioccolate, usando le poche corone in contanti che ho racimolato restituendo le bottiglie vuote nei supermercati, scopro così che le monete da mezza corona sono fuori corso. Per cena abbiamo ancora panini al salame ma è l'ultima volta.
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27 agosto 2014 mercoledì
Oggi è Santo Antipattinamento ASC. Dopo la sveglia del capitano, la colazione e il carico delle moto, parto sul pavimento della nave bagnato e i 109 Cv di Windy mi fanno scodare vistosamente, tanto che penso “alè sono in terra”, invece piano piano scendo ringraziando il santo del giorno. Appena sbarcati ad Hirtshals (DK), cerchiamo un distributore, solo che mi rimbalza la carta di credito, brutto segno. Almeno la colonnina dell'aria compressa funziona ed è veramente avveniristica: prima digiti quanti bar vuoi, poi gonfi, bellissima. Entriamo in autostrada, dove più volte sorpassiamo i trasporti eccezionali, costituiti da eliche per l'energia eolica: vederle in funzione non rende l'idea delle dimensioni come superarle in autostrada, saranno lunghe 20 m almeno. Il resto della strada scorre senza grandi intoppi; per la sosta pranzo ci fermiamo in Germania, presso un autohof enorme in cui c'è anche un negozio della Hein Gericke, interessanti un paio di scarpe da moto. Continuiamo la strada verso Lubecca, che per essere una grande città è poco trafficata. Arriviamo davanti al Tourist Information, dove prenotiamo un hotel vicino al centro, un costoso Radisson ****. Scarichiamo le moto e, con solo il V-Strom, andiamo da Louis, ritrovo dei motociclisti locali. Dopo che Mennaro ha fatto i suoi acquisti, torniamo in hotel, dove lui rimane ed io mi cambio per fiondarmi in centro a vedere qualche vetrina. Alle 19:00 abbiamo appuntamento sotto alle due torri coi cappelli neri da strega, sede della Lega Anseatica, per andare a cena. La scelta del ristorante si riduce a due opzioni, o la cantina del municipio o la casa della piazza: la scelta ricade sul primo, dove ordino cotoletta con patate alla Holsteiner, cucinate con dadini di cipolla e pancetta, ottimo ed abbondante, me lo finisce il Mennaro, ovviamente. Il difetto di questo ristorante è la lentezza nel servire da bere, che con delle portate così saporite potrebbe costituire un problema. Dopo cena passeggiamo un poco in centro, salutiamo il diavoletto della chiesa ed andiamo a letto.
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28 agosto 2014 giovedì
Stamattina, dopo una bella colazione, ce ne andiamo in centro a fare shopping, ieri sera da Karstad ho notato delle torce da testa che potrebbero interessare al Mennaro. Per me invece, nel negozio di fronte, ho trovato delle scarpe adatte al matrimonio di un nostro amico che costano una sciocchezza, apre alle 10:00, quindi conviene attendere piuttosto che scappare all'outlet durante la settimana lavorativa. Il negozio ha appena aperto ma c'è già la coda delle clienti, incredibile. Provo, compro poi ci rechiamo presso le moto, già cariche e cerchiamo una soluzione intelligente per stivare la scatola da scarpe: legata sulla sella del passeggero, dentro una sporta come protezione dalla pioggia. Alle 11:00 lasciamo la città anseatica, alla volta di Amburgo; in autostrada oggi niente eliche ma un elicottero nella corsia opposta alla nostra, a causa di un incidente stradale degno di Cobra 11. I lavori in corso che ci hanno tormentato all'andata, continuano anche ora, dato che non si può attraversare HH, usciamo dall'autostrada e percorriamo un po' di statale, dove segnamo il punto GPS di una Gasthaus interessante, poi rientriamo in autostrada più avanti. Da qui in poi il viaggio scorre senza grossi intoppi, a parte la mia carta di credito definitivamente esaurita. Arriviamo a 50 km da Würzburg, in zona Bad Kissingen, dove usciamo dall'autostrada per cercare da dormire, usando il database del Nüvi. Il primo hotel è un 4 stelle, pertanto ne cerchiamo un altro con lo stesso sistema ma ne noto uno tipico bavarese, così entro a chiedere, il prezzo è giusto, l'atmosfera di più, il parcheggio c'è, promosso. Ci piace così tanto che restiamo qui anche per cenare, non che in paese ci fosse molta scelta, lo notiamo anche dal fatto che questo locale è il ritrovo serale degli indigeni ricorda in po' la Gasthaus Schiller, nell'altro angolo della Baviera. Per cena io ordino spezzatino di filetti di maiale con panna, funghi e Spätzle saltati in padella, Mennaro invece bistecca di angus con peperoni e patatine, tutto veramente buono. Dopo cena, per digerire non c'è niente di meglio che una passeggiata per il paese, molto tranquillo e tipicamente bavarese, con le sue case a graticcio.
29 agosto 2014 venerdì
Le nuvole non guastano la nostra luculliana colazione bavarese, dopo di che “nutriamo” anche le motorette, chiedendo aiuto al Nüvi. Il nostro rientro prosegue, fortunatamente evitando il traffico di Monaco, in quanto deviamo verso sud-ovest. Per pranzo vorremmo fermarci in Austria ma la prima area di servizio è murata, così facciamo impazzire gli operatori telefonici, che ci mandano sms “benvenuto in Austria” e “benvenuto in Germania” a nastro, dal momento che entriamo ed usciamo da quelle nazioni 4-5 volte, prima di trovare un benzinaio che ci ispiri, o meglio senza code. Siamo nella zona dei Castelli di Ludwig, infatti ripassiamo anche da Füssen, ma qui non c'è mai il sole? Da Reutte, dove pranziamo, ci incartiamo discretamente per andare a Garmisch Partenkirchen senza fare il Fern Pass però ce la facciamo. Questa zona è bellissima, fondovalli e montagne fanno da cornice ad una strada che invita ad aprirci. In paese c'è l'imbarazzo della scelta di Gasthaus a 4 stelle, noi finiamo da un affittacamere in fondo al paese, un filibustiere tedesco che parla italiano, infatti ci racconta un bel po' di avventure e di dimenticanze di clienti tipo iphone, navigatori, laptop o nonne! La stanza è uno scantinato riadattato, arredato in stile bavarese come si conviene nell'omonimo Länder. Ci consiglia un ristorante per la cena ed un Bäckerei/fornaio per la colazione, dato che non è compresa nel prezzo. Ci incamminiamo verso il centro, un paio di veicoli parcheggiati lungo la strada attirano la nostra attenzione, un piccolo Unimog in vendita ed un R90S TT rauchsilber (grigio sfumato) senza cupolino che mi pregava di adottarla, ho fatto fatica a lasciarla lì, poverina. Facciamo una passeggiata lungo la zona pedonale, per quanto riguarda il ristorante decidiamo autonomamente, finendo per ordinare stinco e filetto al pepe verde in un locale tipico, rimanendo molto soddisfatti. Ciò che non ci soddisfa per niente, anzi, ci contraria proprio, è il rumore che proviene dall'esterno: piove che dio la manda. La cosa peggiore di tutte è che ombrello, impermeabili e cappello da pescatore sono in camera, così rimaniamo ad attendere che spiova, per fortuna non dobbiamo attendere molto.
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30 agosto 2014 sabato
Ultimo giorno di viaggio, questo ci toglie fretta nell'andare a fare colazione dal fornaio. Quando entriamo in negozio, resto senza parole e mi guardo attorno cercando qualcosa da mangiare nella miriade di tipi di pane e dolciumi esposti ed appena sfornati. Due paste a testa, caffè e cappuccino, ci sediamo sugli sgabelli e mangiamo osservando le altre persone in coda entrate dopo di noi. Espletato questo piacevole dovere, torniamo alla Gasthaus a caricare le moto e ci avviamo verso sud attraversando Garmisch Partenkirchen, che è decisamente una città e non un paese, come appare attraversandolo superficialmente. Per arrivare al Brennero passiamo dalla Mittenwald e da Innsbrück ed entriamo in autostrada a Fortezza, con la promessa che prima o poi la visiteremo.