08-06-14 domenica
Per il rientro a Cuzco decidiamo di attraversare le Ande in un'altra zona, rispetto all’andata e quindi raggiungere il lago Titicaca il più direttamente possibile da Tacna. In succcessione ci sarebbero i paesi di Tarata, Mazo Cruz e poi Llave, da dove prendendo la 3S si andrebbe poi a Puno e Cuzco. In un paio di giorni possiamo comodamente raggiungere Puno, usare il 10 per il lago e poi tutto il giorno 11 per rientrare a Cuzco…tra il dire e il fare
Prima di uscire da Tacna ci imbattiamo in una lezione collettiva di aerobica per over 70: davvero ben fatta
[YT]http://www.youtube.com/watch?v=zib1IXlXkik[/YT]
Il negozio di dolci si rivela irresistibile per P.
Uscendo appare Tacna dall’alto e poi attraversiamo i quartieri diciamo “popolari”
I “manifesti elettorali” del posto
Incontriamo una pattuglia di 2 poliziotti: fanno 3 giorni di servizio e 3 di riposo in questa zona, dove davvero non c’è da annoiarsi. Narcotraffico, contrabbandieri, auto e moto rubate ecc… Con una sola moto devono fare avanti e indietro per le montagne
Abbastanza velocemente raggiungiamo Tarata: tantissimo verde sulle montagne
Niente distributore: tanica + imbuto
Pausa pranzo col plato del dia
Finalmente riesce la foto 2+2= 2 bikers + 2 somarelli
Il fondo stradale inizia ad essere malmesso: strano, la mia straprecisa cartina la indicava come strada principale di comunicazione
Forse la mia è una carta stradale che vede nel futuro: questa diventerà una strada di grande comunicazione
Dopo 60 km viene un dubbio legittimo, non ci siamo con la cartina e nemmeno ci aiuta Google Maps. Arriva la conferma di 2 operai che guardando la mappa confermano che siamo proprio in una direzione sbagliata. Non ho ancora capito quale. Non ci resta che tornare indietro.
Per questo ho chiamato questo giorno Il giorno del criceto, che corre e corre ma poi è sempre allo stesso punto.
A Tarata troviamo posto all’Hostal Don Daniel: ci simao solo noi. Appoggimao i bagagli e usciamo a mangiare. Nella piazza centrale troviamo qualcosa
Va a sapere cos’è
Torniamo all’hostal e vediamo la porta chiusa: beh, è normale, sono le 9 di sera e il ristorante non lavora in questo periodo, quindi è stato chiuso l’ingresso. Bussiamo al portone…manca il campanello. Bussa e ribussa: niente tutto buio. Chiama e bussa: nada. Passa della gente e ci fanno cenno di continuare. Iniziamo a valutare l’ipotesi di sfondare la porta. Dopo 20 minuti una signora mi indica l’angolo dell’edificio, poi capisco , la proprietaria e suo marito dormono in una stanza lontna dalla strada. Giro l’angolo e giù pugni e chiama da un'altra porta. Alla fine ci vengono ad aprire. La nostra camera è perfettamente areata, data la presenza di buchi nel tetto di lamiera.
P. si raggomitola nel sacco a pelo, mentre io prendo 3 coperte supplementari, poi decido per la doccia. Bagno all’aperto nel cortile interno e doccia fredda: stavolta è impegnativa perché si vede il vapore del respiro. Procedendo a pezzi, lavo un braccio poi l’altro , una gamba poi l’altra: si anche in mezzo alle gambe procedo uno alla volta. Torno in camera e nudo mi avvolgo in una coperta di lana: perfetto arriva il caldo.