Sabato 2 Maggio 2014
Il cielo e' coperto quando ci alziamo, ma per ora non piove.
Alle 8,30 incontriamo Valter sullo Stradun e insieme andiamo a fare colazione nel caffè storico della città vecchia. Alle 9,30 inforchiamo le moto per lasciare la città.
Il traffico caotico e' complicato dalla presenza in porto di due "Grandi navi" da crociera una Costa e una MSC che hanno riversato verso il centro migliaia di turisti su centinaia di pullman. In breve perdiamo il contatto. Ritroverò Valter sul ponte sospeso che attraversa la Dubrovaka ma di Rino e Gianfranco non c'è traccia. Proseguiamo verso Ston e il confine bosniaco ma riusciremo a riunirci solo al primo distributore, dopo una 50ina di km. Il confine bosniaco di Neum e' particolarmente trafficato per il weekend e i controlli più attenti. Le moto le fanno passare comunque senza documenti, forse ci considerano in genere "brava gente". A mezzogiorno raggiungiamo la pianura alluvionare della Neretva, con i suoi agrumeti a perdita d'occhio, merito del particolare microclima, e il susseguirsi, lungo la strada di banchetti che vendono arance.
Comincia a piovere, un acquerugiola leggera e fastidiosa che ci accompagnerà fino a Spalato. Proseguiamo con maggiore attenzione. L'asfalto e' in gran parte nuovo ma ci sono ancora vecchi pezzi sdrucciolevoli e numerosi lavori in corso con tratti anche sterrati. Impieghiamo un paio d'ore per percorrere i 100 km. che ci separano da Spalato e alle 14,00, parcheggiamo in centro davanti all'ingresso della città vecchia. Questa e' stata ricavata dai resti del palazzo imperiale di Diocleziano e lascia senza parole i miei amici che non l'avevano ancora visitata. Ci inerpichiamo sulla ripida scaletta che sale in cima al campanile della cattedrale ricavata dal mausoleo dell'imperatore. 15 kune per provare l'ebbrezza di salire "a proprio rischio e pericolo" una stretta scaletta in ferro senza protezioni, aperta sul vuoto. Forse non il massimo per chi soffre di vertigini ma il panorama e' imperdibile.
Dopo una visita alla città ci rifugiamo al ristorante "Nostromo" situato nell'edificio della pescheria vecchia.
Ordiniamo un antipasto freddo di pesce e dei "dondoli" alla buzara per seguire con una frittata con scampi e tartufi mentre Gianfranco ripiega sul brodo di pesce. Tre bottiglie di Zlathina bianco, fresco e aromatico, ci aiutano a mandar giù il tutto, assieme a caffè e nocino della casa. Pagato il conto (1080 kune) raggiungiamo le moto per riprendere il viaggio. Lasciare il parcheggio e' un affare complicato dal traffico e anche questa volta ci perdiamo di vista. Abbiamo programmato di percorrere la statale Magistrala fino a Sebenico e così mi adeguo. Piove e fa freddo per cui, arrivato a Trau'-Trogir, non vedendo nessuno decido di arrivare prima e imbocco l'autostrada per Zara. Non c'è traffico, l'asfalto drena bene e posso spingere la moto, tanto da non sentire la pioggia e asciugarmi un poco. Alle 18,00 sono già a Scardona-Skradin, un paesino sul fiume Cherca-Krka da dove partono i battelli per le visite al Parco Nazionale delle cascate. Mi siedo in piazza, a un tavolino del caffè sul lungo fiume odoroso di tigli e attendo gli amici con un bel the nero bollente al miele. Mi tocca aspettare più di un ora ma finalmente arrivano.
In paese c'è l'arrivo di un rally automobilistico e hotel e affittacamere sono affollati. Dobbiamo faticare un po' per trovare un alloggio e alla fine ci rassegniamo a trovarne tre camere da una parte e una da un altra. Io vado da una arzilla signora dalla quale avevo dormito anche lo scorso maggio. 200 kune per una tripla uso singolo con bagno esterno, non eccezionale ma per una notte può andare.
Alle 20,30 ci troviamo per la cena. Abbiamo in programma un menù leggero, un piatto di prosciutto dalmata e un bicchiere di vino, magari nella storica osteria di Mate, ora gestita dai nipoti del nostro indimenticato amico.
Purtroppo è già chiusa, siamo ancora fuori stagione e così, visto che piove a catinelle, siamo costretti a ripiegare su uno dei pochi locali aperti, il migliore del luogo, il ristorante "Zlatne Skolje" vicino al campanile. Ordiniamo (per stare sul leggero), un carpaccio di coda di rospo e una frittura mista di pesciolini, gamberetti, calamaretti e seppioline mignon, e un insalata. Purtroppo il bianco locale "Debit" e' ottimo e una bottiglia tira l'altra. La cameriera/sommelier, bionda e prosperosa, dopo averci rimpinzato di mandorle dolci tostate, che stimolano la sete, ci spinge ad assaggiare le palacinke "wine chateaux" vanto della casa (veramente ottime) che si portano dietro una bottiglia di moscato dolce da dessert. Il caffè e un assortimento di grappe fatte in casa, alla rosa, alle giuggiole e all'arancia amara chiudono la serata.
Il conto, per colpa (o merito) dei vini e' abbastanza corposo (1900 kune) ma ce ne andiamo a letto comunque contenti (e un po' brilli)
Chilometri percorsi 340
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Yamaha X-City 350
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