Nel parco del Gran Sasso, come in molti altri parchi nazionali che ho avuto l’occasione di visitare, è pieno di cartelli che invitano al rispetto della natura e riportano una sintesi dei divieti più importanti, come: raccogliere fiori, accendere fuochi, disturbare la fauna, accedere con mezzi a motore sui prati, asportare pietre o sassi..
I parchi nazionali sono patrimonio dello stato, e quindi di tutti noi. Per i danni contro il patrimonio dello stato è previsto il penale. Tutto nella norma quindi. Se ci sono delle regole, per evitare tutte le complicazioni del caso, basta rispettarle. E’ semplice.
Vuoi fare la foto sulla collinetta? Ti sposti di 10 km oltre i confini del parco e al massimo te la devi vedere col forcone del contadino incacchiato perché gli pesti il pascolo.
Volendo entrare nello specifico, penso che ai tre “furbini” che hanno “spinto” in salita su quel prato 200 e passa kg. di moto, gli è andata di lusso. Ecco cosa ne penso. Perché non sarebbe la prima volta, proprio da queste parti, che i mezzi vengono sequestrati, con gli agenti chiedono l’intervento di un carro attrezzi che si porta via le motociclette.
Un caro amico abruzzese, che diversi anni fa in una situazione simile decise di “far valere i suoi diritti”, ha potuto riavere il suo Cota 247 solo a conclusione del processo, durato circa 6 anni, e dopo aver pagato multa, danni e spese processuali .
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