Discussione: Gibuti-Etiopia-Sudan
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Vecchio 20-01-2014, 16:31   #23
poz960
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Verso l’ora di pranzo torniamo in Hotel e nel primo pomeriggio riprendiamo le moto per dirigersi verso la prossima tappa “Gondar”che posta a 2300 mt slm è stata la vecchia capitale e con i suoi castelli viene chiamata la Camelot d’Africa.La strada costeggia per un tratto il lago e poi pian piano si arrampica verso le montagne con paesaggi veramente stupendi …difficile persare di essere in Africa. Arriviamo ormai all’imbrunire ,il giorno dopo è dedicato alla visita dei castelli e dopo pranzo con le moto saliamo in cima al passo sopra la città 3500mt per goderci un panorama mozzafiato.

Gondar è la 'vecchia capitale' imperiale di Etiopia e della provincia storica del Begemder. Abitualmente ci si si riferisce alla provincia di Begemder chiamandola 'la provincia di Gondar'. La città è situata a nord del Lago Tana, sulle rive del fiume Angereb ed a sud-ovest delle Montagne Simien. La Gondar moderna è una popolare attrazione turistica grazie alle pittoresche rovine nell'area della Cittadella Reale, da cui in passato gli Imperatori esercitavano il loro potere. La città è anche un centro di studi religiosi assai rispettato della Chiesa ortodossa Etiope, molti fedeli si recano ai Bagni di Fasilide per celebrare Timket: l'Epifania per la Chiesa ortodossa Etiope.
Tratto dal web




























































Ok,andiamo a dormire per prepararci il giorno dopo a scendere verso il confine del Sudan, arriviamo ad una malconcia frontiere dove passiamo ben 6 ore per andare oltre, mentre aspettiamo facciamo felici alcuni bambini con le nostre matite colorate.


















la strada nel tratto di frontiera peggiora e passando attraverso il Dinder NationalPark che altro non è che una zona di sabbia e arbusti mangiati dalle innumerevoli caprette .






Arriviamo infine ormai a buio nella modesta cittadina di Gedaref pranziamo in una polleria locale e alloggiamo in un modestissimo Hotel locale .






Il mattino dopo partiamo all’alba consapevoli del fatto che dobbiamo fare 600 km fino alla prossima tappa che è Menroe, il paesaggio è molto cambiato ,non ci sono più le montagne ma immense distese di deserto che passano da un grigio ad un giallo paglierino fino a diventare quasi arancio ,tutto molto suggestivo.
Verso l’ora di pranzo lungo la strada noto un posto carino per pranzare ,ci fermiamo il gestore meravigliato ci accoglie con grandi feste ,qua non sono abituati ai turisti ci sediamo e chiediamo un pasto di carne di pecora ,notiamo la cucina all’aperto ma molto pulita anche se la carne è lì come la vedete,poco prima che arrivino le pietanze arriva anche il pane appena sfornato e mantenuto caldo posandolo sopra il tetto dell’auto.

















Ripreso il viaggio arriviamo a Meroe all’imbrunire ,il nostro posto per dormire è un campo tendato che per arrivarci dobbiamo fare un pezzo di pista di sabbia per qualche km,tolto il controllo di trazione scendiamo il passeggero per alcuni tratti dove si affonda veramente tanto ,passare sulla sabbia con una moto come la mia è veramente dura,fortuna che alcuni tratti la sabbia era dura e potevamo andare anche in 2.













Spossati mangiamo un boccone ed andiamo a dormire ,fuori soffia un bel vento che fa smuovere e fischiare tutte le fessure della tenda ma siamo talmente stanche che non ci facciamo caso.
Il mattino dopo all’alba ci dirigiamo attraverso mezzora di deserto a piedi verso le Piramidi Nubiane di Meroe sito della nostra prossima visita.
Meroe fu cimitero reale per 600 anni. Per i materiali usati e la tecnica di costruzione le piramidi si sono preservate fino ad oggi. Tutte le tombe di Meroe sono state saccheggiate, soprattutto dal cacciatore di tesori Giuseppe Ferlini che nel 1834 mandò in frantumi le cime di 40 piramidi, trovo solo un nascondiglio di oggetti d’oro oggi esposti a Berlino e Monaco.
Attiva per 600 anni, conta infatti alcune centinaia di piramidi, la maggior concentrazione al mondo di questo tipo di monumento funerario (l'Egitto arriva in tutto a 120), parecchie decine giunte fino a noi in buono o discreto stato di conservazione, nonostante le depredazioni antiche e recenti subite da parte di cercatori di tesori. Bisogna subito dire che le piramidi meroitiche sono molto diverse dalle più celebri consorelle egizie: assai più recenti, parecchiopiù piccole (alte non più di 10-20 metri) ma anche più aguzze e svettanti, hanno pareti inclinate di 70° (contro i 40°-50° delle egiziane), ed erano ancora in costruzione quando quelle egizie erano già in rovina. Quelle nubiane poi non contengono al loro interno la camera funeraria, perché faraoni, regine (le potenti Candaci) e principi venivano sepolti al di sotto con i loro ricchi corredi e, a volte, in compagnia di concubine, dignitari, schiavi e animali. Sul davanti invece, presentano un tempietto quadrato con le pareti istoriate da bassorilievi narranti le gesta del defunto.
Tratto dal web

Dal campo si vedono in lontananza le cime delle piramidi ,ci si arriva attraverso il deserto e man mano che ci avviciniamo sotto una fredda brezza di vento che solleva la sabbia sopra la superficie delle dune ,ci rendiamo conto della immane bellezza di questo luogo incantato in mezzo alle dune del deserto,peraltro abbandonato a se stesso senza nessuno che lo controlli .



















Dopo un oretta di visita torniamo al campo per prepararsi alla prossima tappa attraverso il deserto del Bayuda e arrivare nella zona delle quarta cataratta a Karima ai piedi del Jebel Barkal, una altro luogo magico e legato alle dinastie dei faraoni neri dal 1500 avanti al 400 dopo Cristo.
Passiamo attraverso questo deserto per circa 300 km senza trovare assolutamente niente solo ogni tanto queste capanne dove si può prendere dell’ottimo tè insieme agli esterrefatti Sudanesi che ci guardano stupiti.

















Arriviamo attraversando il Nilo nel tardo pomeriggio a Karima e subito ci immortaliamo con le piramidi sul fondo,dopodiché troviamo il nostro hotel per dormire .Le piramidi di Karima si trovano ai piedi del Jebel Berkel ,un alto promontorio dove dalla cima si può ammirare le splendide piramidi ,il tempio di Amon ormai ridotto a pochi rest ed il Nilo .Confesso che la salita al Gebel Berckel non l’abbiamo fatta ormai spossati abbiamo preferito approfittare del bellissimo lodge per riprendere fiato .




Il giorno dopo di buon ora ci accingiamo ad affrontare gli ultimi 550 km che percorreremo lungo le sponde del Nilo blu in parte e poi attraverso il deserto che ci porterà a Khartoum dove si incrociano il Nilo blu ed il Nilo Bianco formando il grande Nilo.Tappa finale del viaggio dove poi imbarcheremo le moto.























Arrivati a Khartoum alloggiamo in un ottimo hotel anche se tenevano l’aria condizionata a palla, cosicché ho riportato a casa un bel mal di gola e raffreddore .
Il giorno dopo visita alla Città che francamente non ha molto da offrire ai pochi turisti ,pittoresco il vecchio mercato ed un po’ di vita quotidiana nella vecchia città.


























Il giorno dopo consegnamo le moto all’importatore per caricarle sul container ed aspettiamo l’ora per imbarcarsi sull’aereoplano verso l’Italia.





Il viaggio è finito ed adesso a casa mentre guardo le foto faccio mente locale e penso ha cosa mi ha colpito più intensamente in questo viaggio ….sicuramente il Vulcano Erta Ale con tutta la sua potenza ,le chiese dell’Lalibela le piramidi di Menroe, le persone comuni incontrate lungo la strada,






















ma al di sopra di tutto questo la cosa che mi rimarrà più impressa saranno loro….













































Si i bambini , lungo tutto il viaggio ci hanno accompagnato con i loro sorrisi ,la loro gioia i loro applausi per invitarti a fermarsi i, a loro manca assolutamente tutto,non avete idea la felicità dei loro occhi quando regalate anche la cosa più stupida ,noi personalmente abbiamo portato molte matite colorate e penne ma consiglio ha chi si dirigerà da queste parti in futuro di portarsi dietro un bagaglio di vestiti da donare perche spesso ,molto spesso non hanno niente da indossare.
Spero di essere stato esaudente nel mio racconto che come spesso ho premesso , non sono un buon narratore e scusate gli eventuali errori di ortografia ,francamente non mi sono messo a spulciare tutto il racconto per correggerlo ,già così ci vuole un sacco di tempo ,nel complesso cerco solo di riportare esperienze vissute e spero di poterne portare ancora altre.
Grazie a tutti.
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Meglio non guardare dove si va che andare solo fino a dove si vede.
Carlo Michelstaeder

Ultima modifica di poz960; 21-01-2014 a 14:52
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