Discussione: Il mio Iran in moto
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Vecchio 02-11-2013, 14:56   #6
alemanga
Mukkista in erba
 
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La mattina saluto Isfahan e le sue coppie che sorridono dentro le macchine scassate, le donne che ti guardano dritto in faccia indossando veli colorati e più stretti e che fasciano il corpo in modo più femminile. Punto verso i monti Zagros, in particolare verso una zona molto selvaggia nei pressi di Chelger. Lungo la strada, superate le cittadine, s’incontrano villaggi di nomadi, si sale fino al punto in cui s’intravedono le nevi sulle cime. Montagne cosi possenti le ho viste solo nel Caucaso.
Qualche brivido quando mi fermo a chiedere informazioni a un soldato di fronte ad una caserma. Questo in tutta risposta mi chiede il passaporto e se ne va dentro. Dopo trenta minuti di domande a cui non ho risposte, fotografie intorno alla moto per tutti i soldati che nel frattempo sono usciti a curiosare, risate e prese per il culo, finalmente quando cominciavo a preoccuparmi sul serio, sbuca il passaporto.
Riparto direzione Shiraz. Purtroppo la LP mi frega: pensavo si attraversare i Zagros in strade deserte e isolate, mentre invece percorro si una strada splendida ma piena di traffico pesante e auto che corrono come pazzi. Non riesco ad arrivare a destinazione e sono costretto a fermarmi, anche a causa della pioggia che comincia a cadere, a Yasui (l’asfalto iraniano con la pioggia è terribile, come correre sul sapone!). La cittadina non sembra molto invitante. Circondata dalle montagne, ha una traffico terrificante nel centro, impiego molto tempo e fatica a percorre la strada principale, incastrato tra le macchine: rischio la pelle in continuazione. Decido di allontanarmi e raggiungere un hotel fuori città su di una altura, di cui ho inserito waypoint sul GPS. Finisco nella catena degli hotel gestiti dallo stato, il Tourist Inn. Mettono a disposizione delle villette bifamigliari molto spaziose, disposte su due livelli e dotate di aria condizionata. Tra le villette la reception e un ristorante enorme. L’aria nell’insieme è un po’ sinistra, stile hotel di “Shining”. Appena entro il guardiano mi ferma e scorta verso la reception. Qui trovo un vero fenomeno, che appena mi vede alza gli occhi al cielo e dice che non parla inglese! A parte questa frase non spiaccica una parola! Avrà una trentina d’anni, viso simpaticissimo: incredibile che faccia quel mestiere senza la conoscenza dell’inglese. Comincia una faticosa pantomina di gesti, foglietti, scenette e prove d’attore varie, il tutto, dopo il mio stupore iniziale, condito da risate da lacrime agli occhi, pacche sulle spalle e abbracci: è davvero uno fuso di testa! La temperatura è fresca, la doccia pure e la cena terribile, soprattutto dopo aver avuto la brillante idea di visitare le cucine per indicare cosa volevo mangiare. Li trovo il cuoco e il cameriere, cioè i due tizi che stavano stravaccati sull’erba quando sono entrato nel parcheggio.
L’amico della reception mi molla solo per la doccia, tutto il resto del tempo mi sta addosso, fino a presentarsi a cena con un libro in mano, dal titolo Inglese per Turisti. Risate fino a tardi.
La mattina dopo colazione vado a ritirare il passaporto prima di partire e non trovo il mio compagno della serata ma una ragazza molto carina e sveglia. A forza di chiacchiere parto con la chiave della camera in tasca: ora è parte dei cimeli di viaggio.

Foto 485 - 525

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Ultima modifica di alemanga; 02-11-2013 a 22:03
alemanga non è in linea   Rispondi quotando