Quote:
Originariamente inviata da sim2
la moto ideale per girare il mondo ?
non esiste !
tutte possono essere buone e tutte non .
quel che essenziale per girare il mondo in moto e affrontare ogni situazione è la "condizione mentale" .
basta leggersi i report di momo20. grande 
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Questo è un dato di fatto che affermo da sempre...
Mi autocito con questa parte di articolo già pubblicato (il resto lo trovate sul mio sito)
La preparazione più importante, ancor prima del mezzo, è quella relativa al conducente. L’errore che molti commettono è di non valutare l’impatto emotivo con realtà differenti da quelle nostrane. Diamo per scontato, ingenuamente, che tutto il mondo è paese, pensando, o nel peggiore dei casi pretendendo, di trovare ovunque gli standard di vita a cui siamo abituati. Ciò, purtroppo non solo per noi, non corrisponde al vero e in alcuni casi genera malumori, con la pericolosa prospettiva di rovinare un’esperienza altrimenti positiva. In Asia ed in Africa, così come in America Latina, il tempo ha un peso specifico relativo, nonché un valore differente, e le dinamiche sociali, siano esse pubbliche o private, ne riflettono l’essenza. A certe latitudini il “Take it easy” sembra essere il comun denominatore della vita di tutti i giorni. Dalla Siberia al Senegal, dall’Indonesia alla Bolivia, le lancette dell’orologio avanzano pigramente nello spazio, accompagnando senza fretta le azioni di ognuno. Certo, sono parole vergate da chi possiede un’esperienza pregressa, di chi ha già impattato contro questo ostacolo invisibile ma reale, concreto, e diciamo, a volte, un po fastidioso. Il passo da fare, seppur non automatico, è uno solo: lasciare a casa, oltre a parenti, amici, lavoro e quant’altro, le comodità e i rituali di tutti i giorni. Anche i pregiudizi sono un bagaglio non indispensabile se si affrontano per la prima volta rotte “esotiche”. Sovente alcune realtà corrispondono ben poco alle immagini proiettate in occidente, capaci di generare pareri distorti su quel dato paese. Quando si varca una frontiera extracontinentale lo si dovrebbe fare non solo fisicamente: il “pago quindi esigo” ha sovranità limitata a quelle aree dove è presente un’offerta ricettiva “à la page”. La determinazione nel voler compiere un viaggio impegnativo verso terre lontane è utile, ma occorre rimappare la propria “centralina” con un programma più elastico, capace di assorbire i colpi emotivi di un ritardo, di un guasto, di un intoppo burocratico, di un disagio ambientale. In soldoni, serve mettersi nell’ordine delle idee che viaggiare con le proprie abitudini non sempre è possibile. In fondo stiamo entrando in “casa” di qualcun’altro, e non è detto che l’abbiano arredata con i mobili di Ikea…