Io volevo la VESPA. E non il Pk uscito in quegli anni, ma la Special, il sogno di ogni quattordicenne di allora. Ma i miei non me la volevano prendere, la giudicavano insicura, con quelle ruotine piccole...
Poi un giorno, tornato dalle vacanze, mio padre si inventò una scusa per farmi andare a prendere una cosa in garage. Sollevai il portone e lui era lì: una gomma a terra da sistemare, un colore che non mi piaceva per niente (azzurrino slavato) ma riuscì a conquistarmi lo stesso. A 14 anni, qualsiasi due ruote motorizzate sotto il culo sono la libertà.
Ci giravo con in testa un casco integrale enorme (il jet era da sfigati, al tempo), in estate e inverno, pioggia o sole.
Un giorno mi venne voglia di dare un po' di brio al cinquantino e un mio amico - io di motori non capivo niente allora come oggi - disse "ci penso io": mi montò una Proma. Effettivamente andava più forte ma dopo due giorni grippò. Naturalmente a 10 km da casa, fatti tutti a bicicletta con bestemmioni ogni 50 metri e a ogni cavalcavia.
Il meccanico mi chiese 120.000 lire per la rettifica: ritirai il Ciao, partii per andare a fare miscela, e via di gas al massimo (tra l'altro era freddissimo anche fuori, mi pare febbraio). Rigrippato dopo nemmeno 1 km. Non me l'aveva detto nessuno che dovevo fare il rodaggio!
Il Ciao oggi non c'è più. I miei l'avevano prestato al marito della badante di mia nonna per gli spostamenti cittadini. Poi un giorno ho chiesto che fine avesse fatto e ho scoperto che se lo sono portati in Ucraina, senza nemmeno chiederlo.
Un thread nostalgico, non c'è che dire, ma mi ha fatto ripensare a tanti bei momenti.