ok riporto intanto le prime tappe che Daniela ha un po' sistemato, il resto sono ancora più che altro appunti.... appena hanno una forma presentabile continuo, scusate gli errori!
Sabato 3 agosto 2013…finalmente si parte! ( Km. 300 )
Dopo tanta attesa ci siamo, le ferie sono arrivate! Le scorse settimane sono state pesanti al lavoro e siamo arrivati piuttosto stanchi fisicamente e psicologicamente, quest'anno si è aggiunto anche il pensiero di dover sistemare Rudy in pensione x la prima volta. Non mi piace affatto l'idea ma non posso fare altrimenti.
Ho preso tutto??? Assicurazioni varie…medicinali…e quante cose inutili avrò preso??? Le solite domande pre-partenza, che stress!
Partiamo verso le 9.30 da Carpi, il traghetto ci aspetta ad Ancona e salperà alle 14 in direzione Igoumeniza, Grecia.
Neanche a dirlo colonna di macchine già da Campogalliano…facciamo quasi tutto il viaggio zizzagando tra colonna e corsia d'emergenza, l'unico modo x arrivare in tempo! In fondo questo fa parte dei vantaggi del viaggiare in moto!
Il viaggio in nave procede bene se non consideriamo l'aria condizionata fastidiosamente alta e la notte passata a dormire su una poltrona..d'altra parte per risparmiare si fa questo ed altro! Arriviamo ad Igoumenitza alle 9 circa di domenica.
Una foto alla nave e vía che si parte verso Istanbul, abbiamo tanti km davanti!
Domenica 4 agosto: in viaggio vs Isanbul ( Km. 906 )Dopo 17 ore di nave e 12 di moto, sotto il caldo cocente dei 40 gradi pomeridiani e l'ora e mezza persa inutilmente alla frontiera salutiamo la Grecia e arriviamo in Turchia e ad Istanbul verso le 21. Ci basta poco x capire l'imponenza di questa città che ci accoglie ormai già all'imbrunire. Le luci dei grattacieli e il caos di macchine che frecciano sulle larghe strade ci circondano per parecchi km e poi eccolo, lo stretto del Bosforo che tanto avevamo osservato sulla cartina adesso è li davanti ai ns occhi! Affascinante. Dobbiamo cercare un hotel, è tardi, questa città sembra infinita. Ci fermiamo un attimo x capire dove poter andare e neppure il tempo di aprire la cartina che un ragazzo molto gentile interrompe la sua cena con amici per venire ad aiutarci ( la guida aveva ragione! ) Ci parla in Inglese e chiede dove vogliamo andare, Simo indica sulla cartina la parte antica di Sultanamet vicino alla Moschea Blu e a Santa Sophia che vorremmo visitare, in qualche modo capiamo il suo inglese e segiuamo le indicazioni e poco dopo arriviamo a destinazione! Gli hotel non mancano, ce n'è x tutti i gusti e tasche. Dopo qualche valutazione ci fermiamo al Raymond Hotel (60 euro/notte), parcheggiamo la moto davanti all'ingresso dove due ragazzi gentili ci accolgono con un gran sorriso e ci portano vs la ns prima stanza Turca. La camera è piccola ma ha tutto ciò che serve x le due notti che passeremo qua.
Primo giretto serale a cercare qualcosa di commestibile x il ns stomaco affamato e anche in questo caso la scelta è ampia. Ci piace l idea di cenare in questi tipici locali con tavolini all'aperto che fanno a gara x accalappiarti!
Un insalata e un hamburger al Sultan Restaurant, una passeggiata veloce per il quartiere e torniamo in hotel, sono in maglietta e jeans ma ho un po freddo…strano! Finalmente un letto comodo che ci aspetta dopo tanti km!
Lunedi 5 agosto: Istanbul ( Km. 0 )
Ci dicono che il lunedì Santa Sofia è chiusa ( la ns solita fortuna! ) così ci soffermiamo a visitare la Moschea Blu e chiassoso centro di Sultamanet ricco di moschee ed edifici storici…per poi finire inghiottiti dal caos del Gran Bazaar dove facciamo anche qualche acquisto dopo una lunga contrattazione! Un bel paio di orecchini x me, un cappello di paglia che potrebbe tornarmi utile x affrontare il caldo dell'entroterra turca e una maglietta ricordo x Simo! Pranziamo con un kebab in un localino tipico con terrazze e tavolini in strada a Eminonu, qualche foto al corno d'oro sul ponte di Galata e poi ci concediamo un bel giro in battello per ammirare da vicino lo stretto sul Bosforo e cominciare ad abituarci ai volti, agli odori e al chiasso di questo paese! Sul molo preparano a bordo di imbarcazioni dei panini con il pesce, balik ekmek, tipici di Istanbul ma che noi decidiamo di non sentire, è tardi e la puzza di pesce ci stona.
Alla sera ceniamo in un buon ristorante vicino all'hotel anche se la guida sconsiglia la zona. Un branzino, dei gamberetti in un pasticcio di formaggio e funghi e dei calamari fritti in compania di un micio randagio che ha apprezzato un po' il nostro pesce: tutto al prezzo di…..
Martedi 6 agosto: Istanbul - Amasya ( Km. 760 )
Salutiamo Istanbul di prima mattina e verso le 8.30, dopo una ricca e ottima colazione consumata su un tavolo praticamente in strada come usa qua, siamo già in sella in direzione Amasya, abbiamo davanti 760 km. Troviamo facilmente le indicazioni per il ponte sul Bosforo e finalmente passiamo dall'Europa all'Asia e dalla Tracia all'Anatolia! Affrontiamo per la prima volta l'autostrada, senza pagare perché non troviamo la carta prepagata HGS, nei caselli non ci sono sbarre ma solo fotocamere e allarmi…decidiamo di rischiare e di scoprire poi se arriverà la multa! L'autostrada ci annoia non poco, dopo 250 Km finisce ma al termine dell'autostrada sbagliamo lo svincolo e allunghiamo di 60 Km! La strada (E80) è molto scorrevole. Ci fermiamo a far benzina e avvistiamo due bellissimi cuccioli randagi ( purtroppo ce ne sono tanti! ). Una carezza ai due giocherelloni ( uno dei due purtroppo ha un occhietto piuttosto malato ) e con la voglia di portarli con noi li salutiamo e si riparte.
Il clima è mite anche grazie alle montagne che attraversiamo. Arriviamo in tardo pomeriggio ad Amasya una fiabesca cittadina costruita sulle sponde di un fiume a nord del quale sorgono file di case ottomane che al calar del sole si illuminano dal verde all'azzurro al rosso creando un effetto davvero straordinario. Al di sopra delle case sono scavate imponenti tombe
nella parete di roccia. Dopo una breve perlustrazione ci fermiamo all'economico Confort Palace Hotel sulla chiassosa strada a sud del fiume ( 60 lt = 23 euro ). La camera e il personale non sono per nulla accoglienti ma a queste cifre non possiamo pretendere granché! Posiamo i bagagli e facciamo una passeggiata lungo il fiume e scattiamo qualche foto al panorama che merita. Dopo una tribolata doccia nel bagno alquanto sgangherato decidiamo di seguire il consiglio della guida e ceniamo allo Strabon Restaurant con terrazza sul fiume. L'ambiente si presenta subito bene, molto caratteristico, ma il servizio e le stranezze del "cameriere moviola" ci fanno ridere e ci lasciano perplessi. Con delusione, dopo varie richieste ( che fatica spiegarsi se nessuno parla inglese! ) ordiniamo le uniche 2 portate rimaste dal ricco menu e nel frattempo veniamo "innaffiati" dall'acqua che scorre giù dalle scale vs i ns piedi grazie alla signora che dal piano sopra, senza tanti problemi, fa straboccare dai vasi delle piante. Finiamo abbastanza velocemente la ns cena e fatichiamo anche a trovare la carta giusta per pagare. La guida questa volta ha consigliato male! Giretto in notturna tra le luci suggestive delle case ottomane e per le vie di Amasya dove, tra gli sguardi incuriositi della gente non abituata a vedere stranieri, mi compro in una sorta di mercatino un paio di calze più pesanti x le prox tappe di montagna. Notiamo anche una piccola folla davanti alla vetrina di un negozio di elettrodomestici chiuso che guarda sullo schermo di una delle tv in vendita una partita di calcio gustandosi il classico Chay ( the Turco ) occupando quasi tutta la larghezza della strada. Questa cosa ci fa sorridere non poco. Torniamo all'hotel e la mattina dopo ripartiamo senza la colazione promessa. Alla recepiton non c'era più il signore del giorno prima ma un altro che ci accoglie sdraiato sul divano…probabilmente abbiamo interrotto il suo sonno!
Mercoledi 7 agosto: Amasya - Ezurum ( Km. 545 )
Partiamo di prima mattina questa volta senza colazione in direzione Eruzum per Km. 545.
Entriamo finalmente nel cuore dell'Anatolia, posti tutt'ora poco frequentati dal turismo internazionale e paesaggi ignorati dalle comitive. La strada comincia a salire e in alcuni punti tocca i 2000 mt e il paesaggio è un continuo susseguirsi di aride montagne e gialli altopiani interrotti da lunghe strisce verdi ricche di vegetazione grazie alla presenza di un corso d'acqua che ci accompagna per diversi km. Un villaggio dopo l'altro e nessun altro turista…ci rendiamo presto conto di essere gli unici europei tanto da attirare spesso gli sguardi curiosi della gente su di noi e sulla ns moto. Nelle aree di sosta notiamo che al parcheggio c'è sempre un addetto a lavare macchine/pullman o qualunque mezzo sosti. Capiamo presto che è un servizio gratuito che fanno in tutti gli autogrill. Cominciamo a gustarci i primi toast quasi sempre farciti solo con formaggio e il classico chay servito in tipici bicchierini di vetro. Arriviamo ad Ezurum e veniamo subito inghiottiti dal traffico senza regole dove i clacson sono gli unici mezzi usati x aprirsi un varco e farsi strada. Ci fermiamo davanti ad un hotel consigliato dalla guida che ci spara un prezzo troppo alto, proviamo a contrattare ma questa volta nulla da fare così ci spostiamo di qualche metro lungo la stessa via e ne troviamo un altro alla ns portata. Il … hotel ci accetta alla modica cifra di 50 lt con colazione ( contro i 150 dell altro sicuramente più bello ma decisamente più turistico! ). Ovviamente non si parla inglese ma con carta, penna, calcolatrice e frasario turco della ns guida riusciamo a comunicare! Il contratto del prezzo è diventata ormai una missione anche se in certi casi ci rendiamo conto che ci facciamo compatire x pochi euro…ma in lt sembrano molto di più! La stanza è piccola e la porta del bagno fatica a chiudersi quando si è seduti sul wc… x non parlare degli arredi anni 60 e la moquette ovunque ma la gentilezza dei due signori in recepiton ( probabilmente padre e figlio ) e la cifra spesa ci fanno apprezzare cmq il posto. Degustiamo la ns cena in una tavola calda lungo le stradine affollate del centro. Ci accolgono con gentilezza e ci servono velocemente un ottima zuppa rossa ( la tipica corba ) e degli spiedini di carne. Un viavai di camerieri frettolosi che sparecchiano velocemente i tavoli ci fa capire che siamo un po in ritardo rispetto ai loro orari o che forse noi Italiani amiamo prolungare troppo le ns cene a differenza loro. Decidiamo quindi di alzarci e farci un giro per le vie del centro. La maggior parte dei ristoranti e chioschetti di Kebab infatti è già chiusa, in compenso le vetrine dei barbieri pullulano di gente in attesa di un taglio di capelli o di una rasata di barba, molti negozietti di cianfrusaglie compresa una lavanderia sono aperti e le strade sono invase di piccoli tavolini e sgabellini occupati da uomini che chiacchierano e bevono the. Capitiamo nel vero centro della città. Una bellissima moschea al centro della piazza colma di gente che ci guarda come al solito incuriosita. Decidiamo di mescolarci tra la folla e di sederci in uno dei tanti chioschetti che servono the ma Simo fatica a sedersi tanto sono bassi questi tavoli/sgabelli! Per strada notiamo vari signori che si fanno pulire e lucidare le scarpe dagli scarpolini ambulanti.

macchina del chay!
Giovedì 8 agosto: Ezurum - Kars ( Km. 360 )
Oggi entriamo nel vivo del viaggio dopo le lunghe tratte di trasferimento, ci aspettano pochi km e strade secondarie attraverso la scenografica regione montagnosa delle Valli Georgiane chiamate così perché un tempo facevano parte del regno medievale della Georgia come dimostrano numerose chiese e castelli. Da Ezurum percorriamo la strada 950 in direzione Yusufeli che ci porta alla Cattedrale Georgiana di Oskvank dove troviamo un gruppo di bimbi che giocano a calcio ed un anziano signore ci accolgono con allegria e si concedono a qualche foto ricordo. La giornata continua alla ricerca di Castelli arroccati e Chiese in rovina e sostiamo al lago e alle cascate di Tortum, dove gustiamo dopo una lunga attesa un tipico piatto Turco chiamato Melemem. Prima di arrivare però sbagliamo strada e ci addentriamo in una valle, rigorosamente su strada sterrata, e attraversiamo piccoli paesini di montagna. Ultima deviazione x altra Chiesa consigliata dalla guida e sbagliamo ancora strada che ci porta in quota da dove possiamo ammirare le montagne circostanti e gustarci per un attimo un insolito silenzio e una sensazione di pace totale.
Giriamo la moto e con difficoltà a causa delle indicazioni poco chiare riusciamo a raggiungere la Chiesa di Ishan Kilesi purtroppo chiusa per restauro. Due chiacchiere veloci in inglese con due bambini del paese e torniamo di nuovo in sella. Restiamo comunque soddisfatti dell'avventura offroad che ci ha regalato scenari davvero magnifici.
Si sta facendo tardi e acceleriamo il passo verso Kars, lasciamo così gole e canyon per arrivare su ventosi altopiani verdi. Il paesaggio è quello caratteristico della steppa e la quota raggiunta di 2400 mt s.l.m. fa precipitare la temperatura. Ci vestiamo con la poca roba pesante a disposizione e scendiamo verso Kars dove ormai stanchi ci fermiamo al Gran Ani Hotel ( 4 stelle ). Dopo una lunga contrattazione concludiamo per la cifra di 140 euro x due notti. La sera ceniamo nell unico Kebabbaro ( i Turco Kebabci ) aperto alle 21 e restiamo pienamente soddisfatti, ottimo piatto di spiedini x me e zuppa e riso per Simo.
Gli alcolici qua sono difficilmente reperibili. Solo acqua e bibite. Per poter bere una birra dovremo attendere ancora a lungo.
Venerdi 9 agosto: Rovine di Ani ( Km. 160 )
Il Muazzin ci sveglia alle 4 con la sua preghiera…ci metto un po x riprendere sonno e alle 7.30 suona la sveglia. Con calma ci prepariamo e facciamo colazione in compagnia di 3 signori Italiani dall'accento veneto che ci danno qualche dritta sui posti da visitare. Oggi il programma prevede la visita alle rovine di Ani, antica capitale Armena, a 40 km da qua.
Inutile dire che quello che ci troviamo davanti va ben oltre alle nostre aspettative. Ci perdiamo a fare foto per oltre 3 ore e mezzo. E' stupefacente. Relitti di edifici in pietra alla deriva in un mare di prati ondulati proprio a ridosso del confine Armeno/Turco costituito da un Canyon con un grosso fiume. La sensazione è quella di essere tornati indietro nel tempo.
Fa caldo ma non c'è tanta gente…o forse è lo spazio ampio e aperto che ci da questa sensazione.
Salutiamo Ani e le sue rovine e proseguiamo con i consigli delle guida alla ricerca di antiche chiese con nomi assurdi!
Le indicazioni ci sono ma poi spariscono e ci troviamo costretti come spesso in precedenza a dover chiedere alla gente del posto che non parla inglese e capirsi è davvero dura! Della chiesa neanche l'ombra ma i ns occhi si perdono tra km di stradine sterrate, pascoli e un cielo azzurrissimo! Scattiamo le ultime foto prima che le batterie si muoiano del tutto. Purtroppo non bastano mai!
Rinunciamo a cercare la Chiesa e decidiamo di tornare vs Kars. Andiamo piano lungo una delle tante stradine di ghiaia in mezzo al nulla. Da lontano vediamo un bambino che corre vs di noi…pensiamo subito che voglia chiederci dei soldi come quelli incrociati ad Ani. Proseguiamo a rilento mentre lui continua a correre verso la strada. Ci fermiamo? Andiamo? Vorrei guardare se ho qualche moneta nel portafogli…poverino si sta facendo dei km per raggiungerci. Ci fermiamo. Non è un bambino come sembrava da lontano, avrà su e giù 12/13 anni. Pantaloni lunghi, un paio di scarpe vecchie e una camicia a m/m a quadretti che scopre braccia magre e scure arse dal sole. Ha quei baffetti tipici da mezzo ometto. Ci guarda serio e incuriosito blaterando parole incomprensibili. Gli facciamo capire che non comprendiamo la sua lingua e gli chiediamo se parla inglese. Dice "Ani" e ci fa segno con la mano x indicarci la direzione. Non vuole soldi, è corso vs di noi per darci indicazioni e sicuramente x vederci più da vicino. In Inglese gli chiediamo come si chiama e ci risponde "Mohamed. Gli stringo la mano e gli dico il mio nome, Simo altrettanto e gli spieghiamo che veniamo dall' Italia, lui ci guarda, guarda la moto e resta immobile li in piedi davanti a noi col suo bastone da pastore e le sue scarpe vecchie. Lo ingraziamo e lo salutiamo con un cenno, lui contraccambia e poi si gira correndo di nuovo vs le sue mucche e la sua terra. Vorrei scattare una foto a Mohammed ma la macchina è scarica e il cell si è bloccato…che rabbia!!!
Il gesto di quel ragazzino che si fa quella lunga corsa x raggiungerci mi commuove profondamente e mi fa riflettere tanto. Avrei voluto parlare e sapere molto di più di lui. Mi ha fatto tanta tenerezza e come una bambina mi rattristo e piango in silenzio x non aver immortalato quel volto e il ricordo di quel gesto tanto gentile.
Arriviamo in Hotel, stanchi ma pienamente soddisfatti di questa giornata. Il tempo di una doccia e di preparaci e son già le 21 passate. Anche stasera fa freschino, usciamo con la felpa ma quasi non mi basta.
Torniamo dal nostro amico al Kebabci per un altra zappetta calda che non ci delude nemmeno stavolta.
Rientriamo in hotel e salutiamo Kars.
Sabato 10 agosto: Kars - Dogubayazit ( Km. 285 )
Percorriamo la strada più veloce verso Dogubayazit che si sviluppa lungo il confine armeno e sotto le pendici del Biblico Monte Ararat ( Agri Dagi , 5137 mt ) che x colpa di troppe nuvole non ci mostra la sua alta cima..un vero peccato! Prima di arrivare in città avvistiamo un bellissimo nido di Cicogna e fotografiamo l'indicazione x l'IRAN poi cerchiamo una comoda sistemazione in centro optando per l'hotel Ishak Palace a 70 lt. Anche qua i cani randagi sono tanti e la Moschea è molto vicina. Sistemiamo i bagagli e partiamo per la visita imperdibile del Ishak Pasa situato in una magnifica posizione a 6 km a sud est della città su un piccolo altipiano dai fianchi scoscesi che guarda il Monte Ararat al di là delle verdi pianure dell'Anatolia.
All'uscita del palazzo fortemente restaurato incontriamo per la prima volta una coppia di motociclisti Italiani che notano per primi la ns moto e ci salutano. Ci fermiamo a chiacchierare per una buona mezz'or con Ulisse e Daniela dì Pesaro al loro secondo viaggio in Turchia su Ktm 990 Adv. Salutiamo i ns connazionali dopo essere stati assaliti da un gruppo di Turisti Turchi che scesi a massa da un pulmino ci fotografano e ci stringono le mani calorosamente. Una signora, la prima a venirci incontro, mi sorride e mi pizzica le guance in modo insistente! Questa cosa mi fa molto ridere!
Saliamo al parcheggio superiore x una foto panoramica quando Simo viene invitato da una famiglia Turca intenta a fare un pic-nic ad unisi a loro x assaggiare il loro pranzo. Ringrazia rifiutando ma insistono animatamente e chiamano anche me che attendevo sulla moto. Pranziamo con loro sedendoci sul loro tappeto senza scarpe e mangiamo le alette di pollo più buone delle storia! Anche un cesto di ottimo pane e la tipica insalatona tipica turca ricca di peperoni non mancano. cerchiamo di comunicare in qualche modo con loro che continuano a parlarci in Turco. Sono molto gentili e ci invitano continuamente a mangiare! Ci servono le alette ustionanti direttamente dalla griglia e ci ritroviamo in un attimo unti e con le dita ustionate…ci scappa da ridere ma sono davvero buone! Riusciamo a capire un po i nomi e l'età dei loro 3 figli ( 10 - 8 - 4 ) e lei ci chiede se siamo sposati. Simo gli fa segno di no dicendo " più avanti" e loro ridono! Scattiamo due foto, una ce la facciamo fare insieme da un altro turista e ci facciamo scrivere il loro indirizzo x spedirgli la foto. Ringraziamo queste persone davvero gentili e proseguiamo il ns tour.
Rincontriamo sulla strada Ulisse e Daniela raccontandogli del ns pranzo speciale e decidono di seguirci per la visita al presunto sito dell'Arca di Noè. Visitiamo il piccolo museo fotografico e storico sugli scavi gestito dal simpatico Signor Hassan che con orgoglio ci mostra un vecchio articolo di giornale che riporta il suo nome. Foto di rito con Hassan e i ns compagni su Ktm e giù dritti alla frontiera iraniana per la visita di un cratere creato dalla caduta di un meteorite. Torniamo vs l hotel dandoci appuntamento x cenare insieme ad Ulisse e Daniela. Cena a base di Pida al formaggio e agnello e chiacchiere su viaggi lontani in moto. Ci convincono ad allungare x Sanliurfa verso il confine Siriano indicandoci un buon hotel e ci scambiamo le mail, salutiamo e andiamo a letto…il ns viaggio continua e domattina la sveglia suonerà presto.
Domenica 11 agosto: Dogubayatiz - Diyarbakir ( Km. 555 )
Sfruttiamo il tempo migliore per scattare qualche altra foto alla cima dell'Ararat nei pressi di un villaggio dove 3 bambini ci corrono incontro e salgono sulla moto. Continuiamo vs sud lungo il confine Iraniano per arrivare al Lago di Van dove il clima è molto piacevole e l'acqua è di un azzurro intenso quasi fluorescente. Superato Tatvan decidiamo di proseguire fino a Diyarkibir dove il clima subisce un cambio repentino e arriva a toccare i 43 gradi. Ci fermiamo lungo la strada per toglierci le giacche, fa tr caldo. Dei bimbi e delle donne intente a fare un picnic ( è sempre ora di mangiare e di sgrigliare x i Turchi ) si fermano a salutarci, scambiamo 2 parole in Inglese con il bimbo più grande ( i bambini sono gli unici a sapere qualche parola ) e affascinato dalla moto Simo gli fa accenno di schiacciare il tasto di accensione e li salutiamo. Siamo in pieno Kurdistan. Il caldo ci obbliga a fare più soste per bere acqua fresca e ne approfittiamo x scattare qualche foto ai caffè che pullulano di uomini che bevono Chay e giocano a black gamon su piccoli tavoli. Quando ci ferimamo l'attenzione è tutta su di noi e la ns moto e senza neanche accorgercene davanti all'ennesimo the ci troviamo in mezzo ad una trattativa di scambio tra la nostra moto e un pick-up. Non ci sembrava un buon affare e abbiamo rifiutato!!!

la trattativa!