Sul fatto che determinati comportamenti sulla strada debbano essere fermati, non ci piove. Ma questo deve essere fatto con sistemi di "caccia selettiva" e non di "pesca a strascico".
Quelli che vanno su quelle strade con moto straelaborate, con tute con saponette consumate, vantandosi di averle consumate sulle statali, con marmitte che sono dei tubi vuoti, per cui i limiti sono solo numeri senza senso, vanno fermati, e severamente sanzionati.
Ma troviamo inaccettabile che per fare questo si debbano usare metodi che poi colpiscono anche i motociclisti (poiché quelli che ho menzionato prima, per me non sono motociclisti).
Creare ad arte situazioni che inducano in infrazione, trovo sia una situazione indegna di un Paese che vuole essere civile. Analoga a quanto avveniva con i T-red. Di motivazioni per sanzionare quei personaggi ce ne sono a iosa, senza dovere creare situazioni particolari.
Basta fare posti di blocco, con regolarità, dove si controllano le moto e si sanzionano quelle elaborate in modo esagerato o con targhe rivolte verso i satelliti. Già così si otterrebbe qualcosa di molto concreto.
Dire che è una campagna per la sicurezza, è falso: chi vuole correre, ed è abbastanza furbo, va su altre strade. Chi non è furbo, resta sulle stesse strade. Certo, ci sono meno morti, ma anche perchè chi vuole correre ha le strade più libere.
Accettare questi metodi per una zona di Italia, vuole dire che poi li potranno mettere anche in altre zone. E alla fine fare i "trappoloni" diventerà una situazione consueta, come nei paesi del terzo mondo.
Cerchiamo di fare qualcosa, ne va della nostra Libertà. E parlo della Libertà di vivere la nostra passione nel rispetto delle Leggi, non del concetto distorto di libertà che hanno delle persone, che credono che "libertà" voglia dire potere fare quello che si vuole.
Marco Polli
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K1200LT "Enterprise II"
Socio fondatore del CIM
http://www.cim-fema.it
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