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Originariamente inviata da biwu
Sul discorso dei meriti di Galileo, può essere che in antichità questi concetti fossero già stati scoperti (penso anche al danno che l'Impero romano ha fatto all'umanità distruggendo la biblioteca di Alessandria), ma sicuramente è suo il merito di averti rielaborati e di averli diffusi e fatti accettare nel mondo moderno assieme ad una metodologia che è ancora alla base della scienza di oggi.
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Sicuramente. Però non bisogna dimenticare che la riscoperta del metodo scientifico avvene grazie allo studio delle poche opere ellenistiche che si erano salvate e che erano arrivete in occidente da pochissimo.
È dunque lecito domandarsi quanto tempo avremmo impiegato a riscoprire il metodo senza di quelle. Ci saremmo riusciti di nuovo? La risposta non è affatto scontata.
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Originariamente inviata da biwu
Un po' come la storia della scoperta dell'America, magari ci sono arrivati prima i vikinghi, ma è stato merito (o fortuna) di Colombo se la civiltà europea ne è venuta a conoscenza in modo definitivo.
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Che i vichinghi ci siano arrivati parrebbe un fatto assodato, visto che hanno lasciato tracce nel dna dei nativi americani, come scoperto assai di recente.
Ci sono però alcuni indizi che lasciano pensaro che l'America fosse raggiunta regolarmente in epoca classica, in particolar modo dai Cartaginesi prima, ma anche successivamente.
Per esempio, ci sono mosaici romani in cui compaiono frutti che somigliano assai agli ananas. Ma gli ananas non esistevano da questa parte del mondo: sono frutti delle americhe.
D'altra parte nelle americhe sono stati trovati giocattoli per bambini risalenti all'epoca ellenistica e romana che rappresentano carri con ruote, addirittura con i raggi. Ma le civiltà precolombiane non conoscevano la ruota e non avevano carri. Quindi è lecito domandarsi come potessero fabbricare giocattoli che rappresentavano oggetti che loro non conoscevano.
Nell'ambito di queste "speculazioni" si inserisce l'ultimo saggio di Lucio Russo, pubblicato pochi mesi fa. Mi permetto di illustrarlo.
Noi abbiamo la geografia di Tolomeo, che risale al II sec. d.C., nella quale sono riportate le coordinate di tantissimi luoghi geografici. Queste coordinate sono prese da opere risalenti ad epoca ellenistica (III-II sec. a.C. - Tolomeo lo dice espressamente), anche perché alla sua epoca gli strumenti per rilevare le longitudini non esistono più (le longitudini sono difficili da misurare, a differenza delle latitudini)! Però Tolomeo commette due errori sistematici notevolissimi. In primis, sottostima le dimensione della terra del 30% (questo perché assegna allo stadio, l'unità di misura, un valore completamente diverso da quello dato da Eratostene). In secundis perché è convinto che le coordinate più occidentali riportate nei lavori degli "antichi", quelle delle cosiddette Isole Fortunate, si riferiscono alle Canarie, che rappresentano la terra più occidentale a lui nota nella sua epoca. A causa di questi due errori, la geografia che ne risulta è completamente distorta.
Nel saggio Lucio Russo mostra che nel momento in cui si correggono gli errori sistematici commessi da Tolomeo, adoperando coordinate reali di luoghi noti in Europa e medioriente, e si corregge il dimetro della terra utilizzando quello determinato da Eratostene (che è sostanzialmente corretto), le coordinate delle Isole Fortunate vanno "magicamente" a cadere, con piccolissimo errore, sulle Antille Orientali! Inoltre, la descrizione delle Isole Fortunate di epoca ellenistica non descrive affatto un ambiente somigliante a quello delle Canarie, ma si adatta a pennello a quello delle Antille Orientali.
Tornando a Colombo, l'idea di raggiungere l'asia da occidente gli viene dallo studio della Geografia di Tolomeo. Ma Colombo è convinto di poter raggiungere l'Asia proprio perché Tolomeo sottostima le dimensioni della terra!