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Mukkista doc
Registrato dal: 01 Jun 2009
ubicazione: San Leo, ... ma di Villa Verucchio
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Marcello ci legge e non potendo replicare qui, sul suo forum scrive:
" Ho letto un topic “interessante” sul mio prossimo Giro del Mondo.
O meglio, sarebbe anche interessante se non fosse infestato da certi pregiudizi, grettezze mentali, invidie, incapacità di comprendere il diverso da sé, o anche semplicemente l’andare in moto diversamente da sé. In pratica è un piccolo campionario di come non dovrebbe essere il mondo motociclistico, dove dovrebbe esserci un po’ più non dico di solidarietà, ma almeno di apertura mentale.
Ma ormai ci sono abituato, tant’è che a volte mi chiedo se servano a qualcosa queste mie repliche. Poi mi dico che no, forse non servono a nulla, ma ancora mi diverto a evidenziare le contraddizioni in cui cadono tante persone che mi criticano.
Premesso; quello che sto per scrivere mi renderà forse ancora più antipatico a molti, ma non me ne frega niente: del giudizio di certa gente ho ormai imparato ad avere poca considerazione.
Ma ora basta con dichiarazioni generali e scendiamo nel particolare, per controbattere a quello che ho letto.
1) SKITO ha scritto:
<<non capirò mai i suoi viaggi “cronometrati” che senso hanno?! Se non credo puro spirito esibizionistico, bo?! Deve essere però, un “vezzo” di “certi” salentini (me escluso ) “pisciare a tempo” quando “si viaggia” è come andare in un posto in aereo, I Viaggi IN MOTO sono ben altra cosa”>>
Replica:
“Caro” SKITO, cercherò di non essere influenzato in questa mia risposta dalle fesserie che hai scritto in occasione del mio precedente viaggio (in Giappone: a proposito, guarda che ti ho dedicato quel libro : leggi la dedica, spero che non ti offenderai ). Certo che è difficile rispondere a certe affermazioni, per quanto sono inconsistenti. Ci provo, comunque.
Tu scrivi che i miei viaggi sono “cronometrati” e sono “puro spirito esibizionistico”. Singolare affermazione: perché mai i miei viaggi sarebbero cronometrati? Perché conosco esattamente quante ore sono stato in sella, quante ore con la moto in movimento, quanti km ho fatto, quanti litri di benzina ho consumato? E allora, che c’è di male, perché mai questo dovrebbe snaturare un viaggio in moto? Guarda che non è che io guidi con una mano mentre con l’altra maneggio un cronometro! ) Hanno inventato i gps, sai? E anche da un bel po’! Tu dov’eri? Rintanato nel tuo (nostro) Salento, a rosicare? )
I dati che ho citato, li calcola da solo il gps; con un programma adeguato, li riverso nel mio pc e in poco tempo ho tutti i dati che mi servono. Ma in viaggio io guido la moto, sai, o ti era sfuggito, non perdo ore a fare statistiche! )
E poi, comunque, una volta che i miei viaggi sono stati “cronometrati”, calcolati, analizzati, che cambia? Questo forse cambia l’essenza del viaggio? Se io ho viaggiato da Lecce a Vladivostok (che siano stati 13.500 km in 15 giorni, come faccio io, o 1.000 km in un mese, come fanno altri, cambia poco da questo punto di vista), cosa cambia se io conosco, una volta tornato a casa, centinaia di dati di quel viaggio, oltre ovviamente ad un bagaglio immenso di emozioni, esperienze, contatti umani, gratificazioni per la vista e tutti i miei altri 4 sensi? Oppure chi fa lo stesso percorso e poi, tornato a casa, non sa nemmeno quanti km ha percorso, ha fatto qualcosa di meglio, di più bello, di più importante, di più gratificante? Io credo di no. Io non disprezzo di viaggia senza riportar dietro alcun dato numerico, ma credo che sia io che lui il viaggio lo viviamo, lo gustiamo, lo godiamo intensamente, perché, in sella, sia io che lui viviamo le stesse emozioni e abbiamo le stesse esperienze.
Come vedi, qui è semplicemente una questione di apertura mentale, e mi dispiace che la tua ristrettezza di impedisca di comprenderlo. Ma c’è sempre speranza, chissà, forse ti ricredi. )
Quanto allo “spirito esibizionistico”, che dire? Se tu valuti gli altri prendendo come riferimento la povertà del tuo animo (quale traspare dalle tue astiose affermazioni) è perfettamente logico giungere a queste tue misere conclusioni. Certo: io viaggio per “puro spirito esibizionistico”, come tutti i motociclisti, non perché mi piace viaggiare in moto; io pubblico i miei report (gratis) sul mio sito e su alcuni forum per “puro spirito esibizionistico”, non per condividere esperienze; io rispondo a centinaia di richieste di informazioni su viaggi da fare per pure spirito esibizionistico, non per solidarietà tra motociclisti; io pubblico libri dai quali, se va bene, recupero solo le spese di pubblicazione, per “puro spirito esibizionistico”, per sete di guadagno, non per condividere e appagare sete di conoscenza e offrire letture interessanti di posti lontani e raggiunti in moto (come testimoniato da numerosi lettori).
Tu scrivi che “pisciare a tempo quando si viaggia è come andare in un posto in aereo”. Se per “pisciare a tempo” intendi avere un’idea almeno approssimativa dei tempi del viaggio, mi deludi proprio; perfino nell’astio e nell’invidia ci vorrebbe un minimo di intelligenza, che non traspare certo da questo tua inconsistente affermazione. Vedi, “caro” SKITO, io ho un lavoro e una famiglia, e non rinuncio e nessuno dei due per la moto. Io viaggio in moto solo durante le ferie, non ho mai chiesto un giorno di aspettativa. Solo per il Giro del Mondo ho dovuto chiedere 2 mesi di aspettativa (saranno un po’ meno se tutto andrà bene) perché le ferie non bastavano e a ottobre non posso usare le ferie dell’anno precedente.
Quindi non posso prendermi un tempo infinito per i miei viaggi. Non posso mollare tutto e partire un anno o dieci. Non posso. Forse non mi piacerebbe nemmeno, ma comunque non posso.
Quindi devo comunque prevedere quanto durerà il mio viaggio, altrimenti che faccio, dico al Direttore e a mia moglie: torno quando mi pare? Perderei (giustamente) lavoro e moglie.
Ma comunque, il semplice calcolare in anticipo i tempi del viaggio non vedo come possa in qualunque modo diminuire il valore o la bellezza o l’intensità o le emozioni del viaggio stesso. E’ proprio ridicolo affermare che, poiché io riesco a prevedere abbastanza precisamente i miei tempi, allora “piscio a tempo” e quindi i miei viaggi in moto sono “come andare in un posto in aereo”.
Ma poi, è proprio vero che io mi impongo delle tabelle di marcia cui non si può derogare, che queste tabelle ingabbiano il mio viaggio in moto, lo snaturano al punto che non è più un viaggio in moto, è un “pisciare a tempo”, come ridicolmente hai scritto?
No, anche in questo ti sbagli. Io viaggio libero: se mi va di fermarmi, mi fermo, se mi va di deviare, io devio, se mi va di accelerare, io accelero; la moto è libertà, il viaggio è libertà, anche il mio viaggio lo è.
Ma tu sputi sentenze senza capire, senza conoscere, senza esserti nemmeno prima bene informato, documentato. Come definiresti il mio Vladivostok-Lecce di due anni fa (di ritorno dal Giappone), il mio arrivare ai confini della Mongolia, con una moto tenuta insieme col nastro adesivo, il mio decidere improvviso di fare una “piccola deviazione” di 2.000 km tra le montagne dell’Altaj siberiano. E’ un “pisciare a tempo”? Una deviazione di 2.000 km in Siberia, non prevista nella tabella di marcia preparata, che mi impegna per tre giorni a zonzo tra le montagne e le foreste, fino al confine mongolo. Quindi non abbiamo un “pisciare a tempo”, no qui abbiamo proprio un pisciare fuori dal vasino: il tuo! Sei ridicolo; miserevolmente ridicolo. Mi fai proprio pena.
2) SKITO ha scritto (ancora lui; si vede che questo ragazzo ha classe, sì, proprio un talento naturale, nel dire stupidaggini :
“[quote: probabilmente si sente appagato anche nel riuscire a raggiungere la destinazione nei tempi programmati.] perchè non prendere un aereo allora )”
Replica.
“Carissimo” SKITO, perché? Allora proprio non hai capito niente? Questa invero non è una novità. 
Non prendo un aereo perché sono un motociclista! E’ tanto difficile da capire? Poveretto, non hai tutti i torti, probabilmente sì, è difficile da capire… per la tua piccola misera ristretta mente e soprattutto per il tuo ancor più misero e ristretto animo. Ma tant’è: se giudichi gli altri prendendo come riferimento te, facile giungere a certe conclusioni. 
E su questo punto, la mia replica può bastare.
3) SKITO ha scritto “non credo che gli interessi molto la destinazione fine a se stessa, ma (per esp) quanto tempo perde (nel "viaggio") per mangiare un panino,lavarsi le mani i denti, quanto pesal a moto dopo aver fatto queste "operazioni" e di quanto è scesa la media giornaliera, per aver preso una fettina di prosciutto in più! etc etc insomma bo!”
Replica.
Questa è da Olimpiadi… della scemenza” . Dire che sono più interessato a quelle cose (che non nego di documentare con precisione, tranne alcune che potevi anche risparmiarti di citare, nel tuo patetico tentativo di essere spiritoso, come la fettina di prosciutto), che alla destinazione, lascia solo un dubbio: ho a che fare con un idiota o una persona in mala fede? Poiché non ti conosco abbastanza, non escludo la possibilità che… tu sia entrambe le cose. 
4) SKITO ha scritto “I viaggi in moto hanno un significato (filosofico) in primis la libertà e non so quanto uno possa essere "mentalmente" libero se durante "il viaggio" è preso da 1000 numerini,statistiche e quant'altro!!! poi magari passa una bella gnocca e neanche se ne accorge”
Come ho già scritto prima, perdo proprio poco tempo in viaggio per i “numeri”; i calcoli li faccio a casa; se sei bene organizzato, hai esperienza e un po’ di intelligenza e pratica con la tecnologia, in viaggio puoi raccogliere molte informazioni in poco tempo e con poco impegno. È a casa che si elabora il tutto: il viaggio infatti il tempo è prezioso e serve per viaggiare, per fare esperienze, non conteggi.
Quanto alla bella gnocca, non so tu, ma io sono sposato. La bella gnocca la guardo, ci mancherebbe, ma non ci perdo tempo per “altro”.
5) SKITO ha scritto: Possono cambiare alcuni "concetti in un viaggio in moto, la moto che usi, le strade, i bagagli, la moglie, la meta! ma, la motivazione resta per il 99% dei viaggiatori la stessa, libertà e spazi aperti, il resto è solo frustrazione!!! “
Qui l’unico frustrato che vedo sei tu. Hai presente la favola di Esopo sulla volpe e l’uva?
6) Pacifico ha scritto: “Questi non sono viaggi... sono atti di forza (forza... tanto per dire)
Si fanno tutto il viaggio a pensare che non si rompa nulla, a macinare km, a guardare la media, mappe ecc... E' come fare una maratona, non guardi nulla e non pensi a nulla tranne che alla prestazione e ad arrivare nei tempi. “
Evviva! Cominciavo a temere che SKITO avesse l’esclusiva delle stronzate!
Caro il mio Pacifico. Un atto di forza? Interessante definizione. Maratona? Interessante 
Io quindi non guardo nulla e non penso a nulla “tranne che alla prestazione e ad arrivare nei tempi.”?
Ovviamente prima di scrivere questa scemnza di sei documentato, vero? Come dici? No?
Non hai letto nessuno dei miei libri? Nessuno dei miei report (sono gratis ). Non ha visto nessuna delle mie foto. Guarda che non ho scritto centinaia di pagine in 4 libri riempiendoli solo di numeri. Ci sono pensieri, emozioni, sentimenti. Guarda che li puoi vedere in parte anche nel mio sito (gratis) e in alcuni forum (gratis). E le foto? Migliaia di foto, migliaia di colori, di emozioni, di attimi, fissati in quelle foto. Tutto documentato, sai; e lo puoi verificare gratis. Ma certo, è più semplice, più comodo, sparare balle, tanto per “distinguersi” e fare il fico, il superiore. Ma va'…
7) SKITO ha scritto: “quote [forse ad avere tempo e soldi lo farebbero in molti] avendo il suo tempo a disposizione tutti credo”
Certo! Come no! Infatti il mondo è pieno di impiegati, con famiglie con due normrali stipendi (dignitosi, certo, ma non da milionari), con i soliti 32 giorni di ferie l’anno, che fanno quello che faccio io. Sono tutti in giro per il mondo, nei deserti della Mongolia, nelle steppe del Kazakistan, tra i ghiacciai e gli sterrati dell’Islanda, tra le foreste della Siberia, come me; mica sono al mare a Rimini, o alla settimana bianca, in moto per il giro nelle Dolomiti (bellissime, ci mancherebbe, ma…).
SKITO, tu mi sorprendi ancora: riesci a dire sempre una fesserie superiore alla precedente! Ma come fai?! Ci vuole talento, davvero; io, anche impegnandomi, non ce la farei; hai tutta la mia ammirazione! 
8) SKITO ha scritto: “ma dimmi un po quante volte ti fermi per fare pipi tu quando viaggi? quanta carta igienica consumi al giorno,e se ti viene di andare una volta in più che fai? ti pulisci con le pietre? o cosa, e quanto tempo ci vuole per pulirti con le pietre? poi la moto pesa di meno, quindi, diminuiscono i consumi, di quanto diminuiscono consumi ? etc etc capisci cosa è poco condivisibile dei suoi "viaggi" e di quello che scrive dai è un po pesante sotto questo punto di vista,”
Replica.
Dai SKITO, ora mi deludi. :unsure: Questo è un argomento ormai trito e ritrito, cominci a peccare di originalità. Nei miei report i numeri (non tutti però quelli che tu dici) ci sono, certo, ma sono solo una piccola parte del tutto. Pensa che, addirittura, li concentro generalmente all’inizio di ogni capitolo, così chi non è interessato può saltarti tutit insieme e leggere il resto (e di leggere e ne’è ). Ma, si sa, gli incapaci, gli idioti e gli invidiosi, spesso leggono solo le prime righe. 
9) SKITO ha scritto: “La sua moto, certo, è molto affezionato, ma è stata "rifatta" più volte,ed anche questo non capisco che senso abbia !!!” Se a tua moglie si rompe un braccio, o si consuma un articolazione, tu che fai, la butti? Io no. Se alla mia moto si rompe un pezzo o se ne consuma un altro, io lo riparo. Non la butto; non butto la compagna della mia vita, la compagna di tanti viaggi, di tante avventure. Il senso ce l’ha, eccome. Ognuno può comportarsi in modo diverso, ci mancherebbe, ma il senso ce l’ha. Il comportamento umano non è dato solo da mere convenienze economiche; c’è qualcosa in più nella vita!
10) sergius68 ha scritto: “Senza voler essere offensivo nei suoi confronti, ma (mi ricordo di avere fatto quest'associazione di idee senza conoscere minimamente la persona) la prima volta l'ho sentito parlare in una trasmissione tv ed onestamente mi ha ricordato alla lontana Furio....”
Non mi offendo, ci mancherebbe. Ti dirò, Furio mi sta simpatico. Ma c’è (almeno)una differenza tra me e lui: io non porto mia moglie in viaggio… anche perché non reggerebbe un giorno! Pochissimi reggerebbero con me, e non parlo solo dei km giornalieri. Io viaggio libero, solo e libero. Condivido dopo, quando torno a casa. O anche in viaggio, a volte, se trovo un punto wi-fi. 
11) Pacifico ha scritto: “Cazzo ci vuole a girare il mondo in due mesi”.
Fallo! Fallo e poi ne riparliamo. Su una cosa potrei essere d’accordo: girare il mondo è (abbastanza) facile. Farlo in poco tempo no. Se hai tempo infinito, quasi ogni problema lo puoi risolvere in viaggio. Se hai due mesi no.
Quindi, parla meno e muovi il culo: ti aspetto al ritorno del tuo “giro”. 
12) Pacifico ha scritto: “la vera solitudine è in Mare. E non vicino la costa, ma in pieno Oceano, per mesi.... o l'attraversamento di un deserto, anche in moto, da soli...”
Anche tu poco documentato: sono anche velista. Tra le mie esperienze, una traversata oceanica in barca a vela. I viaggi in barca a bela in Mediterraneo non li conto nemmeno. Quanto ai deserti in moto, tra quelli che ho attraversato i primi che mi vengono in mente sono quello del Karakum, in Kazakistan; anche l’interno dell’Islanda può essere considerato un deserto, freddo ma deserto; il Sahara lo attraverso, sia pure sulla costa, nel prossimo viaggio; e il deserto dell’Australia, da nord a sud…
Ma perché la gente prima di aprire bocca non riflette! 
13) pierachi ha scritto: “mi ha fatto morire quando ho letto che aveva gia' prenotato il taxi per moglie e figlia da e per aeroporto di Cipro greca!!!! Furio II !!!! “
Vedi pierachi, io lo chiamo senso di responsabilità; poiché io cerco di prevedere anche gli imprevisti, mi sono premunito e ho fatto in modo che mia moglie e mia figlia godessero di una piacevole vacanza a Cipro anche se io avevo deciso di raggiungere quell’isola in moto (traghettino dalla Turchia); quindi è logico e “responsabile” che io prenoti un taxi che aspetti mia moglie in aeroporto a Cipro. O tu manderesti tua moglie, inesperta di viaggi internazionali, che conosce poco l’inglese, con una figlia di 15 anni, in un paese straniero, che se la sbrighi da sola a trovare il modo di raggiungere l’albergo a 80 km dall’aeroporto. E0 quello che ho fatto è stato molto utile; infatti, arrivato al porto turco, la nave, contrariamente agli orari ufficiali, non c’era, e io sono arrivato a Cipro il giorno dopo mia moglie. Quindi per fortuna che c’era un taxi ad aspettarla in aeroporto! E mia moglie mi ha ringraziato. 
P.S: Cipro poi me lo sono goduta in moto.
14) Chiudo con Weiss, che rispetto, e considero una persona intelligente, e onesta. 
Weiss ha scritto (oltre a tante cose che condivido): “Io il viaggio in moto lo intendo come un'andare alla scoperta di posti nuovi, culture e persone diverse da quelle a cui siamo abituati”.
Anch’io! Anch’io Weiss. Il fatto che io viaggi “veloce”, che io faccia tanti km in un giorno e soprattutto tanti km in tanti giorni di seguito, ininterrottamente, non vuol dire che io non apprezzo quello che hai scritto!
Lo apprezzo eccome! Semplicemente io lo faccio (o riesco a farlo) in modo più veloce di quanto lo fanno molti altri; ma il tempo in cui sei stato fermo in una tenda mongola nel deserto del Gobi è forse la misura dell’intensità della tua esperienza? No, di certo. Io in quella tenda ci ho passato solo una notte, io con quei mongoli ho cenato solo una sera, io con quei mongoli ho parlato solo un’ora, ma forse puoi dire che io non sia “andato alla scoperta di posti nuovi, culture e persone diverse da quelle a cui siamo abituati”. No, non puoi negare che io lo abbia fatto. Con modalità diverse, con tempi diversi da altri, ma l’ho fatto anche io.
E ne sono convinto, tant’è, come dico spesso, di un viaggio, quello che porto nel mio cuore, non è solo la maestosità dei paesaggi, la differenza di climi, i monumenti storici, ma anche e soprattutto la differenza di culture, di popolazioni; di un viaggio mi resta nel cuore il sorriso di un bambino, il battito d’ali di una farfalla, la solidarietà dell’estraneo che si ferma per strada per aiutarmi, la condivisione del cibo con le persone che incontro, gli sguardi, i sentimenti, tutto quello che io incontro “on the road”. Perché “on the road”, non é solo l’asfalto sotto le mie ruote (quando c’è); “on the road” (la strada) è tutto quello che mi può capitare, di buono e di cattivo, dal momento in cui esco dalla porta di casa, fino al momento in cui, con l’aiuto di Dio (e degli uomini, e il mio impegno), io ci tornerò.  "
Ultima modifica di stac; 06-09-2013 a 23:46
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