La libertà contrattuale consente ai contraenti di porre qualsivoglia vincolo o obbligo.
Nella fattispecie vi è il vincolo di restituire, dietro corrispettivo, la moto dopo un certo lasso di tempo; meglio dire "rivendere". In pratica è un contratto che ha un primo stadio oggi con l'alienazione del bene e un secondo stadio fra due anni con la rivendita dello stesso bene all'odierno cedente.
Non vi è nulla di strano o di illegale.
Ad esempio: la Mercedes si impegna a riacquistare l'auto venduta oggi dopo un paio di anni, sempre che l'acquirente rispetti certi parametri (chilometraggio ecc.).
Il problemino sono, appunto, i parametri.
A parte il chilometraggio, dovrà essere valutato lo stato d'uso: se l'acquirente la porterà tutti i giorni in fuoristrada (come è suo diritto) o la guiderà sempre a manetta spalancata (come è suo diritto) o viaggerà con la moglie che pesa 170 chili (come è suo diritto), fra due anni la moto avrà uno stato d'uso peggiore che se fosse utilizzata solo per tratti stradali, con il solo pilota e ad andatura normale.
Dovranno, dunque, essere previste delle penali o la possibilità di riduzione del prezzo di riacquisto considerando determinati, appunto, parametri.
Altri, scusate la ripetizione, parametri, saranno più difficili da acclarare e valutare, visto che in 20.000 chilometri tutto o quasi tutto può succedere.
Una caduta, anche se le conseguenze sono riparate a regola d'arte, comporterà comunque una moto "toccata" con conseguente minor valore al riacquisto.
Il viaggiare sempre "a manetta" porterà una dimunizione della compressione e un maggior logorio di alcune parti.
Sono, sicuramente, tutte varianti che Ciusk -da professionista del ramo- ha previsto e che comporteranno un contratto di un centinaio di pagine.
Comunque, ripeto, il contratto è regolarissimo, legalissimo e validissimo.
P.S. Avrei piacere di dare "una letta" al contratto. Grazie.
P.S. Per la stesura di un contratto del genere io presenterei una parcellina ben maggiore del valore della moto