La situazione è grave, anche se in Italia se ne parla poco.
Tutto è partito dalla proposta di attivare un processo di revisione peridodica per i motoveicoli in Paesi dove questo non era mai stato fatto.
In Italia questo era già un obbligo, quindi per noi non sarebbe cambiato nulla, ma a seguito di questo la proposta è diventata di fare una revisione su base annua, per pretestuosi problemi di sicurezza.
La cosa è stata proposta dalla Germania, dove la
Dekra è una forza economica non indifferente.
La Dekra, che ha una posizione di mercato predominante nel settore della revisione auto e moto, sta spingendo per avere una revisione annuale, portando come motivazione dei dati pretestuosi ed incompleti.
Da più nazioni si sono sollevate proteste, basate sul fatto che è dimostrabile come le condizioni di manutenzione dei veicoli non incidano sul motivo degli incidenti motociclistici, ma siamo arrivati al punto che non hanno permesso alla FEMA di essere presenti alla sessione del parlamento europeo dove si parlava di questi argomenti.
Come dice la lettera, un modo discutibile di applicare la democrazia.
Il Coordinamento Motociclisti ha da sempre portato la voce dei motociclisti italiani nella FEMA, poiché era l'associazione che rappresentava l'Italia nella FEMA (Federazione Europea delle Associazioni Motociclistiche). Nel 2012 il CM si è evoluto nel Coordinamento Italiano Motociclisti, e come presidente della associazione ho avuto modo di presenziare ad una riunione della FEMA.
Pare che queste proposte siano solo la punta dell'iceberg. Sono iniziate con le nuove norme per le patenti motociclistiche, dove a partire dai 14 anni ora si dovrebbe fare una patente nuova ogni due anni. Le autoscuole dovranno anche avere diversi tipi di motocicli per i diversi tipi di patente. Il tutto mentre i corsi per la guida di autovetture sono unici, anche nel caso di autovetture di elevata potenza.
Ora si passa alla revisione, e già ci sono accenni di proposte per prescrivere delle forme di abbigliamento obbligatorio ai motociclisti, a partire dai dispositivi ad alta visibilità fino a protezioni rigide obbligatorie.
In altre parole, scondo la UE se il motociclista si fa male, è solo colpa sua, quindi deve essere il motociclista a fare di tutto per non farsi male. Nel frattempo nessuno propone una legge europea per l'omicidio stradale, per dirne una...
Il Coordinamento Italiano Motociclisti porta avanti le battaglie del CM, per cercare di rappresentare i motociclisti italiani in sede europea, ma se non riusciamo ad avere il sostegno dei motociclisti italiani, le cose diventano impossibili da portare avanti.
Se volete sapere cosa facciamo, se volete informazioni su come partecipare, sia come soci che come sostenitori, il
nostro sito vi può dare tutte le informazioni che servono.
Ogni commento sarà apprezzato.
Un lampeggio
Marco Polli
Coordinamento Italiano Motociclisti