Scusate, è un po' off-topic rispetto al calcio...
Solo qualche riga per chi pensa che i neri siano per forza disonesti, fannulloni o criminali.
Una ventina di anni fa, ero un ragazzo, arrivo a New York, aeroporto JFK. Avevo una valigia e una borsa. La valigia era bagaglio, mentre la borsa l'avevo tenuta a bordo per sicurezza. Prendo la valigia dal nastro, afferro anche la borsa di mia sorella e perfino la borsa di una sua amica.
Così facendo, stracarico e ancora rintronato per aver dormito durante il viaggio, dimentico a terra la MIA borsa che avevo fino a quel punto tenuto a tracolla...
Prendiamo il taxi, scambiamo due chiacchiere con l'autista portoricano e giungiamo all'albergo in piena Manhattan.
Al momento di prendere le nostre cose mi accorgo... azz, la mia borsa!!!
Imbecille che non sono altro: dentro c'erano assegni di viaggio, macchina fotografica, documenti, biglietto di ritorno, soldi e altre cose importanti... Inconcepibile, ma vero. L'avevo dimenticata! Assurdo. Distratto, va bene, ma così idiota...
Lascio mia sorella e l'amica e con lo stesso taxi torno al JFK. Circa 45 min di macchina. Il tassista mi avvisa che le probabilità che io ritrovi la mia borsa sono molto prossime allo zero. In effetti, penso che non ho speranze e che quella è la giusta punizione per la mia coglionaggine acuta. Negli aeroporti ci sono persone che sono lì solo per aspettare di fare qualche furtarello. A N.Y., poi...
Arrivo trafelato nell'atrio dell'aeroporto, spiego la situazione e corro verso la zona dei bagagli. Tutto deserto. In quel momento non c'erano voli. Il nastro è fermo e vuoto. Il pavimento lindo. Si sente solo in lontananza il rumore di una lucidatrice. Guardo negli angoli, ovunque... niente, nessuna traccia della borsa... Era passata circa un'ora e mezza dal mio arrivo... Ovvio che se la sono zanzata, mi sono detto...
Uscendo mesto, incontro il personale delle pulizie. Niente. Poi, più in là, interpello una donna nera e magra con una scopa in mano e le chiedo se per caso ha visto una borsa così e così... Lei si fa spiegare meglio forma e colore. Poi mi chiede cosa c'era dentro. Perché vuole saperlo?, mi chiedo. Comunque, le spiego i dettagli...
Allora, lei mi prende per mano e mi accompagna verso uno sgabuzzino. Mi dice: è questa la tua borsa? L'aveva trovata lei! L'aveva vista subito quando ancora c'era folla, tra gambe che le passavano davanti. E l'aveva tenuta! Si scusa se aveva guardato dentro, ma voleva sapere se c'era qualche riferimento per rintracciare il proprietario, dato che altrimenti non sarebbe durata molto in quel luogo... Aveva quindi visto la "ricchezza" del contenuto. Avrebbe potuto tranquillamente sottrarre qualcosa o anche la borsa per intero, non se ne sarebbe accorto nessuno. Non dopo un'ora e mezza. Non in quel ripostiglio. Non a quell'ora. Non dopo il trambusto iniziale.
E, invece, l'aveva custodita e si stava già premurando di consegnarla a chi di dovere. Qualcuno penserà: non ha fatto altro che il suo dovere. D'accordo, ma quante persone l'avrebbero fatto da noi? (avete presente i ladri del personale di Malpensa?). L'ho ringraziata in tutti i modi e le ho offerto una ricompensa che lei ha rifiutato, dicendomi semplicemente: o uno è onesto o non lo è.
Una nera, una semplice donna delle pulizie con cinque figli a carico e lasciata dal marito, come mi ha poi raccontato...
La cosa buffa è che per rientrare a Manhattan ho trovato lo stesso portoricano dell'andata. Era incredulo e continuava a ripetermi: you are lucky, you are lucky!... Si ero stato lucky, cioè fortunato, ma non era solo quello: ero stato aiutato da una persona dolce e onesta...
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