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Originariamente inviata da Karim
Sembra splendida Huè 
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Si davvero un gioiellino
Ho dei problemi col mio solito sito di file hosting e quindi cerco di rimediare con Image Shack
Da Huè continuo verso sud, con l’ultima delle tappe diciamo programmate, cioè dei posti che avevo in mente da prima di partire di visitare. Si tratta del borgo di My Lai, che andava a comporre la piccola città di My Son: verso sera posso indicarvi la strada lungo la quale mi sono fermato, ma il punto esatto no.
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My Lai , nel 1968, fu il teatro di un massacro di civili vietnamiti (oltre 300) operato da una compagnia di fanteria dei Marines: civili inermi che vennero uccisi, assieme agli animali e le cui case vennero rase al suolo dai lanciafiamme. Il massacro venne interrotto da un equipaggio di un elicottero americano che si frappose fra i civili e i militari, puntando le armi. I piloti dell’elicottero sono ricordati nel santuario di My Lai. L’opinione pubblica, nonostante i tentativi di insabbiamento della commissione d’indagine dell’esercito, fu informata dal giornalista Seymour Hersch il cui quotidiano pubblicò anche le foto dell’eccidio, foto che erano state scattate da un fotografo dell’esercito americano Io sono andato a visitare il memoriale, che altro non è che una testimonianza della brutale stupidità della guerra, in cui alla fine, rimangono solo dei corpi da contare.
http://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_My_Lai
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Casello autostradale locale: come in India le due ruote transitano gratis
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Mi fermo a metà mattinata per un caffè e riesco a far capire di servirmelo col ghiaccio: perfetto
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Pochi minuti dopo essere ripartito sento un botto terrificante, come uno scoppio. Porca miseria, sta a vedere che non ho forato, ma proprio mi è esplosa la gomma. Fortunatamente la moto va benissimo, e non mi fermo neppure un attimo: questo sarà un grave errore.
Altra sosta per un succo di frutta: data la presenza di amache diventa una sosta/siesta
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Arrivo al santuario nel primo pomeriggio
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L’ingresso del memoriale
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Mi rendo conto di essere l’unico visitatore
In un edifico è stata inserito una sala museo
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Questa è la terza volta ache visito un posto del genere. Le altre furono quando mi trovavo a Vilnius in Lituania, dove c’è il memoriale del genocidio perpetrato dai russi sui civili lituani: oltre 30.000 vittime. La terza in India quando ho visitato il mausoleo del massacro di Amritsar Diverso il posto, diversi gli esecutori, ma stesse sensazioni. Pur non avendo visto nulla del genere in Africa, non riesco ad immaginare quanto possa essere accaduto in quel martoriato continente.
Il monumento alle vittime
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Delle case originali rimangono solo le basi: tutto fu bruciato e raso al suolo
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In ogni casa sono scritti i nomi delle persone morte, bimbi, donne e uomini e anche i nomi dei sopravvissuti
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Ovviamente il luogo della memoria è recintato e mentre guardo oltre, vedo delle persone che stanno lavorando nei campi e ci sono anche dei bambini. Ci vuole un attimo, ma subito penso che quella mattiina del 1968 i soldati, quando arrivarono qui, probabilmente avranno visto la stessa scena.
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Sono quasi le 3 del pomeriggio e torno dalla moto. Non sarebbe male fare il punto della situazione e vedere che strada prendere per continuare verso sud. Inoltre voglio andare a riprendere il Cammino di Ho Chi Min all’interno del paese. Ho messo guida, mappa e la mia guida Jump To nella borsa sinistra della moto…anzi, no deve essere nella destra: nemmeno. Nello zaino dietro no, l’ho fissato e chiuso stamattina. L’errore di cui vi parlavo prima: il botto che avevo sentito dopo aver preso il caffè: il libro caduto di piatto sull’asfalto. Sempre fermarsi a controllare in questi casi. Tornare indietro a cercare il tutto ? Ma nemmeno a pensarci, sarà successo almeno 70 km prima. Fa niente sono vicino a una città abbastanza grande: una mappa la trovo di sicuro, per la guida posso anche fare senza. Tanto ormai tutto quello che avevo in mente di vedere l’avevo già visto: ora si trattava di raggiungere un punto geografico, Ho Chi Min City e per quello bastava una mappa. Poi in mezzo ci sarebbero stati sicuramente dei punti o posti interessanti: qualcuno l’avrei visto e qualcun’ altro no.
In un bar un signore parla inglese e mi fa accompagnare da un ragazzo in centro città. Andiamo in una grande cartoleria, piena di articoli scolastici. Lui parla con la commessa che dopo venti minuti torna con una cartina geografica del Vietnam, bellissima, ma immensa: una di quelle grandi plastificate per le lezioni di geografia alle elementari. Circa un metro per 2. Bella ma poco pratica. Riesco a fargli capire che me ne serve una più piccola, stradale. In questo grande magazzino ne trovo una dell’Ente del Turismo: è perfetta ha anche la mappa di Ho Chi Min City e sono segnati i km fra le città
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Adesso ho nuovamente tutto quello che mi serve
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Sera= tempo di fermarsi ...e poi qui c’è il cartello del limite di velocità, vuoi dire che non ci sia anche un letto per dormire ?
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Moto nella hall
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Ecco dove poi ho dormito
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