Lunedì 13/08
Didim – Aphrodisia – Pensolo Datca – Datca
Km 490 Tempo in movimento H 7,00
Ci svegliamo alla solita ora, alle 06,30 ma ci aveva pensato il Muezzin a darci l’ annuncio del mattino con le sue preghiere all 04,30. Preparo il caffè ed apparecchio in terrazza, poi lascio Lilli in camera e vado a fare le foto del Tempio D’ Apollo alle prime luci del giorno.
Torno in albergo ed ordino al nostro giovane amico, che non ha ancora smaltito la “sbornia” della vittoria della sua squadra di calcio, la prima colazione che sarà una delle migliori mai consumate in viaggio con una frittatina e del miele selvatico straordinarie, persino Lilli che di solito la mattina non mangia si “spazzola” tutto il ben di Dio.
Con molta calma ci prepariamo alla partenza, siamo talmente in anticipo sulla tabella di marcia che possiamo prendercela comoda. Poter cambiare il programma di viaggio adattandolo alle circostanze è un’ opportunità data dal non avere prenotazioni che ti obbligano a mete prefissate. Bisogna però dire che noi in Turchia ci sentiamo davvero a casa, riempio il Road-Book per abitudine ma non ci sarebbe nemmeno bisogno di impostare il GPS tanto conosco le strade e le destinazioni per aver percorso questi luoghi negli anni precedenti, per aver studiato e ristudiato le mete visitate e quelle ancora da vedere, per le strade ben segnalate, per il fatto che la Turchia con la frequenza dei distributori dove fare sosta assistiti da un personale sempre gentile e la possibilità di fare fronte a qualunque inconveniente meccanico negli Otogar, le fermate degli autobus fuori da paesi e città dove una miriade di meccanici sono pronti a riparazioni basta che non che non riguardino la parte elettrica più complicata come le centraline elettroniche, permette di viaggiare in tutta sicurezza anche per i meno “esperti”.
In un paese meno accessibile mi preoccuperei di più ed affrontando mete più turistiche farei in modo comunque di avere la sicurezza del posto dove dormire. Insomma viaggiare e “perdersi” scoprendo nuovi percorsi e nuove mete è sicuramente affascinante, nel luogo e nella situazione giusta ma soprattutto senza l’ obbligo morale di dover assicurare alla propria compagna di viaggio la tranquillità di poter concludere la giornata in maniera non dico “lussuosa” ma almeno comoda e pulita.
Questo è il motivo per cui mia moglie mi segue dal 1992 e già aspetta di conoscere la prossima meta.
Partiamo da Didim dopo un’ ultima foto

Riprendiamo la D525 e facciamo una deviazione per costeggiare il Bafa Golu, il lago è increspato dal vento e ci congratuliamo per la scelta di non aver fatto la sosta programmata, non che il posto non lo meriti, anche il Butik Hote lungo le rive è carino e vengono organizzate molte visite e percorsi trkking su per la montagna che circonda il lago, ma la decisione che abbiamo preso noi è risultata migliore.
Viriamo ad Est sulla D320 direzione Aydin, il primo tratto è autostradale ma questa volta ci ricordiamo di acquistare la tessera per il pedaggio. L’ autostrada termina e proseguiamo sulla D320-E87 che ora è una statale a 4 corsie. Il caldo aumenta ma è sopportabile, deve però essere molto torrido in altri periodi perché quasi tutte le case presentano una sopraelevazione fatta con tubi innocenti e tetto in lamiera per creare una zona d’ombra a camera d’a ria sul il tetto vero e proprio.
Passiamo Nazilli e dopo 15 kilometri giriamo a Sud verso Karacasu un paesone molto vivace con il suo mercato che attrae visitatori da tutta la zona. Dopo pochi kilometri sostato per il pieno, arriviamo al parcheggio da cui parte la visita al sito che rappresenta una delle mete più importanti di questo viaggio: Aphrodisia.
Inizialmente pensavamo di trascorrere qui la notte, addirittura pensavo di sostare a Pamukkale due notti per andare e tornare dopo la visita, ma ancora una volta l’ improvvisazione dà i suoi frutti.
Lasciamo la moto al parcheggio, il custode che gestisce anche il bar mi fa lasciare giacche e caschi nel suo ufficio e mi fa parcheggiare la moto vicino ai tavoli in modo che la possa controllare.
Prendiamo un “trenino” trainato da un trattore che dal parcheggio porta all’ ingresso del sito, paghiamo il biglietto, compro un bel libro illustrato e cominciamo la visita.
Non ci sono molti turisti: la “massa” va a Pamukkale che dista circa Km 70 ed è molto più famosa anche se il disgraziato uso delle acque sottratte alle vasche negli scorsi anni ne ha ferito la bellezza.
Aphrodisia è splendida e ci accoglie con la sua bellissima porta d’ ingresso.
Aphrodisias non era tanto dedicata alla Dea Dell’ Amore quanto a quella della Fertlità, come dimostrano le statue con la figura femminile dalle tante mammelle. Non la pensano così un gruppo di ragazze anglosassoni vestite come i “figli dei fiori” che si accingono a celebrare chissà quali riti propiziatori tra i monumenti. Vorrei seguirle e fotografarle ma Lilli mi “suggerisce” di proseguire la visita…….
Riprendiamo salendo verso lo stadio, il meglio conservato del mondo Romano, dato che questa città, fondata dai Cari passò poi sotto l’ influenza Greca e poi Romana mantenendo ed arricchendo la sua fama fino a cadere sotto l’ influenza Bizantina prima e quindi nel declino dopo la conquista Islamica.
Lo stadio è perfettamente agibile, I sedili per più di 30.000 spettatori sono ancora al loro psto e non sono stati fatti oggetto di asportazione come nel caso del Circo Massimo a Roma,veramente unico !
Proseguiamo verso il Butreion simile a quello visitato a Priene ed anche qui oltre gli spalti ci sono le sedie per i maggiorenti.
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Ci dirigiamo quindi verso il Tempio D’Aphridite più tardi trasformato in Basilica in epoca Bizantina. Le colonne sono in parte erette e l’ aspetto dà l’ idea di come dovesse apparire ai suoi tempi.
Come si può notare dalle foto tutti i monumenti sono crcondati dalla vegetazione e se si guarda fuori dai confini del sito e tutto un fiorire di coltivazioni. Nei tratti meno frequentati le piante riprende vigore e dà l’ idea di come si dovesse presentare il sito ai primi del 1900 e quasi fino al 1950 quando, come nel Foro Romano, le abitazioni sorgevano direttamente sulle rovine prendendo vantaggio delle colonne e degli altri reperti per alloggiare i contadini. Il paese di Geyre che sorgeva tra i ruderi è stato spostato ed il sito faticosamente ripulito. Ancora i lavori proseguono ed a mio giudizio Aphrodisia ha un fascino addirittura pari ad Efeso e sicuramente più di Pamukkale, di certo nei prossimi anni diverrà da meta semi sconosciuta ai più a destinazione imperdibile per ogi giro turistico-culturale della Turchia.
Fa molto caldo, ci sarebbe ancora molto da vedere ma dopo due ore e mezza pensiamo che sia sufficiente, torniamo al bar del parcheggio e beviamo un po’ di coca-cola, guardo la cartina e penso che sono le 16,30, Pamukkale è ad un’ora da qui ma non mi va di tornare dove già siamo stati per rimanere solo una notte, faccio una simulazione sul GPS e prendo la decisione: andiamo verso il mare destinazione Penisola di Datca . Il Garmin dice: Km 260 e 3 ore e mezza di guida, chiedo conferma a Lilli, saluto e ringrazio il custode,ci vestiamo e partiamo ancora una volta “improvvisando” e “sconvolgendo” la tabella di marcia.
La strada migliora diventando da 2 a 4 corsie pur essendo deserta, ma in previsione dello sviluppo turistico di questo splendido sito i lavori sono giustificati. Siamo a circa 600 metri di quota su un altipiano che caratterizza questa regione: la Caria .
Direzione Tavas da qui prendiamo la D330 che comincia a salire attraversando paesaggi montani con boschi di conifere tipici di questi luoghi. La strada è in rifacimento e spesso la carreggiata è interrotta ma il GS è perfetto in questi casi anche a pieno carico grazie agli Holins, lasciandosi macchine e camion alle spalle.
E’ questo uno dei percorsi motociclistici più piacevoli in Turchia, dopotutto è una delle strade più antiche e percorsa da millenni, la prosecuzione della D330 è la D585 che porta ad Antalya e quindi ancora più ad Est verso la Persia .
Da qui sono passate le armate di Serse, quelle di Alessandro Magno, quelle Romane e poi quelle conquistatrici Ottomane.
Noi giriamo a Sud, ancora per le montagne che superiamo a circa 1000 slm per cominciare a scendere verso il mare che ci appare il lontananza fino a risplendere ai nostri occhi nella luce del sole che comincia ad abbassarsi, quando incrociamo la D550 la strada si fa a 4 corsie,il fondo è nuovo, viene voglia di spingere ma bisogna sempre fare attenzione perché le strade turche anche quando sembrano autostrade conservano sempre la loro fisionomia di strade di provincia. Dopo un rettilineo ti trovi una curva a gomito o peggio ancora un bel tornatone !
Comunque proprio dopo una serie di questi improvvisi tornanti ci appare il golfo che separa la penisola di Bodrum dalla Penisola di Datca
Ci dirigiamo verso Marmaris che superiamo senza attraversarla, siamo al tramonto, la direzione è tutta ad Est ed il sole è di fronte a noi ad altezza dei nostri occhi. Attraversiamo la penisola lungo la D400 che corre sulla cresta con il mare su entrambi i lati. C’è un vento da Nord molto forte ma non dà fastidio quanto il sole sugli occhi.Vado piano non tanto per il pericolo quanto perché nonostante la difficoltà di guidare a fine giornata, stanchi , con il sole di fronte ed il vento a raffica, c’è anche da ammirare un panorama bellissimo !
Comunque arriviamo a Datca alle 20,15 come previsto, avrei diverse opzioni dove soggiornare ma preferisco chiedere all’ ingresso del paese ad una ragazza all’interno di un negozio che mi dice gestire delle stanze in affitto, troppo grandi per 2 persone, che mi suggerisce un albergo più avanti l’ Hotel Bora che si rivela perfetto per noi: all’ingresso c’è un cartello in Italiano che dice “Stanze Libere e Parcheggio”.
Chiedo una stanza per 2 notti e ce ne viene data una con vista, l’unica insieme ad un'altra con vista mare, grande, con balconcino e tutti i comfort a € 65,00 a notte.
Anche qui con il nostro bravo cane da guardia a custodire la moto parcheggiata davanti all’ ingresso.
Doccia e lavaggio dei vestiti, acqua a volontà, ci cambiamo e ci buttiamo alla ricerca di un ristorante dopo aver ringraziato la ragazza per il consiglio sull’ albergo, vediamo una specie di rosticceria affollata da locali, il cibo viene preso tipo self-service e consumato ai tavoli, il fatto che non ci siano turisti Europei ma solo Turchi è un bun segno quindi mi avvicino a quello che sembra il propietario che parla un perfetto inglese e chiedo di poter mangiare. Ci fa accomodare al tavolo e ci suggerisce il menu portandocelo direttamente al nostro tavolo.
Mangiamo benissimo tra cui due splendide minestre a base di ceci una con pollo e pomodoro l’ altra con verdure e manzo, poi verdure ripiene e tanto per non farci mancare nulla una bella porzione di Kofte, le tipiche polpette che si trovano con vari ingredienti e forma ovunque i Turchia. Un budino di riso per Lilli ed un dolce al miele e mandorle per me, qui a Datca miele e mandorle,così come le spezie della macchia mediterranea, sono una specialità famosa in tutta la Turchia.
Paghiamo il conto di € 40,0, può sembrare tanto ma abbiamo mangiato a crepapelle e poi con la benzina che costa € 2,20 tutte le merci costano di più e quindi anche i prezzi dei ristoranti sono più alti di 5 anni fa quando siamo stati in Turchia l’ultima volta.
Torniamo stanchi della lunga giornata in albergo dopo aver fatto una passeggiata lungo l’ affollatissimo lungomare.
Martedì 14/08
Mercoledì 15/08 – Ferragosto
Due belle giornate di sosta al mare di Datca
Siamo stanchi della lunga giornata di ieri e decidiamo di fermarci per fare un po’ di vacanza di mare, chiedo di prolungare la sosta in albergo per un'altra notte ed Olkan,il ragazzo che gestisce la reption, mi dice che non ci sono problemi.
Datca, è rivolta ad Est, con un piccolo porticciolo da cui partono i caicchi che portano i turisti per una gita di mezza giornata a visitare spiaggie e calette che caratterizzano la penisola.
L’ albergo ne ha uno di prprietà, le gite soo molto belle come conferma un’ ospite dell’ albergo con cui faccio amicizia, ma Lilli ama il mare ma non le barche così non se ne fa niente…
Il vento è teso, ancora da Nord, comprendiamo il motivo dei numerosi resort incontrati lungo la strada per arrivare reclamizzanti scuole di surf e kyte-surf, qui il “Meltemi” che caratterizza le isole greche poco distanti la fa da padrone.
Uscito presto per fare un sopralluogo, lasciata Lilli a poltrire in camera, scelgo la spiaggia e lo stabilimento dove passare la giornata
Alle spalle della spiaggia un piccolo lago, formato dai tanti torrenti che scendono dalle creste montagnose di questa penisola, che defluisce con una piccola cascatella gioia dei numerosi bagnanti.
Passiamo una giornata completa al mare su comodi letti in legno con materasso, ampio ombrellone e soprattutto cameriere che ad un cenno prende l’ ordine e ti porta i drink, basta ordinare qualche consumazione e non si paga il posto in spiaggia. L’ acqua è trasparente, la spiaggia è di sabbia fine con sassolini piccoli e per niente fastidiosi, il vento teso è fermato dal promontorio ed anche chi non sa nuotare come Lilli può fare il bagno in tranquillità grazie al fonfale digradante : perfetto !
La “magnata” di ieri sera ha lasciato strascihi: siamo un po’ imbarazzati di stomaco, non stiamo male solo un po’ di acidità decidiamo di mangiare “leggeri” al ristorantino del nostro stabilimento e ci sediamo nel porticato sotto una vite rampicante dai grappoli deliziosi.
Chiediamo il menù e tutti i buoni propositi vanno a farsi benedire……Ordiniamo hamburgher e patatine, il tutto condito da 2 belle Tuborg !
Trascorriamo una bella giornata di mare, rilassati e felici di fare una pausa, se consideriamo quanta strada abbiamo fatto per arrivare qui bisogna dire che ce lo meritiamo. Tutto questo grazie alle variazioni sulla tabella di marcia che ci ha fatto guadagnare giorni da trascorrere al mare per la felicità di Lilli….Ma anche mia !
Lungo la spiaggia vediamo passare un omino che vende fichi, uno dei frutti insieme alle ciliegie di cui vado pazzo. Decidiamo di fare una cena a base di frutta, così lasciata nel tardo pomeriggio la spiaggia a cui diamo appuntamento per il giorno dopo ( come dice la canzone anni 60 “stessa spiaggia stesso mare” ) andiamo a fare un po’ di spesa, prima in un negozio di spezie dove compero Origano che userò in cucina ( ne sono appassionato ) e che a parte quello Calabrese che mi regala il mio amico Maurizio che ha una tenuta a Stalettì vicino a Soverato è difficilissimo trovare buono e profumato, Mandorle Salate, Mandorle Fresche ed un vasetto di Mandorle con il Miele.
Poi ci rechiamo dal fruttivendolo ed acquistiamo Fichi, Pesche, Uva Sultanina, ed Albicocche di Maltaya e chi è stato in Cappadocia e “navigato” verso il Nemrut Dagi sa come sono: piccole e deliziose sia fresche che essiccate al sole sui tetti delle case stese sopra lenzuola coloratissime.
Torniamo in albergo, ci facciamo una bella doccia, vediamo un po’ di Olimpiadi in televisione, mi collego in WI-Fi e mi vedo il TG5 delle ore 13,00 e poi ci mettiamo sul nostro balconcino con vista e consumiamo la nostra cena.
Uno sguardo di sotto a controllare Diavolina guardata a vista da Susy e dopo un sigarino ed una ciucciatina finale alla Grappa regalataci a Prespa me ne esco da solo per una breve passeggiata tra il brulicare dei villegianti nel lungomare illuminato con i tavoli dei ristoranti apparecchaiti sull’ altra spiaggia di Datca e poi ritorno a “casa” per una bella dormita.
Il giorno dopo replichiamo: giornata in spiaggia con bagni, sole e pranzettino questa volta a base di insalata e l’ immancabile birra.
A Roma non beviamo così tanto, una bottiglia di vino, quasi sempre rosso ( il nostro vino da “tavola” è il Teroldego Rotaliano Mezzacorona ), dura almeno 3 giorni, birra pochissima, aperitivo solo la Domenica, superalcolici quando è festa….insomma molto morigerati, ma la sera in vacanza quando si è finito di guidare chisenefrega !
Le due giornate al mare ci sono costate circa € 30,00 al giorno bevendo e mangiando, se penso che il 02/07 solo di ombrellone e 2 lettini in quarta fila all’ isola D’ Elba ho speso € 27,00 al giorno capisco perché il turismo in Italia stà perdendo tanti punti. In Grecia e nel resto delle mete attraversate è lo stesso: prendi ombrellone e lettini, consumi al bar e non paghi. Le spiaggie come in Corsica sono quasi tutte “libere” da noi solo in concessione per di più senza offrire servizi. Io anche sotto l’ ombrellone avevo la connessione Wi-Fi gratuita, che potrà anche non interessare ma comunque c’era !
Tornati in albergo decidiamo per un’ altra cena sul nostro balconcino, su suggerimento della reception mi reco in un ristorantino TakeAway dove ordino Pizza Turca con sopra Carne Macinata al Pomodoro, Kofte e Patatine con contorno di Riso e Focaccia per accompagnare il tutto.
Tutto consumato e “spazzolato” in perfetto stile casual come le foto testimoniano, un degno finale per questa splendida parentesi balneare in una località che mi sento decisamente di consigliare per chi vuole trascorrere una parentesi di mare durante il viaggio in Turchia.
Questo l’ album fotografico di queste giornate.
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