Sabato 16 Giugno 2012
Volvograd (RUS) – Berdianski (UA)
757 km.
Originariamente, il piano prevedeva di fermarmi ancora una notte in Russia, a nord di Rostov-na-Donu e mettermi alla ricerca dei luoghi dove a combattuto la Divisione Pasubio nel corso della II^ Guerra Mondiale.
Nei mesi precedenti la mia partenza, avevo contattato qualche associazione combattentistica che, di tanto, in tanto si reca in quei luoghi per onorare la memoria dei nostri caduti; purtroppo la ricerca e la visita dei luoghi, quali quelli di Bogucar, Monastyrchina, Dubrava, Arbusov, è possibile con viaggi organizzati e con la guida del posto, autorizzata dalle autorità di Mosca.
La temperatura è finalmente gradevole, ed è un piacere viaggiare. Ad una stazione di servizio incontro tre motociclisti tedeschi, di ritorno dalla Siberia e diretti a casa.
Due di loro sono alla guida di altrettante monocilindriche BMW, che hanno acquistato – per l’occasione – prima di partire. Quella a sinistra, ha grossi problemi di raffreddamento perché si è imbattuta in un tratto di strada in rifacimento, ricoperto di catrame liquido, che ha ricoperto il radiatore.
Percorriamo un tratto di strada tutti assieme e, immancabilmente, veniamo fermati dalla polizia (quattro motociclisti europei fanno gola); a me viene contestato il superamento del limite di velocità – purtroppo per loro la prova fotografica che mi fanno vedere non è tuttavia quella giusta, ritrae infatti uno dei tedeschi.
Rapida consultazione e la multa non viene elevata neanche al crucco (naga 2 – polizia russa 0!).
L’occasione mi permette però di visitare l’interno del posto di polizia (GAI), la control room, così viene infatti chiamata dal poliziotto che me la illustra. E’ piena di monitor collegati ad altrettante telecamere – ne hanno alcune dedicate alle moto; riprendono infatti il passaggio delle stesse dal posteriore, così da poter inquadrare la targa. Queste telecamere sono inoltre dotate di radar che misura la velocità; la pistola laser, infatti, non è sempre funzionale quando si tratta di colpire una moto, a causa della sua ridotta sagoma, rispetto ad una auto.
Il panorama non offre granché, e proseguo la marcia direzione ovest su di un ottimo asfalto, direzione l’Ucraina.
Alla frontiera i controlli sono rapidi, specie nella parte ucraina, dove un gentile poliziotto mi prende in consegna per accelerare il disbrigo delle pratiche burocratiche (comunque ridotte all’osso).
E’ sempre piacevole entrare in Ucraina provenienti dalla Russia; gli ucraini paiono più civili e moderni, sorridono di più, i cartelli stradali non sono solo in cirillico, vi è facilità ovunque di cambiare moneta in valuta locale e fare rifornimento di carburante non è una questione di stato.
Ora che il GPS riconosce la cartografia digitalizzata, si sbizzarrisce e mi manda dove vuole lui.
Ovviamente non lo bado, se non seguire quello che dice la cartina e la bussola.
Punto verso il Mare d’Azov, che poi è la parte superiore del Mar Nero e mi fermo a Berdianski, famosa – dicono – per i suoi stabilimenti termali.
E’ pieno di russi che si abbrustoliscono al sole, l’aspetto della città è comunque sottotono, sporca, disordinata e mi da l’idea di una città dove si possono trascorrere vacanze dal sapore “fantozziano”
Molte le bancarelle che vendono pesce essiccato e non …
... ed assisto ad un bel tramonto ...
Anche questa notte il Lenin veglierà su di me ...
La tappa di oggi: