mi associo al plauso di coloro che mi hanno preceduto; devo dire che condivido gran parte dell'attenta e serena analisi, soprattutto il ragionamento che porta alla definizione di "grande".
Mi sento di dissentire, almeno in parte, dalla valutazione di "non-grande" data a Valentino, ma non perchè io lo consideri un grande nel senso storico, etico e culturale che tu hai lucidamente individuato; ma perchè, forse per eccessiva mia indulgenza, in un mondo dello sport così eticamente labile, così piatto e avido, la figura di Valentino, con tutta la sua innata bravura, la sua lucidità in gara, la sua fame di vittoria e la sua simpatica "normalità" una volta tolto il casco me lo fanno veder non come un "grande tra i grandi", ma come, comunque, un "grande tra i nani". Insomma, a modo suo spicca per caratteristiche rare e quasi tutte positive in un mondo appiattito su livelli decisamente bassi e ne esce quasi la figura di un eroe dei tempi - tristi - moderni, anche se con ogni probabilità non ne ha tutte le caratteristiche.
Mi scuso se non sono stato chiaro.
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il porco al parco
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