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Originariamente inviata da aspes
Allora io ritengo che le jap siano copie piu' che altro per la filosofia della moto, perche' realizzare moto del genere e' 'antitesi della filosofia motociclistica giapponese e pure europea. DI conseguenza il mio filone di ragionamento e': sono moto all'americana, e siccome ormai l'unica moto americana e' HD (lasicamo perdere piccoli costruttori), sono moto ispirate ad HD.
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Condivido l'analisi e la conclusione. Alla fine, quindi, dobbiamo riconoscere che nell'immaginario collettivo il nome "Harley Davidson" è associato a una ben precisa tipologia di modelli, in modo che se io dico "ho una Harley" tu uomo qualunque (quindi anche non necessariamente motociclista) tenderai ad associarmi allo stereotipo del biker barbuto vestito di pelle e in sella ad una custom scoppiettante.
Esattamente come avverrebbe se dicessi: "ho una MV Agusta", poiché il mio interlocutore mi immaginerebbe subito come un intutato piegaiolo amante della pista e in sella a una supersportiva da 300kmh.
Oppure se dicessi "ho una Ktm", e allora mi si immaginerebbe come fuoristradista incallito in sella a una cazzutissima tassellata con sella alta un metro.
Se io invece dico che "ho una Bmw" oppure "ho una Kawasaki", oppure "ho una Guzzi", il mio ipotetico interlocutore mi chiederebbe subito che Bmw/Kawasaki/Guzzi possiedo, poiché il solo nome del costruttore non lo aiuta certamente a identificare né che tipo di motociclista sono né che tipo di moto posseggo.
[ N.B.: per certi versi, però, Bmw è un caso a parte, perché il sottoinsieme dei possessori di GS, a domanda, può tranquillamente omettere il nome del costruttore e dire semplicemente "ho un GS", in modo che l'interlocutore immaginerebbe istantaneamente di trovarsi di fronte a un dentista mocassinato...
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Alla fine, quindi, possiamo dire che il marchio Harley fa parte di un ristretto insieme di costruttori che gratificano il possessore di un loro oggetto di una particolare soddisfazione, cioè quella di sentirsi parte di un club molto esclusivo: questo meccanismo si chiama corporate brand marketing, ed è un virus in costante diffusione...