Giorno 10: Yellow Bus
Fermi a Lisbona
La giornata odierna l’abbiamo dedicata alla visita della città, per risparmiare tempo abbiamo preso il bus scoperto e devo dire che oltre a girare i principali monumenti sparsi per la città ci siamo pure abbronzati
Il giro è durato quasi 2 ore, poi siamo andati al castello (ammazza che salita) da dove si gode di una vista stupenda di tutta Lisbona, volevamo prendere il tram N°28 per salire ma era stracolmo con la gente quasi attaccata fuori
La sera decidiamo di andare a mangiare in un ristorante al Barrio Alto consigliato dalla guida, per raggiungerlo dobbiamo salire, salire e ancora salire e una volta arrivati è chiuso, per fortuna il quartiere offre parecchi locali, ci infiliamo in un altro consigliato e mangiamo molto bene
Al ritorno un po’ brilli ci cimentiamo in foto “artistiche” sfruttando quello che la zona offre
Giorno 11: La fine del mondo
181 km da Lisbona a Obidos in 6 ore
Si riparte dopo un giorno di pausa, prima tappa al circuito dell’Estoril, deserto totale, ma almeno si può entrare su tribune e paddock
Seconda tappa a Cabo de Roca, dove nell’era precolombiana finiva il mondo conosciuto ed ora è il punto più ad ovest del continente europeo (isole escluse), un vento gelido fa schizzare la temperatura sotto i 19°
Ci dirigiamo a Sintra, ma dopo una coda interminabile e la ricerca vana di un parcheggio, decidiamo che forse è meglio dedicare un po’ di tempo al relax e ci dirigiamo verso Peniche (non il passo)
Dopo pranzo cerchiamo un alloggio, ma il posto è frequentatissimo dai surfisti e non troviamo per dormire nei 2 hotel del paese, decidiamo quindi di andare ad Obidos, come da piano originale
Troviamo una quadrupla con piscina, 2 ore di assoluto relax prima di cenare, il paese è molto carino, ceniamo e poi percorriamo quasi interamente le mura che lo circondano
Giorno 12: Benvenuti al sud
279 km da Obidos a Porto in 6 ore e mezza
Tappa di trasferimento, tutta dritta, facile facile, ma riusciamo a perdere uno dei partecipanti che va verso Coimbra
Ci diamo appuntamento dove le 2 autostrade si ricongiungono ad Aveiro, grazioso paesino considerato la Venezia del Portogallo, e ci fermiamo a pranzare di nuovo tutti assieme
Arriviamo a Porto relativamente presto, sembra di stare a Napoli, edifici fatiscenti accanto ad altri ristrutturati, viette strette e tortuose, aeroporto in città e un senso di abbandono generale, ma la città nel complesso è molto affascinante ed ha il suo perchè, cerchiamo inutilmente una lavanderia e poi è già ora di cena
Il gioco si fa duro, c’è coda ovunque e ci dividiamo per trovare un posto in qualche ristorante, finalmente riusciamo a mettere qualcosa sotto i denti in extremis (intanto abbiamo anche visitato il porto, splendido la sera tutto illuminato)
Il dopocena lo passiamo in un locale che fa assaggiare il delizioso Porto, ne assaggioamo uno invecchiato 30 anni, che buono, ma che caro