Il piacere di guida è oggettivo, se fosse soggettivo si manifesterebbe a seconda degli stati dell'umore del soggetto e non nell'atto della guida del soggetto stesso...
Ergo per assaporare il piacere di guida ci vuole una moto che sia "piacevole da guidare" nelle condizioni oggettive in cui si trova.
Non solo. Credo sia indispensabile il totale abbandono mentale alle caratteristiche del mezzo (che continua ad essere soggetto principale del tema).
Ecco allora che il mezzo piacevole viene capito (e pertanto, ovviamente, si capisce che è piacevole) e trasmette il piacere di guida.
Paradossalmente il piacere di guida è simbiotico con il mezzo in una conduzione dello stesso ove è difficile distinguere chi stia realmente guidando (se lui o te) ma in cui regna la totale ed incondizionata fiducia reciproca.
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