Discussione: Fernweh 2011
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Vecchio 25-06-2011, 01:25   #27
Prinz Eugen
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predefinito Martedì 31 maggio: Kars-Vardzia

Bel tempo, Kars ci regala anche questo. Prima tappa ad Ardahan qualche chilometro fuori rotta, per cambiare qualche euro e pagare la multa. Ci rechiamo in un Maliye, un ufficio pubblico, dove veniamo affidati ad un giovane impiegato che si occupa di tutto: è con un sorriso di soddisfazione che ci fa capire che abbiamo avuto uno sconto: io pago 217,50 TL invece delle 290 sanzionate, Aldo 105 invece di 140: rimane una bella cifra, ma ne siamo contenti, ci accontentiamo di poco.
Lungo tratto a 40 all'ora sullo sterrato dei lavori in corso, largo come un'autostrada (ed è quello che diventerà, penso), ma tutto ghiaia e polvere. Vediamo da lontano i camion che si avvicinano sollevando un nuvolone di polvere che fra poco ingoieremo. Casco tappato, il sudore scende lungo il collo.
Al valico, un paio di brutte costruzioni e qualche container, si fa presto: dopo il controllo della polizia, alla dogana georgiana ci fanno passare con un cenno.
Siamo in Georgia, il manto stradale migliora di colpo e la strada nella valle di Vardzia è completamente rifatta. Evidentemente si punta sul turismo, anche se le strutture sono ancora molto limitate. Una sessantina di chilometri risalendo il corso del fiume, strada da guidare, panorami puliti da guardare, ruderi di fortezze che hanno vissuto tempi migliori ma che lasciano immaginare la potenza passata. Ancora a destra, qualche chilometro e siamo al cospetto del monastero di Vardzia, una parete rocciosa punteggiata di celle e finestre, oltre il fiume. Il paesaggio è splendido, poche case, qualche piccola mandria, un paio di visitatori, roba d'altri tempi. Cerchiamo il cottage di Valodia, l'unico posto dove potremo pernottare, una costruzione di legno appena terminata. La nostra stanza odora di buon legno, il letto è preparato con lenzuola rosa shocking che ci fanno sorridere e pronunciare qualche battutaccia: deve essere il massimo dell'eleganza, nella valle.
Un po' in giro, torniamo nella zona del monastero, poi viene presto ora di cena: un po' di gente all'ombra di un albero, in tre nella stanza ricavata sotto l'abitazione di Valodia. A cena con noi un ospite finlandese che, arrivato in Armenia in aereo, viaggia in taxi ed a piedi: con Olli Heikkila ci faremo una chiacchierata lunga una sera, durante la cena (pesce di fiume alla brace, ovviamente, ed una buona bottiglia di vino rosso georgiano) e prima di andare a dormire. La compagnia è piccola ma ben assortita: noi due italiani in moto, Olli finlandese a piedi, due ragazze slovacche ed una coppia polacca in pullman, uno svizero della organizzazione che ha appoggiato e seguito i piani turistici nella zona, un ragazzo ed una ragazza americani di origine georgiana che si vedono poco, passano il tempo in camera, beati loro.
Passiamo la serata tutti insieme a chiacchierare sugli scalini e sulle panche del cottage, facendoci fuori un'altra bottiglia di vino che Valodia ci ha regalato: non è granchè, ma la sera è dolce, il cielo è stellato, la compagnia è buona e ci va bene anche questa, che finiremo senza pietà fino all'ultima goccia. Augurandoci tutti che non si avverino i sogni che Valodia già fa ad occhi aperti, di una valle piena di turisti, di un altro cottage, di campi da tennis e di pallavolo (fin qui lo abbiamo ascoltato seri) e di una sala con biliardo (e qui tutti, ognuno nella propria lingua, abbiamo cominciato a sghignazzare).
Sarà Vardzia, sarà il vino: si va a nanna rilassati.
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