Discussione: Fernweh 2011
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Vecchio 18-06-2011, 00:34   #8
Prinz Eugen
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Notte del 20 maggio scorso: non riesco proprio a dormire. E' ormai tardi, sono stanco morto, domani dovrò svegliarmi prestissimo, eppure non riesco a dormire. L'adrenalina continua a pompare e lo so io il perchè: "domani si parte" mi romba in testa "dopo tanto aspettare domani si parte davvero". Sabato 21 maggio inizia Fernweh 2011, dal Mangart all'Ararat.
L'idea appena abbozzata di un progetto che sognavo da tempo, un viaggio che nella mia mente (ed in quella di altri che mi avrebbero accompagnato, ma allora non lo sapevo ancora)era un viaggio dell'anima, si stava realizzando.
Ricordi confusi nel dormiveglia: il primo incontro con Aldo, per scoprire, davanti ad un bicchiere di Cabernet ed un caffè, che "sentivamo allo stesso modo, lunghi mesi di idee buttate là e subito abbandonate, piccoli dettagli che si ingrandivano e diventavano articolazioni importanti del viaggio, percorsi che piano piano si definivano, consigli da valutare e sviluppare. Telefonate, messaggi, altri incontri, un giro in moto a Longarone per incontrare Hasan, amico turco di Aldo, una lunga e dolce sosta all'ombra del grande gelso da Ridolf, a Nimis, due bicchieri di Verduzzo a testa, quel giorno...
Così si andava avanti, ma la partenza sembrava lontanissima. Parti importanti del viaggio erano state abbandonate per mancanza di tempo. Alcune mete erano state mantenute (il monumento ad Annibale a Gebze, che vi era morto suicida nel 183 a.c., Annibale che "non si prostrava davanti a nessun dio, credeva solo nella memoria delle cose fatte"), altre se ne erano aggiunte.
Il Nemrut Dagi, con le sue ciclopiche teste di re e di dei e - ora lo so - con i suoi tramonti infiniti, il Monte Ararat, mito di tutte le culture, che si innalza - ora so anche questo - come un miraggio lontano e si può vedere fin dalle rive del Lago di Van, la valle di Vardzia, in Georgia, per un pesce di fiume cotto alla brace e una bottiglia di vino georgiano, un luogo fuori dal tempo, temo, ancora per poco.
Infine la novità: s'era aggiunto, al 90° minuto, Antonio.
Messaggio personale su QdE, un paio di sms, qualche telefonata. Doomanda mia "che moto hai?" "Un Gs blu e grigio". Un altro col Gs, penso, che vuol provare l'avventura. Domanda sua "quanti anni avete?" "Sessantuno e sessantaquattro". In che avventura mi sto imbarcando, deve aver pensato, in viaggio con due vecchi, mi toccherà mettergli la moto sul cavalletto. Comunque, appuntamento telefonico in Turchia ed incontro dalle parti di Istanbul. Ci è andata bene: tre amici. Ora so anche questo.
La moto era stata controllata da Tomi, alla Bmw di Kronberk, in Slovenia. "Pensi che debba portare qualche pezzo di ricambio" ho chiesto. "La moto è a posto così, con questa vai e torni" mi ha risposto, e deve aver pensato "tanto non sapresti metterci le mani". Ha continuato con ilsorriso furbo di chi conosce le moto ed i motociclisti: "Porta la carta di credito. Se succede qualcosa, ma non succederà, vai alla Bmw".
I bagagli erano a posto? Dimenticavo qualcosa? Tagliavo corto: "Se manca qualcosa lo comprerò in viaggio e se non lo trovo ne farò a meno". Ora lo posso dire: non mancava nulla, anzi avanzava qualcosa, ed anche ciò che ho dimenticato da qualche parte verso il Nemrut l'ho recuperato facilmente in un supermercato di Kars.
Soldi, documenti miei e della moto, assicurazioni, bancomat, carta di credito: c'è tutto, ora si può partire.
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