Visualizza un messaggio singolo
Vecchio 19-09-2005, 00:16   #1
aibalit
Mukkista doc
 
L'avatar di aibalit
 
Registrato dal: 13 May 2004
ubicazione: Milano, Gironico
Messaggi: 1.436
predefinito Montagne Olimpiche: che rientro da incubo!! (lunghetto)

Ieri sera sono dovuto rientrare prima del previsto dal bel giro organizzato da Luca e Igor.
Eravamo a Bardonecchia e dovevo tornare a Milano.
La moto era rimasta offesa durante il giro e dunque non avevo lo specchio sx e poichè gli steli del telelever si erano svergolati avevo pure il manubrio tutto storto. Avevo sostituito il cupolino con una attrezzo faidate realizzato con una plastica di 1,5mm che copriva anche i fari e che era tutta bella rigata e impiastrata di polvere e fango.
Mi muovo dall'albergo verso le 19.30 e dopo aver vagato un poco riesco ad imboccare l'autostrada giusto nel piazzale di ingresso del traforo del Frejus, facendo una bella inversione a U con salto di corsia davanti a tutta la polizia di frontiera schierata.
L'autostrada che scende dal Frejus è un cantiere unico e dunque si rivela più stretta della statale, tutta piena di camion enormi che sbuffano di freni in discesa, e intanto diventa buio. Vietato il sorpasso con doppia riga continua!!
I nuvoloni si addensano e io mi ritrovo interprete della famosa scena di Frankenstein junior:
"…potrebbe andare peggio. Potrebbe piovere!…"
Sono attrezzatissimo, peccato che l'autostrada è un tratturo cantierizzato e dunque non c'è parvenza di corsia d'emergenza ne tantomeno di piazzole di sosta. Non c'è modo di fermarsi senza essere ridotti a polvere nella polvere dai camioni che mordono i freni stridendo!!
In pratica quando riesco a fermarmi per rivestirmi di impermeabile sono già bagnato per bene. Mi imbusto comunque e riparto nella notte sotto l'acqua.
Poichè anche la Torino-Milano è tutto un cantiere, da lì fino a Milano il viaggio si svolge nella medesima felice situazione: casco System 3, ormai riservato alle smaialate, ormai disfatto, impiastrato da polvere mista a pioggia e con visiera che si muove a fatica, sotto il quale porto gli occhiali da vista, e entro subito nel loop visiera chiusa-appannamento totale-visiera aperta-pioggia dentro e fuori la visiera e dentro e fuori gli occhiali-tentativo di pulire il tutto con i guanti bagnati …… Intorno a me muri di acqua di camion e pozzanghere di queste belle autostrade italiane, continui cambi di corsia, restringimenti e amenità varie assolutamente invisibili di giorno, figurarsi di notte sotto il diluvio universale, il tutto condito quando va bene da una selva di catarifrangenti rigorosamente dello stesso colore che si sovrappongono l'uno con l'altro e rendono tutto come se fosse un raduno notturno di decoratori di slitte natalizie e carretti siciliani.
In tutto ciò continuo a tentare di convincermi che le tassellate che monto non devono andare poi così male, d'altronde è come viaggiare nel sottobosco fangoso, ma faccio fatica perchè la posteriore è pure finita.
Io sono imbustato e quindi la pioggia mi fa un baffo, peccato che ero già bagnato prima e dunque il casco mi si appanna anche per il vapore che, dopo avermi saturato dentro, ormai esce dal colletto della giacca, e non sò come fà perchè il suddetto colletto mi stà strozzando in quanto ho indossato l'impermeabile sopra alla giacca piena di imbottiture.
La moto va benissimo, peccato per quello specchietto che mi sarebbe tanto utile per i cambi di corsia che invece faccio a volo cieco e per quel manubrio storto che mi costringe a giudare come se percorressi una infinita curva a destra, il chè alla lunga mi provoca anche dei dolorini alle spalle.
Se poi non avessi quella plasticaccia rigata e imperlata di pioggia davanti ai fari gli stessi potrebbero svolgere dignitosamente la loro funzione di darmi qualche indizio sull'andamento della strada davanti a me, invece che creare un alone luminescente che vedo molto bene perchè mi arriva dritto negli occhi riflesso da quella stessa plastica che lo diffonde.
Ogni casello (ma quanti cazzo di caselli ci sono tra Susa e l'imbocco della Milano-Torino?) mi devo ravanare nelle tasche umide per cavare le monetine, mentre al casello di Milano porgo al casellante il biglietto che è in uno stato tale che lui lo guarda e poi mi chiede dove sono entrato e la targa della moto perchè di quel cartoccio bagnato non se ne fà nulla.
Quando arrivo a casa mia moglie, che fra un mesetto partorisce il mio terzogenito, quasi anticipa l'evento faticando a riconoscermi sulla soglia di casa, sgocciolante, con ancora il casco in testa e la polvere degli sterrati piemontesi come un impacco fangoso sulla faccia.
Prima ancora di dirmi ciao mi infila nella vasca da bagno dove cado addormentato con gli occhi gonfi e rossi per la polvere incamerata e lo sforzo di trovare la via di casa.

Ne è comunque valsa la pena perchè la giornata è stata entusiasmante!!


Ancora grazie a Luca e Igor!
__________________
r80 -- r100 -- r1200 > sempre gs!
aibalit non è in linea