Quote:
Originariamente inviata da Agente Smith
appena presa,esaltato,mi lanciai su di una pietraia bella ripida e lunga...
riusci ad arrivare in cima sino all'erba.....ma pregai tutti i santi di riuscire a girarmi e scendere....ci riuscì,ma non ripetei + una cosa simile!!!
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L'ho già raccontata altre volte, ma mi ripeto.
"A mia insaputa" (va di moda) mi capitò lo stesso sui Sibillini, anni fa, con la 850R. Da solo, come al solito. Chiesi a un gruppo di persone se l'ampia strada bianca che vedevo partire da lì mi avrebbe condotto alla meta che mi interessava. Mi dissero di sì. Faccio qualche km di strada bianca senza problemi; poi la strada diventa stradina; poi da bianca diventa marrone; poi da marrone diventa di pietra. Nel frattempo mi ritrovo in mezzo a un paesaggio straordinario ma totalmente deserto; il fondo di pietre e fango è cedevole e io non vedo più né sentiero, né niente. Potrebbe andare peggio, penso; per esempio, potrebbe piovere. Ed ecco le prime gocce di pioggia, giusto per rimanere in sintonia con la citazione filmica. Sto già pensando a come bivaccare in attesa dei Sanbernardo con le fischette di rum quando vedo una Panda bianca su un crinale. Panda + crinale= strada. Così prendo coraggio e mettendomi un tappo nel culo per evitare spiacevoli fuoriuscite mi avvicino all'auto dove un vecchietto si fa le pippe guardando il catalogo di biancheria intima del Postal Market. Gentilmente mi indica la direzione. Devo fare ancora qualche chilometro in discesa, tra i sassi, con gli ammortizzatori che pompano come dannati, ma alla fine, come un miraggio, vedo un paio di motociclisti. Taglio verso quella direzione, ritrovo una stradina bianca che di lì a poco mi riportano su una strada asfaltata. Tolgo il tappo dal culo e vado verso casa, dove accendo un cero a Manuela Arcuri.