Cito
D'altronde è la stessa Western Union a mettere in guardia i propri clienti affermando che, pur essendo necessario all’atto dell'incasso esibire un documento d'identità, l'indicazione di un nome fittizio non è sufficiente a tutelare da un'eventuale truffa. Né costituisce garanzia sufficiente il sistema delle c.d. domande chiave preventivamente concordate. (vedi anche www.westernunion.com).
In poche parole durante lo scambio di mail e telefonate il truffatore fa una serie di domande apparentemente disinteressate che mirano alla costruzione di un falso doc. d'identità e carpisce alcuni vostri dati sensibili che spesso costituiscono le domande chiave per lo sblocco dell'incasso. Ecco fatto...