Eccomi di ritorno!
@sylver65: mica l'ho visto il tuo post. Tieni in caldo gli sterrati per l'anno prossimo. Ciao!
Venerdi 28 maggio 2010 - Yesil (KZ) - Chelyabinsk (RUS) - 692km
Come al solito si parte presto al mattino, temperatura freschina intorno ai 6/7 gradi ed è giusto che sia così, visto che stiamo per raggiungere le latitudini più settentrionali del nostro viaggio. Oggi c'è anche il passaggio di frontiera tra Kazakhstan e Russia, dove finalmente sapremo se la carta di immigrazione kazaka che tanto ci ha fatto tribolare ad Astana, andava timbrata o meno. Intanto maciniamo chilometri sulla M36 in direzione di Kustanay, il paesaggio è quasi del tutto piatto e la steppa kazaka non riserva particolari emozioni; mi colpiscono solo le enormi estensioni di campi coltivati e arati, le strade sono in buone condizioni e il traffico molto limitato. Poco dopo le ore 12.00 siamo al confine di Troitsk, ma scopriamo subito che ci tocca aspettare fino alle 13.00 perchè gli uffici di frontiera fanno la pausa pranzo di un'ora.
Intanto già qui si può stipulare l'assicurazione per la moto necessaria per la Russia al costo di 583 rubli, l'equivalente di 20 dollari circa, valevole 15 giorni. Chiaramente è tutto scritto in cirillico e non si capisce nulla, ci fidiamo delle carte che ci danno in mano. Intanto che aspettiamo le 13, facciamo il pieno di benzina e sgranocchio un pacchetto di biscotti miracolosamente trovato nella borsa serbatoio.
Alle 13 in punto si alza la sbarra e si da il via alla solita trafila, si comincia con il controllo del mezzo e dei bagagli e già iniziano i primi problemi. Gli addetti sono poco disposti a trattare con stranieri e meno ancora con quelli che non comprendono la lingua russa. Ci intendiamo a fatica a gesti, ci fanno staccare le valigie dalla moto e ci indicano di andare con i mezzi all'ingresso di un grosso capannone. Il fatto di lasciare i bagagli incustoditi in mezzo alla dogana non mi va molto a genio ma tant'è... Io penso che sia per un controllo del peso della moto ma all'ingresso troviamo un funzionario molto zelante che ha il sospetto che trasportiamo droga. Si va per le lunghe, ci fa entrare in ufficio e ci mostra un librone pieno di immagini verdi di mezzi motorizzati che sembrano scansioni ai raggi x, ci sembra di capire che vuol farci credere che hanno un droga-detector infallibile che riesce a evidenziare anche il più piccolo quantitativo di droga occultato nel mezzo. Evidentemente il doganiere vuole impressionarci e tirare per le lunghe con il chiaro scopo di estorcerci qualche mazzetta per fare filare lisce e veloci le procedure doganali, ma a questo punto scatta la nostra tattica del "non capisco" e alzate di spallucce e vediamo chi si stufa prima, come era già successo qualche giorno fa all'ingresso in Uzbekistan. Alla fine tutto va come previsto, le nostre moto vengono fatte passare sotto lo scanner antidroga, con esito ovviamente negativo e tanti saluti, si ritorna alla dogana, si rimontano le valigie e si procede oltre al controllo passaporti.
Naga ed io decidiamo di non presentare allo sportello la famigerata carta di immigrazione e vediamo cosa succede. Comincia naga, le procedure sono molto a rilento anche qui, alla fine passa, visto timbrato in uscita, è fatta, naga può lasciare il Kazakstan. Quando tocca a me, il funzionario mi chiede la carta ma io dico che non ce l'ho e lui va avanti tranquillamente con la procedura, dopo 15 minuti anche io ho il timbro di uscita, tutto regolare, posso uscire, anche se, mentre ero allo sportello ho visto che sul tavolo c'era una mazzetta di carte di immigrazione come le nostre!
Adesso ci toccano le formalità di ingresso in Russia, c'è già una bella fila di auto in attesa e quello che ci preoccupa è che la fila non si muove.
Più a destra c'è un'altra colonna ferma di auto del Kirghizistan, sono persone che lasciano il paese a seguito dei disordini civili di questi giorni. Dopo poco le nostre moto sono oggetto della loro curiosità e ci fanno millemila domande e anche se non è facile intendersi riusciamo a scambiare qualche idea e informazione.
Tocca a noi, la sbarra si alza e ci fa entrare in dogana, è tutto molto ordinato e non c'è il caos tipico delle frontiere. Subito si avvicinano i doganieri che senza molte parole ma molto professionalmente ci indicano a quale ufficio dobbiamo rivolgerci. Compiliamo la solita cartolina di ingresso, la consegnamo, registrazione, controllo passaporti e assicurazione moto, tutto a posto, usciamo dall'ufficio, andiamo alle moto, veloce controllo ai bagagli, ci danno un cartoncino da riconsegnare all'uscita, fatto! In tre quarti d'ora siamo liberi di girare in Russia, incredibile!
Via, direzione Chelyabinsk per poi prendere la M5 che punta decisamente verso ovest.
Tiriamo avanti più che possiamo fino all'imbrunire e ci fermiamo ad un motel sulla strada statale a frequentazione tipica di camionisti, non è il massimo del confort, ma c'è un letto, un bagno e delle docce in comune a pagamento extra con coda compresa nel prezzo e un locale con ristorante self service con un'ottima zuppa calda di barbabietole rosse, cosa vuoi di più dalla vita?