Lasciamo Amasya avendo impostato sul garmin la destinazione di Uchisar. La strada seppur grossolana nell'asfalto, è deserta e il panorama magnifico.

Percorriamo la distanza con calma, godendoci lo splendido paesaggio, fermandoci per il rifornimento e qualche foto. Nella sosta contatto con il cellulare il mio amico ALS che a bordo della sua STELVIO e con la moglie sta attraversando la turchia per raggiungere siria e giordania. Vorremmo incontrarci per un saluto e passare qualche ora insieme. La sfortuna vuole che mentre noi godiamo di un sole magnifico lui sta zuppandosi come un naufrago per la pioggia.

Arriviamo in Cappadocia e cosi dal nulla, il paesaggio gia bello, diventa FIABESCO. Ora.. noi avevamo gia visto foto e documentari, letto racconti e ascoltato altre esperienze. Tutte concordavano nel descrivere la Cappadocia come qualcosa di unico e irripetibile. Viaggiando molto per lavoro e per diletto so per esperienza che spesso quello che piace diventa meraviglioso se:
durante il soggiorno non solo i paesaggi e i luoghi ma l'insieme che costituiscono il divertimento,la gente, il cibo, le amicizie esistenti e fatte, creano un bagaglio di emozioni che esaltano l'effettiva realtà di quella vacanza. Bhe per la cappadocia è tutto vero, tutto reale, tutto esatto, tutto che corrisponde.


E' una regione di una bellezza che suggestiona con conformazioni del territorio che sono una emozione continua , che alterna posti affollatissimi da decine e decine di pullman pieni di turisti a strade cosi deserte che potete fermare la moto e parcheggiarla di traverso sulla carreggiata, avere il tempo di fumarsi non una ma due sigarette, fare foto con l'autoscatto, ascoltare il silenzio assoluto dove solo il vento ti parla e non vedere una persona o un auto per ore


. Girare in strade secondarie e studiare rocce dalle forme strane e bizzarre o insolite, abitazioni ricavate nelle stesse, monasteri creati dal nulla, città sotterranee immense, valli multiformi e multicolore, trattori su percorsi desolati con intere famiglie che salutano e sbracciano, chiamano, regalano splendidi sorrisi senza nessun secondo fine se non quello dell'assoluto piacere di avere ospiti. Da Uchisar a Goreme, da Urgup a Neversheir, la Cappadocia affascina per la sua differenza anche se sostanzialmente il paesaggio SEMBRA ( ma non è ) uguale

. Arriviamo a Uchisar e sappiamo gia dove recarci grazie alle precedenti esperienze di amici Pisani. In piu' nel bel mezzo della piazza principale della piccola città c'è un negozio di tappeti che appartiene al loro amico Faruk, che parla italiano in maniera perfetta, e che puo' all'ocorrenza aiutarci per qualunque cosa, il che non guasta dopo tanti giorni di scarno inglese e impossibile turco. Superiamo la piazzetta posta ai piedi del "castello" di Uchisar, altro non è che un enorme blocco di tufo nel quale sono state scavate stanze dove gli antichi vivevano, dormivano, mangiavano e vi si difendevano e scendiamo al piccolo hotel che abbiamo scelto. E' una piccola casa a due piani con una vista sulla valle di goreme che spezza il fiato....


credetemi mentre scrivo mi sta venendo la pelle d'oca al ricordo. Nelle stanze al piano superiore, cioè al livello del terreno, ha tre camere con vista e una terrazza dove si puo' bere l'immancabile cay o cenare e nella parte inferiore ha due camere in stile troglodita, cioè scavate nella roccia e arredate semplicemente con un letto e un piccolo bagno ma l'insieme è moooooolto suggestivo. Dopo il consueto ristoro e sistemazione del bagaglio scendiamo a piedi nella piazza e ci rechiamo a fare la conoscenza di faruk e mustafà i due turchi amici dei nostri compatrioti pisani. Come detto faruk ha il negozio di tappeti + grande del paese e mustafà ha un ristorante di lato al negozio dove si mangia benissimo. Faruk ci accoglie con un sorriso disarmante e un italiano perfetto e la prima cosa che ci dice dopo averci stretto al mano è......"questa è casa vostra"....Non dico bugie affermando che nei giorni trascorsi con lui la cosa si è rivelata effettivamente cosi. Il negozio( specifico che io ODIO i tappeti ) è bellissimo, multicolorato, caldo, accogliente e ha due sale nel retro arredate in maniera semplicemente fantastiche con piccoli tavolini e decine e decine di cuscini su un divano lunghissimo che sta di lato ad un finestrone immenso che guarda direttamente il castello. Mia moglie adocchia un tappeto


posto appena davanti l'ingresso e anche se non dice nulla so gia che dovro' appesantire ancora la nostra "rossa" e alleggerire il portafogli. Mentre siamo da lui entrano due ragazzini...sono due fidanzatini italiani di poco meno di 30 anni ma che nell'aspetto dimostrano si e no poco piu' di 20. Sono di novara e sono specializzandi in medicina. Non so se fosse stato perchè erano i primi italiani incontrati o perche fossero cosi gentili e giovani o noi sembravamo loro dei "maturi" diversi da quelli che frequentavano di solito ma l'intesa è subito immediata. Decidiamo, non dopo aver bevuto l'immancabile the, di farci una passeggiata per la valle dei piccioni posta sotto Uchisar e che arriva volendo scarpinare, fino a Goreme circa 7 km piu' in basso. Mentre fotografiamo ridiamo e scendiamo x il ripido sentiero ci scambiamo impressioni sulla turchia e sulla gente. Come immaginavamo anche loro hanno riscontrato lo stesso nostro piacere nella visita ad un paese cosi bello e ospitale..

.Facciamo un paio di km immersi nel silenzio assoluto, sotto volte di tufo, alberi enormi, case scavate e addirittura in alcuni casi interi edifici, ammirando gustando e riempiendoci la vista delle mille sfumature di colori che la roccia assume man mano che il sole scende verso il tramonto. Nel corso del tempo le abitazioni sono state abbandonate e molti contadini hanno ricreato nelle rocce allevamenti di piccioni ...da li il nome della valle. Tornati da faruk ci salutiamo, prendiamo un percorso di visita x l'indomani appositamente preparatoci da lui stesso, ci diamo appuntamento x una cena insieme e andiamo in hotel...la valle sottostante è immersa nel buio totale e dalla terrazza che la domina non si scorgono che le luci delle piccole case in lontananza. Il silenzio è rotto solo dal sussurrare del vento leggero che continua imperterrito a sagomare le rocce da millenni e dalle voci degli ospiti che seduti ai tavolini sono increduli quanto noi. Ci viene servita una cena squisita con 5 portate e dopo cena torniamo da faruk per fare due chiacchiere....e xke silvia non riesce a togliersi( ahimè )



quel tappeto dalla testa....
ALLA PROSSIMA GENTE...........................