Mukkista in erba
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E continuiamo allora..
Solita alzataccia ma a noi piace cosi, e abbondante colazione, poi carichiamo la moto e partiamo..o meglio cerchiamo di farlo ma all'uscita del vicolo nel centro storico troviamo il pullman dei giapponesi che blokka la strada per le operazioni di carico bagagli. Anche loro partono per un altra meta, cosi spengo la " rossa" e aspetto pazientemente che i limoncini riempiano il vano del bus con le valige. Riceviamo molti sorrisi di apprezzamento x la nostra gita a due ruote e molti si meravigliano che siamo arrivati fin li dall'italia, quando una signora sulla 50ina scatta la sua immancabile foto a me e silvia seduti sulla moto. Apriti cielo....come folgore dal cielo e come nembo di tempesta, tutti i figli del sol levante estraggono le loro macchinette e ci riempiono di scatti ..prima una ragazzina, poi due, poi gruppi di persone che chiedono di fare la foto con la moto e loro a circondarla. Silvia ride a crepapelle e mi dice che sono matti, io mi sto sfavando non poko perchè intanto se ne sono andati 20 minuti sulla tabella di marcia e abbiamo altri 600 e + km da percorrere. Alla fine faccio un disperato segno al conducente del pullman, supplicando che faccia marcia indietro quel tanto che basta a lasciarmi passare e per fortuna questo capisce e sposta il mezzo. Cosi accendo la moto faccio salire silvia e man mano che mi allontano dalla folla, qualkuno continua a saltellarci intorno x scattarsi una posa...roba da zampe gialle..mah. Lasciamo Safranbolu con la speranza che stavolta il paesaggio cambi e non sia monotono come quello di arrivo. E' una strada statale come tante in turchia, anche questa con un pessimo asfalto e composta da brecciolino grosso e informe, ma almeno scorre tra colline e montagne molto simili a quelle toscane..mi fermo x fare il pieno in una stazioncina di servizio che ha appena una pompa con due punti di erogazione, una a benza l'altra a gasolio. Immancabilmente mentre sto x chiudere il tappo del serbatoio e ancora prima di pagare, il turco mi invita a prendere un the... "ma si dice silvia.. tanto nessuno ci insegue". Parcheggio, mi metto a sedere ad un tavolino dove in un millesimo di secondo vengo servito della calda bevanda e non faccio in tempo a dire grazie, che il benzinaio si lancia in una trafila di quelle che io credo e penso, siano domande sulla moto e sul tragitto. Dico credo perchè le domande le rivolge in turco.. io sorrido faccio intendere che per me parla " arabo" e allora lui prende una cartina, prende il dito della mia mano e la appoggia sulla cartina nel punto confine greco-turco. Al che io spiego che abbiamo attraversato la ex jugoslavia e arrivati in turchia avremmo seguito il percorso evidenziato in giallo sulla mappa. Lui fischia, sorride, si passa un dito a mo di vite sulla tempia e poi mi riempie di nuovo il bikkiere.. è disarmante la gentilezza di questa gente. Salutiamo facciamo la foto insieme e ripartiamo. La strada piano piano sale e diventa sempre piu' alpestre che collinare, le curve sono strette ma paraboliche, mai troppo kiuse, per la gioa di silvia che al contrario, se fossero curve secche, perforerebbe la cordura del mio giubbotto ogni volta che accenno a piegare un po' di piu' di quanto lei gradisca, e il panorama oltre che bello viene allietato dalla vista di numerosi scoiattoli che saltellano da una corsia all'altra alla ricerca di cibo. Anche qui ben presto lo spettacolo naturale viene vanificato dalla continua attività dei lavori in corso e la mia attenzone si sposta x forza di cose + a cercare di non cadere o prendere qualke sasso che schizza dalle gomme dei camion, che alle bellezze paesaggistiche che silvia mi indica. Rassegnati dai cantieri a procedere ad una media di 60 km orari dopo l'ora di pranzo arriviamo finalmente sulle coste del mar nero...che di nero nn ha nulla e quando finisco di scrivere qui voglio andare su internet a vedere se esiste una ragione di quel nome. Si apre davanti a noi in uno spettacolo abbacinante dato che il sole è bello forte e la giornata limpidissima. Il contrasto fra il blu acceso del mare e le piccole barchette da pesca bianche stride ma esalta, il verde intenso degli alberi che scorrono sul alto opposto della carreggiata..facciamo circa 40 km tra "azzurromare" e "orosabbia" a sinistra e "verdesmeraldo" a destra, con la strada che pur avendo un fondo fatto a toppe e buche ricoperte male, sale e scende, curva e storce, si allunga e si piega rendendo la guida una cosa superba x chi ama la moto...e poi nn me ne vogliano gli altri che non la posseggono ma cavolo, guidare una GS li è il massimo della gioia. Piccoli ma slanciati minareti si affacciano sulla strada in quelle poche casette che costeggiano la strada e piccoli ma graziosi hotel e porticcioli si stagliano lungo le sponde del mare. Arrivati a SINOP l'atmosfera cambia radicalmente. Il paesaggio lascia la bellezza naturale per riconfermare la vittoria del cemento sulla natura, ma del resto la città non è piccola, ha un bel porto turistico e commerciale e una via centrale piena di bei negozi, molti dei quali specializzati in modellini navali di vascelli dal 600 fino all'800. All'ingresso nel paese, sulla destra, notiamo quanto resta di una antica cinta muraria bizantina che è esposta alle piccole e placide onde del mar nero che, a proposito, ha un acqua limpidissima e pulitissima e dove invidiamo i numerosi giovani che fanno il bagno. Subito dopo l'aver passato la via principale arriviamo sul lungomare, dove una fortezza quadrata genovese mostra impettita i suoi bastioni verso il mare aperto. Deliziati da questa vista...( io ancor non l'ho detto ne scritto ma a me e alla mia zavorrina piacciono da matti i siti archeologici e tutto cio' che è antico o meglio dire ha una STORIA) decidiamo che è ora di mangiare e contravvenendo alla regola della frutta per non appesantirci ci scegliamo un ristorantino che ha un pergolato ombreggiato bellissimo affacciato non verso il mare MA SUL MARE... lei una insalata io una pide per non appisolarci, dato che siamo ancora a metà del percorso. E' credetemi una scelta difficile...il banco frigo esposto ai clienti è pieno di pesce freschissimo e crostacei di piccole e medie dimensioni che ancora si muovono.. i prezzi sono + alti della media ma cmq irrisori x quelli nostrali. Orate e spigole cosi lucenti che vorresti mangiarli senza cucinarli e scampi e gamberi che fanno salire l'acquolina. Dopo un ora e mezza circa di sosta ripartiamo in direzione Samsun; è un altra città portuale ma a differenza della precedente ha solo il porto industriale e nulla di piu'..tra l'altro come sempre accade in turchia la strada principale non passa ai lati della periferia ma attraversa le città nel mezzo e quindi siamo costretti a guidare nel traffico, circondati da palazzoni di cemento e semafori che scattano quando gli pare; è come se a milano l'autostrada del sole passasse accanto al duomo o a Roma l'aurelia attraversasse in due il colosseo. Il bello dei turchi è che stanno facendo un lavoro di rifacimento e ristrutturazione della rete stradale imponente per il paese ma senza capirci una mazza evidentemente. Ma dico io ......stai facendo la nuova strada capperi falla passare FUORI dalla città non al CENTRO. Superata Samsun, tagliamo decisi verso l'interno e la città di AMASYA regno e capitale dei "re del ponto" e famosa per le tombe rupestri a le case ottomane affacciate sul fiume..percorriamo circa 150 km di strada dove i lavori in corso ne occupano 100 e di asfalto (se cosi puo' definirsi ) il restante e dopo l'ennesimo salasso dovuto al pieno finalmente, per la prima volta da giorni, davanti a noi si apre un nuovo tratto di superstrada degna di codesto nome. Tre dico tre, splendide corsie larghe e perfette in ogni particolare mi fanno finalmente sfrecciare( non troppo...se lo faccio le unghie della valkiria dietro di me continuano ad impazzare nel giubbetto fino alla carne) con la "rossa" senza timori di sassi,buche, dossi e quant'altro. I restanti km x Amasya diventano un piacere e anche se ormai la luce sta scemando piano piano, il trovarsi su una strada decisamente di ottima qualità ci rincuora. Amasya è alle porte e nel rosso del tramonto che si staglia dietro l'agglomerato, il castello a 8 rampe di cinta muraria sembra darci il benvenuto .................................................. ...........
to be continued
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