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Vecchio 22-09-2010, 19:08   #3
Gts 1000
Pivello Mukkista
 
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continua ---> Fu un viaggio breve... Appena usciti dalla città mi rendo conto che la mia fiducia nei meccanici marsigliesi era stata mal riposta. Chiamo un mio carissimo amico, (lo stesso dei giubbotti di salvataggio) per essere sicuro di non dover spingere da solo un altra volta la moto su per la collina (sbagliare è umano, ma perseverare...) e mi avvio di nuovo verso il concessionario il quale mi dice quello che temevo. E' partito l'alternatore, tocca smontare il motore, ma soprattutto tocca averne uno adatto altrimenti si sarebbe bruciato anche questo impianto elettrico; alternatore che posso trovare solo in Italia. Perciò non ho soluzioni, devo andare in stazione, saltare sul primo treno ritornare a Milano e recuperare un alternatore funzionante di un Imola II possibilmente con il suo impianto elettrico. Chiamo il mio spacciatore di fiducia che era bravissimo a trovare pezzi di ricambio usati di qualsiasi cosa e gli illustro la situazione. Dopo un po' mi richiama tranquillizzandomi; aveva trovato tutto, a me toccava solo andare a prendere i pezzi.
E che sarà mai alla fine: un paio di treni e venti ore di viaggio...
Comunque saluto la mia compagna, (perché far soffrire anche altri...) e parto; l'appuntamento è in Centrale il giorno dopo. Recupero i pezzi risalgo sul treno e torno indietro. Cos'è più salutare di un paio di notti in un treno di seconda classe...
Arrivo la mattina seguente dal conce e consegno il tutto con la speranza che questa volta funzioni (sapete come vanno queste cose, quando hai a che fare con pezzi di ricambio di cui ignori la provenienza...) e aspetto che smonti e rimonti.
Apparentemente il mio spacciatore preferito si era dimostrato affidabile, l'alternatore carica normalmente e tutto appare finalmente in ordine. Perciò ricarico i miei giubbotti salvagenti, il mio zaino, la mia borsa serbatoio, senza dimenticare la mia compagna, saluto il mio amico e riparto verso l'Italia destinazione Firenze, rifacendo la costa.
Il sole torna a sorridere e a baciare il mio casco e la strada scorre veloce sotto le mie ruote. Ogni tanto c'è anche una toccatina alle cosce e, con un po' di contorsionismo, anche alle zinne della zavorrina il tutto condito da tante risate e una sana e ritrovata allegria. Ad un certo punto, sulla statale decidiamo di fermarci perché la moto ha sete e noi pure. L'Imolino era senza bauletto e io avevo utilizzato il lungo codone per legare il mio zaino, con sopra i famigerati giubbotti salvagente, che a forza di scossoni non erano più ben sistemati. Poco male una sistematina e una cazzatina (tiratina) alla scotta che legava il tutto e il carico ritorna a posto, ma non avevo fatto i conti con la pendenza della strada, con il cavalletto laterale e con il peso dello zaino. Appena tirata la scottina, la moto si inclina e cade andando a sbattere con il cilindro sinistro sull'unico sasso decente di tutto lo spiazzo. Per chi ha il Boxer è solo un bestemmione fra i tanti, ma per un Guzzista significa vedere la pipetta della candela sinistra andare in mille pezzi... con altri 800 km da fare, in due a pieno carico e un cilindro solo funzionante di un bicilindrico di 350 cc... Una goduria assoluta
Riesco a riaccendere la motoretta porella, ma sotto un certo regime si spegneva inevitabilmente, perciò libero la chiave serbatoio dal porta chiavi per non farla mai spegnere anche quando faccio rifornimento, inforco l'autostrada e mi faccio Cannes Firenze senza mai scendere sotto i 5000 giri, dopo di che torno a Milano ripasso da Francone, gli lascio la moto per un controllo e la rimetto in vendita. Ero così sicuro di aver esaurito la scorta di sfiga del mezzo che ho detto a quello che la comprava che gli dato una garanzia di sei mesi.
Non ha mai chiamato... FINE
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Credo che riuscire a fare una sorpresa a Dio, sarebbe la cosa che più lo divertirebbe.
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