Certo Giada che ho letto il libro di Bukreev, ne parlo anche nel primo post di questa recensione

proprio per questo, approfitto per dire la mia:
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Originariamente inviata da GHIAIA
Premessa: che Bukreev fosse uno dei migliori alpinisti del mondo non vi è dubbio.
Però, facciamo delle precisazioni.
Innanzi tutto Bukreev era una guida per una spedizione commerciale sull'everest.
Scott Fisher, proprietario e fondatore della Mountain Madness l'aveva assoldato per aiutare i facoltosi clienti a raggiungere la vetta.
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fin quì quoto al 100%
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Originariamente inviata da GHIAIA
Jon Krakauer è un giornalista che doveva argomentare proprio la commercializzazione dell'everest e in un primo momento sarebbe dovuto esser della spedizione di Fisher, poi per un mero discorso economico la sua rivista (Outside megazine) l'ha mandato con la Adventure Consultant.
Brukreev, come dicevo, è stato assoldato da Fisher perchè era un nome prestigioso e faceva pubblicità alla suo tour operator Himalayano. Si trattava di una guida il suo scopo non era scalare l'everest ma assicurare i paganti. Stiamo parlando nel 1996 di 65.000 dollari.
Inutile che io apra parentesi circa l'importanza delle percentuali di successo.
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anche quì, siamo d'accordo
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Originariamente inviata da GHIAIA
Fino al 1995 la Adventure Consultant poteva vantare il 100% di paganti in vetta.
Per Fisher invece era la prima volta che scalava l'everest e la "febbre da vetta" c'era per tutti.
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quì invece un chiarimento è d'obbligo: la scalata del '95 di Adv Consultants di Rob Hall fu, dal punto di vista del n° di clienti in vetta, un fiasco assoluto, per cui lui aveva ASSOLUTO bisogno di un successo nel '96, visto che la percentuale del "successo al 100%" l'aveva inserita anche nel materiale pubblicitario. Un secondo fiasco consecutivo sarebbe stato il disastro.
Per Fischer e la sua Mountain Madness era sì la prima volta all'Everest come spedizione commerciale, ma Fischer l'Everest l'aveva già scalato, oltre ad altre montagne Himalaiane, fra cui il k2 senza ossigeno....quindi diciamo che non era un novellino, per quanto di errori ne commise senz'altro
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Originariamente inviata da GHIAIA
Le cause del disastro sono molteplici,
ma il punto chiave del libro di Krakauer è che ad un certo punto occorreva riportare ad un campo base più basso un cliente affetto da Edema Polmonare.
Bukreev essendo rimasto fino a tardi a dormire in tenda, non ha potuto scortarlo (perchè era più in basso) e pertanto è toccato a Fisher riportare il mal capitato al campo base e poi risalire velocemente verso la vetta.
Chi ha incontrato Fisher ricorda un uomo sfatto, confuso che eppure continuava a salire.
Una volta raggiunta la vetta, non ha avuto più energie per scendere ed è morto poco sotto.
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Ora sono in ufficio e non ho i testi sottomano, ma non sono d'accordo sul "punto chiave".
Il problema non furono le condizioni di Fischer, o meglio, se si fosse trattato solo di quelle, a sera ci sarebbe stata una sola vittima. Il problema fu il non aver attrezzato la via per tempo, causando lunghe attese in quota mentre venivano fissate le corde fisse, la mancanza di coordinamento, se non la reciproca diffidenza, fra i sirdar a capo degli sherpa, il sovraffollamento nei passaggi chiave e, soprattutto per il team di Fischer, la mancanza di comunicazioni: ne Bukreev ne' Biedleman avevano la radio e non sapevano dei ritardi creatisi lungo la via di salita....Bukreev lo spiega molto bene: dopo un'ora passata in vetta senza veder arrivare Fischer, decide di andargli incontro e, una volta raggiunto, (e quì bisogna decidere se dargli credito o no) discutono sul da farsi e convengono che Bukreev scenda al campo per preapararsi al rientro degli scalatori con bevande calde ed ossigeno (Bukreev credeva che tutti gli sherpa di Fischer avessero abbandonato il campo, non sapeva che due erano rimasti nelle tende proprio a questo scopo).
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Originariamente inviata da GHIAIA
Inoltre bukreev prese la decisione di non fermarsi con Fisher e di lasciarlo al suo destino mentre rientrava al Campo Base inferiore.
Bukreev così facendo si è riposato e ore dopo ha potuto fare parte della squadra di recupero grazie alla quale si salvarono 3 persone.
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Anche quì, credo sia necessario approfondire un attimo: Bukreev riferisce di aver trovato Fischer stanco, ma non distrutto, anche altri scalatori che lo incrociarono lungo il ritorno ricordano il suo sorriso e le sue congratulazioni, non un uomo in evidente difficoltà....ricordiamoci poi che Fischer era uno degli scalatori americani più forti della sua generazione, quindi Bukreev doveva preoccuparsi prima dei clienti che dell'eventuale crisi del capo spedizione.
Infine, Bukreev non ha fatto parte della squadra di soccorso che ha salvato tre persone, Bukreev ERA la squadra di soccorso: è uscito DA SOLO, DI NOTTE, NELLA TORMENTA, basandosi solo sulle confuse descrizioni di alcuni scalatori semi-congelati, ha trovato nel buio il gruppo dei dispersi e, facendo alcune volte avanti e indietro al campo 4, ne ha condotti in salvo 3 su cinque, cioè quelli che erano ancora in grado di stare in piedi.
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Originariamente inviata da GHIAIA
E' un tema delicatissimo,
solo chi ha fatto alpinismo a certi livelli o sappia cosa significa esser ad un passo dalla morte (ovvero questioni di minuti tra la vita e il congelamento) puo' solo immaginare la lentezza dei pensieri di quegli uomini e di cosa sia veramente successo.
Aria Sottile descrive proprio questo. Bukreev non ne esce alla grande in effetti.
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io non ho mai fatto alpinismo a certi livelli e, da questo punto di vista non ho il minimo credito per criticare chicchessia, però aggiungo una riflessione:
Krakauer è abbastanza deciso nell'indicare in Bukreev una delle concause del disastro, dicendo anche delle falsità (magari in perfetta buona fede ed indotte dall'ipossia) riguardo alla sua attrezzatura inadeguata. Però va ricordato che Krakauer non faceva parte della spedizione di Fischer, quindi non ha vissuto in prima persona i preparativi e le istruzioni che questi aveva impartito al suo team ed ai suoi clienti.
Chiudo con un dato, tragico ma incontestabile: NESSUN cliente di Fischer (e di Bukreev) è morto sull'Everest nel '96, ne' ha riportato gravi danni da congelamento. Fu la spedizione di Rob Hall che ne uscì distrutta.
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Originariamente inviata da GHIAIA
Proprio per questo sto leggendo la sua versione dei fatti...
Ma solo perchè è morto non significa che non si possa discutere cosa sia successo nell'everest in quei giorni.
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sono d'accordo, infatti il disastro del '96 ha fatto scuola su come evitare errori nelle scalate in alta quota....anche se a volte quella lezione è rimasta inascoltata.
Da parte mia mi sono fatto l'idea che Bukreev sia stato svantaggiato dal fatto di avere un carattere chiuso, di non parlare un buon inglese e soprattutto dall'avere una concezione dell'alpinismo e del ruolo di guida molto diversa da quella dei suoi clienti, cioè molto più improntata all'autosufficienza che non ad accompagnare per mano lungo il tragitto. Tutto ciò, unito alla sua eccellente fama di scalatore, ha allargato il divario fra ciò che gli scalatori si aspettavano da lui e ciò che ricevevano giorno per giorno in termini di assistenza ed incoraggiamento, salvo poi, al momento buono, vederlo spuntare nella bufera e riportarli in salvo.
Concludo dicendo che, dopo aver letto diversi libri che narrano di spedizioni e disastri in montagna, la discordanza delle versioni da parte dei partecipanti è la norma, non l'eccezione e che ciò che avvenne sulla vetta dell'Everest nel maggio nel '96 fu la somma di una lunga serie di errori e sfortune che non possono vedere un unico responsabile.
Ciò nulla toglie alla bellezza di "Aria sottile" (forse il più bello dei libri di montagna che abbia letto finora).