Sabato 15 maggio 2010 - Khiva - Buchara - 460km
Si parte di buon'ora, come sempre. L'idea è quella di fare una foto con le moto davanti alla porta nord di Khiva, ma non facciamo a tempo a fermare i motori che già arrivano i primi indigeni del luogo a vedere la novità; la foto non viene come vorrei io ma non importa.
La giornata si preannuncia già calda di prima mattina, tra l'altro ci aspetta un bel pezzo di strada in mezzo al deserto del Kyzylkum, questo qui
dove in alcuni tratti si sta poco a poco mangiando la carreggiata. Lungo il percorso poche emozioni, il deserto è sempre uguale a sé stesso, l'unico brivido è la cronica mancanza di benzina; per fortuna pochi chilometri prima dell'ingresso in città riusciamo a rifornire presso un distributore "ufficiale" che ha ancora del carburante da vendere. Si arriva così nel pomeriggio a Buchara, con l'intenzione di raggiungere l'albergo che ci avevano consigliato gli amici motociclisti francesi incontrati qualche giorno fa a Darvaza. Raggiungere il centro di Buchara dove si trova l'albergo però è un'impresa abbastanza complicata, non riusciamo a trovare la viuzza che ci porta alla destinazione. Chiediamo così ad un vigile, ci spiega dettagliatamente con tutti i limiti di una indicazione stradale spiegata a gesti e infatti continuiamo a girare in tondo e a ripassare davanti al vigilantes. Alla fine, mosso da compassione, lo stesso vigile ferma un taxi, ci sale sopra e ci dice di seguire il taxi. Praticamente ci fa imboccare con le moto il bazar di Buchara e dopo una gimkana tra bottege, persone, tappeti, stoffe e ogni altro genere di mercanzia, sbuchiamo in una piazza dove si trova l'albergo. Peccato che tutto questo sbattimento non è servito a nulla, l'albergo infatti è al completo e bisogna cercare altrove. Evidentemente anche qui come a Khiva nelle città turistiche non è immediato trovare alloggio. In ogni caso dopo poco troviamo un bed and breakfast veramente ottimo, con delle camere favolose.
Si vede subito che ci troviamo in una città turistica, gli standard alberghieri sono più elevati e il personale è abituato a trattare con gente straniera; finalmente un albergatore che parla un ottimo inglese; in compenso la cameriera factotum Masha è una russa simpaticissima che non vuole assolutamente sentire esprimersi in lingua anglosassone e conduce la propria crociata personale per imporre il russo come lingua internazionale. Così ci tiene delle piccole lezioncine e impariamo una manciata di parole della lingua degli zar, che risate! Ci facciamo consigliare da Masha un ristorante per la sera, andiamo in centro, il posto è molto bello e il ristorante-chaikhana (sala da te) si trova ai bordi della piscina al centro della piazza. Molto suggestivo e ... molto buono, si mangia benissimo: zuppe, shashlyk ovvero spiedini alla griglia, birra e vodka.
Dopo cena si fanno quattro passi per il centro, è un susseguirsi di negozi per turisti, in maggioranza botteghe che vendono stoffe e tappeti a prezzi non proprio popolari, comunque la qualità è elevata e si trovano degli articoli veramente belli.