Martedi 1 giugno
Cominciamo presto al mattino con la salita per i travertini di Pamukkale -
avendo il piede sinistro martoriato per colpa delle troppo lunghe camminate fatte ad Istanbul con un paio di scarpe sbagliate, la salita a piedi nudi è per me difficoltosa quando si passa sui pietrini ma estremamente gradevole - paradisiaca - quando si passa sui travertini lisci con l’acqua che scorre.
Lo spettacolare scenario è rovinato talvolta da rifiuti lasciati in giro - principalmente bottigliette di acqua vuota. Intendiamoci, non sono tantissime, ma manche la vista di una singola bottiglietta abbandonata in questi scenari fa un poco innervosire.
In cima ai travertini visitiamo fugacemente le rovine di Hierapolis, entriamo alle antiche terme e siamo quasi tentati dall’esperienza del bagno, lo scenario è molto bello….
Ma non abbiamo i costumi, e poi dobbiamo partire per Selcuk-Efeso.
Ridiscendiamo i travertini, torniamo all’albergo dove non abbiamo ancora lasciato la stanza cosi’ da poterci permettere una veloce doccia e il cambio, e via alla volta di Selcuk. Si viaggia sotto un caldo torrido, non ho particolari reminiscenze della strada.
Arrivati a Selcuk Maurizio, ormai deputato alla ricerca alloggi, ha la fortuna di inciampare nella gradevolissima pensione Homeros.
Prendiamo alloggio, doccia e cambio e visitiamo le due principali mete di Selcuk, preferendo rimandare al mattino la visita di Efeso: la collina di Ayasoluk, che contiene i resti di una basilica eretta intorno alla tomba in cui si dice si trovino i resti di San Giovanni Evangelista, e la Moschea di Isa Bey.
La sera alle 8 nella terrazza al piano superiore di una delle due case che costituiscono la pensione Homerus viene offerto un bicchiere di vino a tutti gli ospiti, con l’intento di “rompere” il ghiaccio. Dopo una mezzoretta si scende alla terrazza inferiore, dove si cena (molto bene) in una splendida atmosfera.
Si capisce che l’intento dei proprietari (fratello e sorella, gentilissimi e simpaticissimi) è quello di favorire la conoscenza tra i diversi viaggiatori che approdano alla pensione. Nel nostro caso, il gruppo era composto oltre che da me e Maurizio da
- marito e moglie professori universitari americani (lei estremamente se non esageratamente loquace)
- figlia della coppia di cui sopra, piu’ amica, in viaggio premio dopo la high school graduation
- viaggiatore canadese in viaggio solitario moto turchia (moto affittata in Turchia)
- coppia di archeologi toscani
- altro docente universitario americano in viaggio con la moglie, registered nurse
Infine Eunice, quarantenne giramondo olandese che si è fermata a Selcuk da qualche mese e aiuta i fratelli nella gestione della pensione.
La serata procede con lunghe conversazioni e fiumi di birra Efes (almeno per quanto mi riguarda). Nel complesso una splendida serata.
Mercoledi 2 Giugno
Lasciata la pensione andiamo a visitare le rovine di Efeso, estremamente ben conservate. Purtroppo in contemporanea arrivano circa 20-30 autobus carichi di turisti di varie nazionalità che stanno effettuando una crociera evidentemente comprendente la visita di Efeso. In pratica, la profetizzata invasione delle cavallette.
Finita la visita ci rechiamo di nuovo alla pensione per cambiarci e riprendere la strada verso casa.
A cento km da Canakkale la sorpresa: veniamo fermati dalla polizia che ci parla di “problem, moto, problem” e ci spiega che andavamo troppo veloci (il limite in Turchia è inspiegabilmente piu’ basso per le moto: ad esempio sulle strade statali è 90 kmh per le auto e 70 per le moto….). Provo a fingere, fare lo gnorri, ci si prospettano 270 lire turche di multa a testa (sarebbero circa 130 euro per uno). Alla fine il poliziotto si accontenta di intascare 30 euro, ovviamente senza fare verbale. Il forte sospetto è che non ci fosse alcun autovelox e che il fedele servitore della patria abbia deciso di arrotondarsi lo stipendio grazie a due babbalucchi in moto, ma le immagini di “Fuga di mezzanotte” mi sono ancora impresse in mente e preferisco abbozzare.
Aarriviamo a Canakkale, decidiamo - grazie anche al nervoso dovuto all’estorsione - di procedere e traghettare fino ad Eceabat, da Eceabat ci spingiamo poi fino a Gallipoli per cercare un albergo.
Vicino al centro di Gallipoli, davanti al porto, ci troviamo di fronte a una scelta tra differenti “alberghi“: dal primo vediamo uscire una famiglia di topi evidentemente scandalizzata dalle condizioni delle camere, gli altre “alberghi” vicino non sembrano meglio… grazie alle indicazioni di un ragazzo riusciamo a trovare un albergo decentrato non certo splendido ma perlomeno accettabile.
La sorpresa è stata uscendo dall’albergo l’aver trovato un localino - Pinar Ocakbasi - dove abbiamo cenato magnificamente: nonostante le difficoltà di comprensione ci gustiamo della splendida carne cotta su una invitantissima brace.
Dopodichè meritato riposo, giovedi' ci tocca un'altra bella giornata di moto.