Io penso sarebbe piuttosto questione di educazione del motociclista.
Fino a una decina d'anni fa, o anche meno, le scuole di pensiero sulla guida veloce erano due. C'era chi voleva motore a non finire e chi preferiva una moto con meno cavalli ma più leggera: era in sostanza la diatriba vecchia quanto il mondo fra ducatisti e filo-giapponesi. Non so quando questa goliardica contrapposizione si sia modificata, ma da un certo punto in avanti le moto hanno cominciato a somigliarsi sempre di più. Le Ducati soo cresciute sempre più di cilindrata (tanto che una superbike di oggi ha un motore grosso una volta e mezza quello di una superbike di vent'anni fa), e le giapponesi prima sono salite dai 750 ai 1000 e poi hanno iniziato a perdere peso e guadagnare maneggevolezza. Il tutto in una continua rincorsa di una moto sull'altra, di una Casa sulle altre, che ha portato alla situazione di oggi in cui una supersportiva 1000 o 1200 pesa ben meno di due quintali (anche se per compiacere gli stolti praticamente tutte le case oggi dichiarano i pesi senza benzina, olio, batteria e fra un po'anche senza ruote) e ha in media oltre 180 cavalli, rigorosamente misurati all'albero piuttosto che alla ruota sempre per la felicità degli stolti di cui sopra.
Allora, quelli che vanno a cercare continuamente il "di più" esistono oggi come sono sempre esistiti e sempre esisteranno. Il problema è nato nel momento in cui le Case costruttrici si sono rese conto che questa gente può tirare avanti il loro mercato molto più di quello che fa un motociclista cosciente e "formato". Chi sa cosa gli serve e lo trova in una moto, difficilmente l'anno dopo si farà abbindolare dal nuovo modello per due etti e mezzo di peso in meno o un cavallo e zerodue in più. Ecco come mai le moto hanno perso fruibilità e si sono continuamente estremizzate.
Avere motociclisti con una educazione all'uso completo e consapevole della moto non è economicamente producente. Meglio proporre ogni anno un "di più". Per la stessa ragione oggi tre utenti su quattro credono che con una gomma che fa più di 3000 chilometri non sia possibile tenere andature decenti, salvo poi vedere per strada paracarri con moto da 30000 euro gommate super racing guidare in modo spesso anche pericoloso.
Io non credo che la soluzione sarebbe limitare la potenza dei motori per legge. Sa di proibizionismo e i proibizionismi non sono mai stati utili allo scopo per cui erano nati. Si dovrebbe piuttosto iniziare una rieducazione del motociclista a prestazioni meno estreme e più fruibili: convincere con messaggi il più possibile intelligenti che in moto ci si diverte anche con motori meno potenti e mezzi meno esasperati. Però ci vuole tempo ed economicamente il gioco non vale la candela... e noi ci terremo in eterno inutili moto superspecializzate, superpotenti, supercostose e strapiene di minchiate utili solo a gratificare i drogati di marketing. Secondo me è un peccato...
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Uomo barbuto dalle moto rosse (cit.)
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