Una quindicina di anni fa avrei comprato volentieri una moto italiana. Il Monster era uscito da poco e andai a vederlo. L'avrei preso giallo, sul depliant era scritto che era possibile averlo cosi'. Il conce mi disse che lo potevo prendere solo rosso, perche' Ducati lo faceva solo cosi' in quanto il rosso piaceva molto al mercato tedesco su cui vendeva bene. Pochi giorni dopo andai a vedere il Guzzi California. Per questo avrei dovuto aspettare mesi, perche' Guzzi dava la precedenza al mercato tedesco (all'epoca il marco era molto piu' forte della lira). Decisi di lasciare le moto italiane ai tedeschi, la BMW R100 era appena uscita di produzione e cosi' presi il Triumph Tbird, che si e' rivelato una scelta ottima. L'anno scorso andai a vedere Guzzi Griso (giro di prova, non funzionava il tachimetro) e Breva 1100 (provata solo da fermo in quanto mancava la pedana di destra), pensai alla rivendibilita' di una moto su cui il conce mi faceva circa 2000-2500 euro di sconto, e presi la R1200R.
Morale: io una moto italiana la comprerei anche, ma se la devo pagare voglio quello che mi piace, non quello che piace al costruttore. Se il tachimetro non funziona su una moto nuova, cosa devo pensare? E se una moto nuova ha gia' perso la pedana, quale cura costruttiva e' stata messa? Se l'avessi persa mentre percorrevo una curva? Insomma, penso che ci siano possibili acquirenti di moto italiane, ma i nostri costruttori devono dimostrare di rispettare il cliente.