Martedì 8 ho in programma di raggiungere la capitale dell’Azerbaijan Baku, poco più di 500km, ma con una frontiera che è un aspetto da non sottovalutare mai nei trasferimenti.
Il primo cartello è di un beneaugurate che di più non è possibile
La frontiera georgiana è un’attimo e anche una delle guardie di frontiera mi augura buona fortuna…aggiungendo poi che ne avrò bisogno: alla frontiera azera NON parlano inglese. Oltre a tutto ci si arriva con un sentierino che giusto ci passa un auto. Però quando mi vedono mi fanno passare davanti alla fila di macchine: meno male, precedenza ai turisti. Dopo nemmeno mezz’ora sono dentro ad un’ufficio..PRATICAMENTE NON PARLANO INGLESE. Gesti, qualche parola in russo e in inglese, insomma 2 orette per infine apprendere che il mio visto era ok per 30 gg, ma per la moto alla frontiera potevano solo fare un visto di transito di 3gg: e chi mai lo sapeva ? Riesco però a capire che il 10 sera posso portare la moto alla dogana dal traghetto, lasciarla e poi se anche mi devo imbarcare dopo sono a posto. Alla fine in sella di nuovo verso Baku
Cambio subito un poco di dollari nella moneta locale, i Manat. Bisogna mettersi in testa che in questi paesi è sempre meglio avere del contante mentre si viaggia e pur essendo i $ accettati, ci possono essere dei problemi quando i tagli iniziano ad essere grossi, ad esempio per comprare un poco di benzina.
la foto dell’ex presidente Heydar Aliyev (ora morto) troneggia ovunque nel paese e mi tornano in mente i vari Karimov dell’Uzbekistan e compagnia bella…comunque la tradizione politica in Azerbaijan è salva: ora al potere c’è il figlio Ilham Aliyev !
questa deviazione stradale era davvero un poco troppo artigianale
a ridaiie eccolo di nuovo
improvvisamente vedo il Mar Caspio alla mia destra vi assicuro che è stato bellissimo l’apparire improvviso di questa distesa d’acqua.
Arrivo a Baku verso le otto di sera e il primo impatto con la capitale è stato terrificante…dal punto di vista del budget. Prada Gucci, Versace Cartier, macchinoni enormi, hotel con luci e personale che non lasciavano dubbi sull’eventuale costo di una camera. Mi ricordo però che avevo guardato su
www.hostelworld.com e 1 ostello a Baku era indicato. Chiedo a dei ragazzini con l’IPod dove sia un’internet point e riesco ad arrivarci. Prima però foto con questo centauro locale (che però aveva una moto seria)
poi dentro all’internet point cerco l’indirizzo dell’ostello e già che ci sono decido di fare ugualmente la prenotazione con la carta di credito: capita ogni tanto che se vi recate di persona i posti letto siano finiti, ma siti come hostelworld ne hanno una quota comunque a disposizione e quindi on line si riesce ad avere il letto. Copio l’indirizzo e poi mi accorgo di non avere la carta di credito nella prima taschina del mio marsupio. Ho solo il bancomat, ma non l’ho mai usata. Mi ricordo però che alla sera in Georgia l’avevo tirata fuori per provare a pagare le Red Bull: devo averla scordata dal distributore. Sms a mio fratello che provvede a bloccarla tanto con me ho i contanti e un altro bancomat della Cirrus Maestro. Per 3 dollari un taxi mi porta all’albergo dove vicino si trova il Caspian Hotel (ex 1000 Camel Hotel): 20$ a notte, ma di meno non esiste altro. Comunque la zona è chiusa al traffico normale e ci vuole la carta elettronica per far alzare la barriera: io entro seguendo una macchina.
Dopo meno di mezz’ora sono nell’ostello, col letto, la cucina e la doccia a disposizione: subito conosco Ed, un ragazzo inglese che come me vuole andare in Turkmenistan e poi Uzbekistan. Lui a Baku ha già fatto il visto kazako e domani tenterà con quello turkmeno. Mi da il nuovo indirizzo dell’ambasciata del Kazakistan ( nemmeno il sito ufficiale del ministero degli esteri del Kazakistan era aggiornato su questo) e mi regala una mappa della città indicandomi dove si trova l’ambasciata: vicino all’hotel Europe. Domattina subito lì. Adesso dopo la doccia mi preparo da mangiare e la mia guida mi propone Riso alla Cipolla Turca: ma sono proprio gli ingredienti che ho con me !
oltre all’angolo per il pc la stanza aveva anche il condizionatore !
Al mattino posso vedere bene la differenza fra l’ingresso nel cortile interno dell’ostello che porta alla mia camera (2°piano) e l’ingresso dell’hotel di lato, il Meridien
questa la stradina proprio di fianco al meridien che portava al cortiletto del mio ostello
mercoledì 9 mi alzo presto e subito vado all’ambasciata del Kazakistan: ho già il modulo compilato con le foto necessarie . Aprono al pubblico alle 9,30 e alle 9,00 non c’è davvero molta fila
spiego all’impiegata il mio problema: il 12 inizia il visto turkmeno e quindi mi piacerebbe riuscire ad imbarcarmi l’11 venerdì. I visti li consegnano al pomeriggio e mi dice di ripassare giovedì pomeriggio. Sono contento e pago i 30 $ della pratica. In italia costa 60 €.
Baku è una città tenuta a specchio e vi risiede il 20% della popolazione dell’Azerbaijan: affamando l’80% della popolazione non deve poi essere difficile trovare le risorse per mantenere pulita e lucida una città.
all’ufficio informazioni turistiche mi ero fatto spiegare dove andare per informarmi sul traghetto per Turkmenbashi in Turkmenistan e mi ero fatto anche scrivere sulla cartina la parola azera per traghetto: sapevo che in russo era paron. Poi avevo chiesto informazioni su una zona in cui poter trovare dell’olio per moto e ci sono arrivato verso l’una. Ad un incrocio c’erano tanti negozi di gommisti, ma ho notato anche un piccolo bar/ristorante e sono entrato. Diciamo che era poco più di una mensa, ma ho mangiato benissimo
finito di mangiare il proprietario di un negozio di ricambi per auto e moto ( e proprietario di parecchia altra roba nel quartiere), avendo notato la mia moto mi ha chiamato all’interno offrendomi il tè.
poi nel pomeriggio in giro per la città ed ho anche trovato la sede dell’ambasciata italiana
Altri punti della città: questa è Torre della Fanciulla circa del XII secolo.
alle sette sono tornato in ostello e la padrona dell’ostello mi ha detto che dovevo provare la cucina dell’Azerbaijan e mi ha portato quello che aveva preparato per cena
Poi la camera ha iniziato a riempirsi e sono arrivati un universitario iraniano
un ragazzo ed una ragazza tedeschi che però all’università studiavano lingue orientali e anche russo. Lui era arrivato dall’Uzbekistan, mentre lei, in volo dalla Germania, aveva trascorso la prima notte a Baku presso una famiglia azera che aveva conosciuto in volo. Sapendo che viaggiava da sola non avevano voluto sentir ragioni e l’avevano ospitata a casa loro e poi accompagnata all’ostello. Dopo è arrivato un ragazzo del Camerun, un bancario, che girava con una spada da scherma: faceva parte della nazionale del Camerun e mentre era in viaggio ogni tanto partecipava a qualche gara. L’ultimo un ragazzo romeno che per tre giorni aveva fatto trekking nel nord del paese ed era arrivato stanco e un poco disidratato. Ho solo fatto due passi dopo cena e poi a nanna.
Il giorno dopo al mattino sono tornato nei pressi dell’ambasciata kazaka, perché anche in quella zona mi avevano detto esserci alcuni concessionari di moto. Vedo solo concessionari d’auto e alla fine mi fermo dallo show room della Mercedes: è la capitale, almeno una persona che parli inglese dovrà pur esserci.
Ed infatti c’è: si chiama Nurana. Le spiego cosa cerco, ma poi rimaniamo a parlare del mio viaggio ed alla fine con un suo collega mi accompagna da una officina della Yamaha dove trovo olio per il motore ed anche lo spray per la catena !
ormai è mezzogiorno e al ritorno dallo showroom mi invitano a rimanere a mangiare : hanno una cucina attrezzata con tutto.
Alla fine sono rimasto lì fino alle 3 del pomeriggio: anche qui la crisi è stata pesantissima e Nurana mi dice che va già bene quando riescono a vendere un auto al mese. Alla fine saluto lei e gli altri dello showroom e vado all’ambasciata del Kazakistan: mazzata ! Dalla loro capitale non è ancora arrivata nessuna risposta e io domani voglio prendere il traghetto. Mi dice, anche se non sarebbe l’orario di ripassare nel mattino. Non posso fare altro che andare ad informarmi sul traghetto.
Su alcuni siti e forum di viaggio (quello della Lonely Placet su tutti) avevo letto storie terrificanti su questo famigerato traghetto: non sapevi mai a che ora partiva e quindi dovevi andare al mattino presto a lasciare il nome e poi ripassare presto, Spesso non c’era posto nelle cabine, quindi sistemazioni improvvisate a meno di non pagare mance extra all’equipaggio. Nessuna possibilità di trovare cibo e acqua a bordo: un viaggio infernale.
Io sono andato nella zona del porto e mi hanno indicato una piccola strada che portava agli imbarchi dei ferry. Un militare ha alzato la sbarra, gli ho detto paron e lui mi ha indicato un edificio che era la kassa. Sono entrato e c’erano due persone, una in divisa da marinaio. Ho semplicemente detto col mio povero russo io e una motocicletta a Turkmenbashi domani. Hanno guardato la moto e poi mi hanno scritto il prezzo: 100$ io e 110$ la moto. Per l’orario mi hanno detto di essere li non dopo le tre e mezza. Non c’era bisogno di anticipi o altro. Nemmeno il nome hanno voluto. Poi però ha cominciato a ronzarmi in testa quello che mi avevano detto alla frontiera azera sui 3 giorni della moto: 8, 9 e oggi era il 10. Vado alla dogana portuale e trovo un ufficiale che parla inglese. Guarda i documenti e mi dice che in effetti oggi dovrei lasciare in dogana la moto e io poi posso imbarcarmi quando voglio. Il mio visto è da 30 gg. Fino a domani senza moto: gli dico che stasera mi servirebbe. Allora mi concede di portarla lì il mattino dopo, ma non oltre le nove e mezza. Ok.
Torno in ostello e preparo di nuovo il riso con le cipolle. La ragazza tedesca, sta aspettando il suo amico che era uscito a fare la spesa: mi vede cucinare e mi offre un barattolo con delle spezie. Le dico di condire il riso, visto che le conosce e poi gliene offro metà
poi alla fine anche lui è tornato e aveva comprato una pizza salata tipica della Georgia
Arriva anche Ed: è felicissimo. Gli hanno dato anche il visto di transito per il Turkmenistan: 2 giorni e 85$ per la procedura veloce, e pensare che a me è costato 200€ mannaggia.
Col mio portatile copio le foto, poi esco a fare 2 passi ma a mezzanotte sono a nanna.
Oggi è venerdì 11. vado subito al porto con la moto, ma mentre sono dentro all’ufficio per il biglietto risuona imperiosa la voce dell’ufficiale della dogana che stava andando all’ufficio: dalla sua macchina mi grida di sbrigarmi che dopo le 9,30 sono problemi seri. Lo seguo e sbrighiamo tutte le pratiche per l’imbarco della moto.
Poi me la fanno lasciare vicino ai loro uffici. Ho montato le borse laterali e legato col lucchetto lo zaino al portapacchi: la copro col telone, ma sono tranquillo. L’ufficiale mi ha detto che fanno sempre lasciare le moto in quella zona e che spesso dei motociclisti hanno dormito lì coi sacchi a pelo aspettando il traghetto del giorno dopo.
Torno dalla cassa del ferry e gli mostro una fotocopia del passaporto e riesco a fargli capire che devo andare all’ambasciata del Kazakistan a prendere l’originale. Ok mi registrano e pago quando torno: li guardo e uno che parla un poco inglese mi rassicura. Tranquillo che ti aspettiamo: chiaro ho imparato che il biglietto passeggeri costa 30 $, ai turisti ne chiedono 100 $ (io poi ho anche la moto !). Ambasciata del Kazakistan: un’impiegato mi dice che non è ancora arrivata nessuna risposta. Vacca boia: mi tocca di rinunciare al passaggio a est in Kazakistan. Allora gli dico che ho il traghetto nel pomeriggio, di ridarmi il passaporto e di girare la mia pratica all’ambasciata kazaka di Tashkent: devierò e andrò là a chiedere il visto. Entra nel suo ufficio e quando esce mi da il passaporto dicendomi che vi ha applicato il visto. Si fida e si dice sicuro che gli arriverà in seguito una risposta positiva alla mia richiesta e lui, assumendosi la responsabilità, me lo dà prima…non ci credo. Lo ringrazio in tutte le maniere possibili, esco e con un taxi ritorno dall’imbarco dei ferry.
Gli addetti alla cassa si rovinano e mi fanno uno sconto di 10$. Vado all’imbarco, e mi metto in fila per salire sul ferry con la moto. Mentre aspetto (stanno scaricando dei vagoni treno dal mio traghetto) arriva un marinaio e inizia a chiedermi dei $ per il fatto che mi devo imbarcare. Una tassa. Gli dico che ho già lasciato 200$ alla cassa. Corre alla cassa e quando torna è tutto contento che sta contando dei dollari: ovvio la mazzetta viene divisa fra tutti.
Per 5 $ mi accordo perché pensino loro a fissare la moto per la traversata.
esco per salire sulla nave e sento la voce di Ed che mi chiama: anche lui è riuscito a prendere quel traghetto. Sono davvero contento di rivederlo
può esserci qualcosa di meglio di una birra sul ponte con un amico per iniziare la traversata ?